Riscoperto un tesoro: riapre al pubblico la Casa dell’Erma di bronzo
- Postato il 1 giugno 2025
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- Di SiViaggia.it
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Dopo un lungo e attento intervento di restauro, il 2 giugno 2025 segnerà un nuovo capitolo nella storia di Ercolano: la Casa dell’Erma di bronzo, una delle domus più affascinanti dell’antica città vesuviana, torna finalmente accessibile al pubblico.
Non si tratta semplicemente della riapertura di un sito archeologico, ma del ritorno alla vita di uno spazio che porta con sé secoli di memoria e un recente passato di ferite e rinascita.
Dal vandalismo alla rinascita: il recupero di un patrimonio ferito
L’annuncio della riapertura arriva esattamente un anno dopo l’episodio che aveva suscitato indignazione e preoccupazione: un atto vandalico da parte di un turista, sorpreso mentre tracciava una scritta su un muro antico. L’azione tempestiva del personale del Parco aveva impedito danni irreversibili, ma ciò che è seguito ha richiesto competenza, tempo e un impegno congiunto di numerosi professionisti.
L’intervento di recupero, suddiviso in due fasi, ha avuto come primo obiettivo quello di eliminare ogni traccia del gesto vandalico. La rimozione dell’inchiostro indelebile dai dipinti murali è stata resa possibile grazie a uno studio preliminare meticoloso, volto a individuare tecniche sicure che permettessero di salvaguardare l’integrità dell’opera originale.
Una seconda fase, più ampia, è stata poi avviata nell’ambito del programma di manutenzione straordinaria che coinvolge l’intero sito di Ercolano, per garantire una conservazione efficace e duratura delle domus.
Equilibrio tra tutela e valorizzazione
I lavori si sono concentrati in particolare sulle superfici parietali dell’atrio della casa, le cui decorazioni pittoriche, realizzate secondo il raffinato gusto del cosiddetto III stile pompeiano, rischiavano di essere irrimediabilmente compromesse. Gli interventi hanno incluso il consolidamento della pellicola pittorica e degli strati preparatori, nonché il trattamento di vecchi intonaci moderni segnati da incisioni e graffiti, molti dei quali risalenti agli anni Novanta e Duemila.
Un ulteriore tassello importante è stato il riposizionamento di un frammento originale di intonaco crollato nel 2019, che era stato conservato con cura nei depositi del Parco.
Una casa di epoca sannitica che racconta storie antiche
La Casa dell’Erma di bronzo, conosciuta anche come III, 16, è una piccola ma elegante dimora costruita in epoca sannitica e portata alla luce tra il 1927 e il 1929 sotto la direzione di Amedeo Maiuri. Il nome deriva da una statua ritratto maschile, probabilmente il padrone di casa, collocata su un erma marmorea il cui originale è oggi custodito nei depositi del Parco.
L’abitazione si apre sulla strada principale tramite un corridoio stretto (fauces), ai cui lati si trovano una stanza di servizio, forse abitata dal portiere, e una camera da letto decorata con paesaggi dipinti. L’atrio centrale è impreziosito da decorazioni in III stile e da una vasca in tufo destinata a raccogliere l’acqua piovana. A fianco del tablino, l’antico studio o sala per ricevere gli ospiti, è stata collocata una copia della celebre testa in bronzo, simbolo e identità della domus.
Proseguendo verso il retro, si scopre un cortile trasformato in ambiente coperto e una sala da pranzo sobria ma armoniosa. Un corridoio laterale collega gli spazi e conduce a un’altra stanza di servizio, dove un tempo si trovava una scala per il piano superiore. Curiosa è anche la presenza di finestre che danno luce non solo alla casa, ma anche a quella vicina, detta “a Graticcio”, a suggerire un’antica connessione tra le due proprietà.
Il valore della continuità: conservazione e responsabilità condivisa
Dietro il progetto di recupero si cela un lavoro multidisciplinare coordinato dal Parco Archeologico di Ercolano, in collaborazione con il Packard Humanities Institute e restauratori esterni. Un approccio scientifico e integrato ha permesso non solo di restituire decoro e leggibilità agli spazi interni, ma anche di ripensare il senso della conservazione come pratica viva e partecipata. I fondi necessari sono stati reperiti con la bigliettazione, affiancati da risorse statali, grazie alla legge di stabilità del 2015.
Il direttore delegato del Parco, Francesco Sirano, ha sottolineato l’importanza simbolica di questa riapertura: un’occasione per i visitatori e un atto di responsabilità verso il passato e le generazioni future. La Casa dell’Erma di bronzo, ha dichiarato, smette di essere un luogo ferito e torna a parlare di cura, di identità e di riscatto.