Garlasco, il caso del Dna sulla bocca. Da escludere soccorritori e addetti pompe funebri?

  • Postato il 16 luglio 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il Dna ricavato da una garza (tampone oro-faringeo) utilizzata per rilevare il profilo genetico di Chiara Poggi sarà probabilmente comparato con quello di altre 30 persone: cioè tutti coloro che entrare in contatto con il corpo della 26enne uccisa nella villetta di Garlasco il 13 agosto 2007. Da questo numero possono essere escluse le donne (la traccia è maschile, ndr) e in teoria i soccorritori e titolari di un’impresa di onoranze funebri se come scrive Il Giorno, riportando i verbali dell’epoca, tutti indossavano guanti e calzari. Un particolare importante, anche se l’ipotesi dei consulenti della parte civile è che il Dna rilevato sia da contaminazione avvenuta durante l’autopsia.

I verbali – Quel giorno in via Pascoli arrivò un medico donna del 118 di Vigevano con una infermiera e un autista. Sul posto c’era un’altra ambulanza, i carabinieri e Alberto Stasi. “Io e il resto del personale con me intervenuto… indossavamo i calzari di protezione alle scarpe e i guanti di lattice – aveva dichiarato a verbale la dottoressa – Tutta la mia attività di accertamento si è svolta senza muovere il cadavere dalla sua posizione, procedendo tuttavia a toccarlo in alcune sue parti, sempre con le mani protette da guanti in lattice, al fine di constatarne il decesso. Non sono state poste in atto da parte mia e del personale sanitario con me intervenuto condotte tali da inquinare o alterare lo stato dei luoghi, delle cose e delle persone”. Tra l’altro successivamente la dottoressa aveva specificato che infermiera e autista erano stati fuori dalla porta. Gli investigatori sentirono a verbale, in ottobre, anche gli addetti delle pompe funebri e un collaboratore. Anche loro dichiararono di aver utilizzato o avere indossato i guanti in lattice e le tute di carta “usa e getta“, taglia XL, più comode per i movimenti. Non non i calzari.

Le tracce – Verbali utili a fini dell’esclusione di persone da testare ed è eventualmente per gli inquirenti di Pavia che indagano nella nuova inchiesta che vede indagato Andrea Sempio. Vale la pena ricordare è che dalla garza sulla bocca della vittima sono stati ricavati 5 risultati, tre quelli utili: una riferibile al 99% con l’assistente del medico legale, un secondo è in parte sovrapponibile a Ferrari e in parte no (fino a qui gli elementi noti) e una traccia ‘mista’ di Ferrari e del materiale di un ignoto. Si tratta di un campione ancora più eseguo e degradato degli altri due e che avvalora che la garza fosse già contaminata prima del prelievo effettuato in sede di autopsia. In tutti e tre i casi si tratta di campioni che sono inferiori a una sola cellula (tra i 2 e i 4 picogrammi) rispetto alla quantità della vittima (presente con concentrazioni nell’ordine dei 40.000 picogrammi) e che la logica e la scienza lega a un ”inquinamento”. Probabilmente avvenuto dopo l’intervento di soccorritori e addetti alle pompe funebri.

Dna esaurito – Comunque la traccia con la “maggiore concentrazione maschile” – circa 4 picogrammi rispetto alla concentrazioni nell’ordine dei 40.000 picogrammi della vittima – che ha portato a identificare un cromosoma Y ignoto in più parti sovrapponibile con quello dell’assistente e medico legale Ernesto Gabriele Ferrari – è stata esaurita durante l’incidente probatorio per il caso di Garlasco come ha reso noto ai consulenti delle parti la stessa genetista Denise Albani incaricata dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia dei test. Se fossero necessari ulteriori approfondimenti si potrebbe procedere solo su ‘carta’

Nella prima sessione alla ricerca del Dna maschile, l’esperta in forza alla Polizia di Stato ha utilizzato “circa 10 microlitri” e lo stesso volume è stato utilizzato nella ripetizione dell’analisi. Nelle mail – visionate dall’Adnkronos – informa gli esperti dell’intenzione “di terminare tutto l’eluato” della traccia mista trovata sulla garza e visti i risultati – un’altra traccia composta e un prelievo riconducibile al 99% a Ferrari – comunica anche l’intenzione di “relazionarmi con il dottor Ballardini (medico legale, ndr) per avere qualche specifica in più su come è stato eseguito il tampone orale della vittima“.

L’ipotesi – vista la quantità minima di cromosoma Y, meno di un’unità cellulare – è che si sia trattato di una contaminazione sulla garza in tessuto il cui scopo originario era raccogliere il materiale genetico di Chiara Poggi per confrontarlo con le tracce sulla scena del delitto. Le tecniche di analisi più avanzate permettono di amplificare sequenze anche molto brevi di Dna quando la quantità di campione è esigua, sotto i 100 picogrammi/microlitro. Nell’omicidio di Yara Gambirasio – dove la genetica è costata l’ergastolo a Massimo Bossetti – il Dna presente nel campione che ha permesso di isolare Ignoto 1 era più di 2000 picogrammi/microlitro, una quantità ampiamente sufficiente per le analisi.

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Il Fatto Quotidiano

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