Sanità, ospedali, eccellenza a Melfi
- Postato il 10 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Sanità, ospedali, eccellenza a Melfi

Nel rapporto dell’Agenas il “San Giovanni di Dio”, l’ospedale di Melfi, segnalato come eccellenza nell’ambito osteomuscolare. Cinque le strutture della regione a cui invece sono state riconosciute carenze
Emerge un punto d’eccellenza lucana dall’edizione 2025 del “Programma nazionale esiti” pubblicato ieri, martedì 9 dicembre, a Roma dall’Agenas: quello che riguarda l’Ospedale San Giovanni di Dio di Melfi, classificato tra le strutture «con un livello molto alto» a livello nazionale nell’ambito osteomuscolare (i dati sono relativi al 2024). La struttura ospedaliera del Potentino inserita tra le altre 126 valutate con almeno cinque indicatori su questa specifica branca medica.
SAN GIOVANNI DI DIO, OSPEDALE DI MELFI TRA LE ECCELLENZE NEL RAPPORTO AGENAS
Il Report dell’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali tuttavia mette in luce anche qualche chiaroscuro, e cioè cinque strutture ospedaliere lucane segnalate per l’inserimento nel percorso integrato di Audit (indice di gravi e specifiche criticità) con Agenas e Ministero. Ma il rapporto specifica anche come indicazione generale «che strutture che mostrano livelli bassi o molto bassi di aderenza agli standard di qualità sono piccole realtà ospedaliere valutate su poche aree cliniche, mentre nessuna tra le strutture plurispecialistiche più grandi mostra situazioni di grave criticità».
VIZZIELLO, CAPOGRUPPO DI BASILICATA CASA COMUNE IN REGIONE, “BICCHIERE MEZZO VUOTO”
Per il capogruppo in Consiglio regionale di Basilicata Casa Comune, Giovanni Vizziello, il bicchiere è mezzo vuoto. «Una sola struttura che raggiunge un livello molto alto in ambito osteomuscolare, l’Ospedale San Giovanni di Dio di Melfi, qualche reparto che consegue una valutazione al di sopra della sufficienza e una serie di bocciature rispetto a parametri sanitari rilevanti che non consentono agli ospedali lucani di superare a pieni voti la valutazione di Agenas», ha detto Vizziello.
IL PROGRAMMA NAZIONALE ESITI
Per il capogruppo di Basilicata Casa Comune «il Programma nazionale Esiti è da 15 anni il più importante strumento di valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria erogata dagli ospedali italiani e l’edizione 2025 di quella che è a tutti gli effetti una vera e propria classifica degli ospedali italiani assegna poche note di merito ai due principali ospedali lucani, il San Carlo di Potenza e il Madonna delle Grazie di Matera, laddove altri nosocomi del Sud Italia ricevono l’attestato di vere e proprie eccellenze in ambiti rilevanti dell’assistenza ospedaliera, come l’Azienda Universitaria Federico II di Napoli, il Perrino di Brindisi per la chirurgia oncologica o il Miulli di Acquaviva delle Fonti e la Casa di Cura Montevergine di Mercogliano per l’ambito cardiocircolatorio».
VIZZIELLO: «DIFFORMITÀ TRA LE CURE NELLE STRUTTURE NELLA STESSA REGIONE»
Ma non solo. L’analisi di Vizziello mette in luce anche un altro fattore: «Alla notevole eterogeneità delle cure tra le diverse regioni d’Italia, testimoniata del resto dalla notevole mobilità sanitaria, quasi sempre da Sud verso il Nord, e dalla speranza di vita che varia anche di più di due anni in virtù della latitudine – sottolinea ancora Vizziello – si aggiunge la difformità delle cure tra strutture della stessa regione, un fenomeno che non risparmia la Basilicata e che rende immanente il percorso diretto a limitare l’eccessiva frammentazione delle prestazioni tra le diverse strutture ospedaliere regionali».
«Recuperare un rapporto virtuoso tra volumi ed esiti delle prestazioni soprattutto in ambito oncologico – conclude quindi Vizziello – è fondamentale per elevare la qualità delle cure rese ai cittadini e per garantire la sicurezza delle stesse, utilizzando proprio strumenti come il Piano Nazionale Esiti per superare criticità che non possono più essere scaricate sulla salute dei cittadini».
OLTRE L’ECCELLENZA DELL’OSPEDALE DI MELFI, LE ALTRE STRUTTURE
Sono invece in tutto 15 gli ospedali, valutati su almeno 6 aree, che hanno raggiunto nel 2024 un livello alto o molto alto secondo l’Agenas: di questi solo uno è del Meridione, l’Aou Federico II di Napoli. E questo introduce un altro tema messo in luce dal rapporto: se migliora l’assistenza negli ospedali italiani rimangono forti diseguaglianze soprattutto tra nord e sud del Paese per quel che riguarda la qualità delle cure.
Le strutture sanitarie esaminate sono valutate in otto aree cliniche che sono cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare (in cui la Basilicata ha riportato la punta d’eccellenza) e nefrologia.