Samp retrocessa e restyling del Ferraris, Salis: “Conferma che deve restare pubblico”. Piciocchi: “Con quali soldi?”
- Postato il 14 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Dispiacere, delusione, preoccupazione. Nel caso di Silvia Salis, non lo nasconde, anche da tifosa oltre che da candidata sindaca. Nel caso di Pietro Piciocchi, da vicesindaco reggente, per una città che “merita un calcio ai massimi livelli”. Il tema della retrocessione della Sampdoria in serie C irrompe nella campagna elettorale per le Comunali e si sovrappone a quello del progetto di restyling dello stadio Luigi Ferraris.
La prima a intervenire, in ordine di tempo, è proprio Silvia Salis. La candidata sindaca del centrosinistra nei giorni scorsi aveva voluto evitare di rispondere ad alcune domande di colore ad argomento calcistico anche per non dare ulteriori elementi ad alcune forze che stanno spingendo sulle sue simpatie blucerchiate in vista dell’appuntamento alle urne.
Oggi, però, era impossibile dribblare la domanda, si passi la metafora sportiva. Salis ha parlato a margine della presentazione della lista centrista e civica Riformiamo Genova: “E’ chiaro che sia dispiaciuta, non credo che ci sia altro da aggiungere, credo che sia comprensibile”. Ma poi, sollecitata dai cronisti, ha ampliato il discorso.
A chi le ha chiesto se ci potrebbero essere ripercussioni sul piano economico legate alla retrocessione, a partire dal discusso progetto di restyling del Ferraris, la candidata del campo largo ha risposto: “Io mi sono espressa molto chiaramente sullo stadio di Marassi e credo che, anche alla luce dei fatti di oggi, sia evidente come sia una garanzia che lo stadio sia di proprietà comunale”. E ancora: “Lo stadio deve essere gestito dal Comune e non da società che possono avere, quelle calcistiche certo, ma anche la società privata che almeno inizialmente deterrà l’80% delle quote del progetto sostenuto da Piciocchi, destini altalenanti che non si devono riflettere sull’attività sportiva che si fa a Genova”.
Nei giorni scorsi c’erano già state scintille tra i due candidati su questo fronte. Piciocchi, in un reel sui social, aveva bocciato il “modello Firenze” proposto da Salis (rifacimento dello stadio Franchi con soldi pubblici) e aveva postato la notizia in cui il Consiglio di Stato aveva negato al Comune di Firenze, allora governato da Dario Nardella, di accedere a 55 milioni di soldi pubblici. Lo stesso Nardella, oggi eurodeputato, con un altro reel ha smentito Piciocchi sostenendo che quella cifra era solo una parte dell’investimento e che comunque è stata riconcessa all’amministrazione per decreto.
Ad ogni modo, i dubbi espressi da Salis sul rischio dell’operazione stadio “privata”, sono commentati da Piciocchi con parole dure: “Nel mio ruolo di vice sindaco del Comune di Genova è chiaro che esprimo dispiacere per quello che è accaduto, perché la città di Genova merita un grande calcio” ma su Salis trasecola: “Mamma mia, trovo sconvolgente pensare di strumentalizzare quello che sta succedendo in queste ore per rivolgermi a un attacco politico, è l’ennesima dimostrazione di affermazioni che vengono rese senza ponderazione e senza nemmeno conoscere il progetto, perché io poi vi domando se Salis abbia mai letto l’accordo che è stato firmato tra Cds e Genoa e Sampdoria, quali siano le clausole, quali le garanzie, non esiste alcun tipo di ripercussione della retrocessione, parliamo di binari assolutamente separati e anzi io dico che una città che vuole un grande calcio ha bisogno di un grande stadio”.
“Si è sempre detto, insieme alle società di calcio – continua Piciocchi – che indipendentemente dai loro risultati nei campionati il progetto sarebbe proseguito perché sono le prime ad averne bisogno, Salis invece di continuare a demonizzare tutto quello che il centrodestra ha fatto e impostato in questa città dovrebbe una buona volta dire quali sono secondo lei le alternative. A me va bene che dica che vuole fare lo stadio con i soldi pubblici, ma deve dire dove prende i soldi pubblici”.
Piciocchi, non prende neppure in considerazione che il partner industriale del progetto Ferraris (Cds) possa entrare in crisi – “il fatto che ci sia una società solida come Cds è una garanzia che lo stadio andrà avanti e in futuro le due società avranno l’opzione per prendersi in toto lo stadio” – ma insiste nel definire il “modello Firenze” un “pasticcio di Nardella e soci” e poi ricorda: “Domenica scorsa abbiamo incontrato il ministro dello Sport Abodi ed è stato lapidario, in Italia, secondo la legge Stadi, i stadi non si fanno con i soldi pubblici. Il pubblico può intervenire ma interviene in misura marginale e io ribadisco in questa sede che non intendo fare indebitare i cittadini genovesi per il rifacimento dello stadio. Se Salis pensa di fare un mutuo di 160-180 milioni di euro intanto dovrà scontrarsi con i revisori e con i servizi finanziari che le diranno che il Comune non ha questo tipo di capacità di indebitarsi. Mi piacerebbe invece avere un confronto tecnico con lei su questi argomenti che purtroppo sapete mi viene continuamente negato”.