Se avere un’Europa unita vuol dire diventare simili agli Usa, io dico no
- Postato il 11 marzo 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Tutti a dire che: “Ci vorrebbe l’Europa Unita!”, “Se ci fosse l’Europa Unita!”, “Facciamo una manifestazione per l’Europa Unita”.
Ma siamo sicuri che uno Stato sovranazionale europeo sarebbe così utile per la nostra vita? Quegli aspetti di stato sovranazionale che possiede ora l’attuale Comunità Europea non sono tutti così edificanti. In primo luogo è emersa nei decenni una volontà di potenza attraverso l’inglobamento di sempre nuove nazioni (a suon di euro elargiti). In secondo luogo esiste un senso di superiorità verso gli altri che non lascia per nulla tranquilli. “Noi siamo quelli giusti, noi siamo quelli bravi” sembrano sempre dire i capi delle istituzioni comunitarie. Se interveniamo in Kosovo e In Libia lo facciamo per motivi umanitari. Se ci fosse l’Europa Unita, che tanti vagheggiano, ora sarebbe immersa fino al collo in una guerra per annettersi il nuovo territorio Ucraino. Qualcuno dirà: sono i popoli, tra questi quello ucraino, che desiderano entrare liberamente in Europa.
In realtà, forse, desiderano le sovvenzioni europee che sono loro state promesse e se ne fregano bellamente delle idee europeiste. Se Trump promette migliaia di dollari ai circa 50 mila abitanti della Groenlandia cosa diciamo? Inoltre perché il popolo del Donbass deve valere meno di quello Kosovaro? Non possono entrambi autodeterminarsi? In una futura, eventuale Europa Unita può succedere che vinca le elezioni un bullo stile Trump o un guerrafondaio, con figlio coinvolto, stile Biden. Siamo sicuri di voler delegare a Von der Leyen la gestione di un’unione politica e militare quando abbiamo visto le magre figure ottenute sui vaccini (comprati per 4,6 miliardi di pezzi e gettati al macero per 2 miliardi con costo di 4 miliardi di euro) o sulle automobili (in due anni distrutte fabbriche europee con diktat sull’elettrico poi in parte rimangiato).
L’Europa Unita, a mio parere, ha senso solo se cambia i paradigmi di potenza che esistono ora nel mondo. Dovrebbe essere uno spazio di coesione smilitarizzato sul piano offensivo, con un esercito solo difensivo (su questo punto ci sarebbe molto da discutere e capire come fare) che ripudia veramente la guerra come metodo di risoluzione delle controversie internazionali e che si pone in amicizia con gli altri popoli, indipendentemente dalle istituzioni che loro si sono dotati. Soprattutto che non si atteggia a superiore, covando il retropensiero che tutti debbano in futuro dotarsi di istituzioni simili alle sue perché la convinzione è che questo modello sia il migliore.
Secondo alcuni studiosi, infatti, esportare la democrazia non è che un retropensiero ingombrante ed altezzoso. Esportare la democrazia in Ucraina, forse in Georgia, fino a tutte le altre Repubbliche della federazione russa rischia di essere un esercizio supponente e destabilizzante.
Ognuno di noi in certi momenti della sua vita ha pensato che sarebbe così semplice mettere a posto il mondo: basterebbe fare questo e quello. Secondo lo psicologo Alfred Adler, la volontà di superiorità è una forza vitale creativa che spinge l’individuo a superare se stesso ed esprimere la sua forza interiore. Deriva, per contrapposizione, dal senso di inferiorità sperimentato in età infantile. Purtroppo può esprimersi anche sotto forma di dominio e imperio sugli altri per imporre quello in cui fermamente si crede . In positivo la volontà di superiorità è la forza che crea evoluzione e permette di trovare nuovi significati alla propria esistenza. In termini negativi diviene la spinta a credere che gli altri siano inferiori a noi perché non capiscono e a pretendere di redimerli, facendo cadere le istituzioni di cui si sono dotati perché inferiori alle nostre.
La manifestazione del 15 aprile a Roma per gli Stati Uniti d’Europa mi interroga. Se il progetto – come sembra – di puntare a qualcosa di simile agli Stati Uniti d’America mi sento contrario, in quanto sarebbe frutto di un desiderio di potenza e di una supponenza occidentale: noi siamo i migliori, i buoni e dobbiamo guidare il mondo recalcitrante. Se la futura Europa si pone l’obiettivo di voler dirimere le controversie e le guerre del mondo, decretando chi è aggressore e aggredito, senza valutare tutti gli antefatti e decidere chi sanzionare e chi no sarà solamente un quarto Impero (oltre a Usa, Cina e Russia) in rotta di collisione con gli altri.
Se invece l’Europa unita cambierà paradigma e si porrà come spazio culturale, sociale, economico e di fratellanza ne varrà la pena.
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