Il diktat della Russia: in Ucraina niente Nato o non ci sarà la pace

  • Postato il 29 maggio 2025
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Il diktat della Russia: in Ucraina niente Nato o non ci sarà la pace

Vladimir Putin

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Russia, Lo zar propone il due giugno per un nuovo incontro per la pace con l’Ucraina, intanto l’ultimatum: niente nato o non ci sarà la pace. Trump: tra 2 settimane saprò se Putin ci prende in giro.


Lo Zar detta le condizioni per la pace o almeno ci prova. Nella giornata di ieri, mentre il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky era in visita ufficiale a Berlino dal Cancelliere Friedrich Merz, Reuters pubblicava le richieste russe per porre fine al conflitto ucraino. La celebre agenzia stampa britannica, citando tre fonti russe che hanno rivelato la notizia, asserisce che «Putin è pronto a fare la pace ma non a qualsiasi costo». E fin qui niente di nuovo. Tuttavia, secondo una delle tre fonti citate, se Putin si renderà conto di non essere in grado di raggiungere un accordo di pace alle sue condizioni, cercherà di «dimostrare agli ucraini e agli europei con vittorie militari che la pace domani sarà ancora più dolorosa». Ma quali sono queste condizioni?

LE RICHIESTE DI MOSCA

Ebbene, la prima sarebbe una garanzia in forma scritta che la Nato non si espanderà più a est, escludendo in questo modo da un futuro “atlantico” non solo l’Ucraina, ma anche la Moldavia e la Georgia (anche se quest’ultima non pare essere più interessata). Un’ulteriore condizione richiesta è la neutralità, implicante ovviamente anche la neutralizzazione, dell’Ucraina. Infine, Mosca chiede la protezione dei russofoni che vivono in ucraina, la rimozione di alcune sanzioni e una risoluzione consensuale del problema relativo agli asset russi congelati in Europa.

PER LA PACE TRA RUSSIA E UCRAINA: LA POSIZIONE DELLA NATO E I PRECEDENTI STORICI

Queste richieste sono quelle che, nella vulgata degli amministratori russi, vengono definite “le cause profonde” dell’attuale conflitto fra Russia e Ucraina. La Nato, tuttavia, ha sempre mantenuto in vigore la sua politica “della porta aperta”. Non bisogna infatti dimenticare che già nel lontano 2008, al termine del vertice di Bucarest, l’Alleanza atlantica annunciò che il futuro di Ucraina e Georgia sarebbe stato “euro-atlantico”. Tornando alla fine del 2021, a pochi mesi dall’inizio dell’invasione russa, nelle febbrili trattative fra Mosca e l’amministrazione Biden i russi chiesero proprio, per l’ennesima volta, una garanzia scritta in merito alla non espansione a est dell’Alleanza.

Questa è sempre stata rifiutata, nel 1991, quando vennero date solo rassicurazioni verbali, nel 2008, e infine nel 2021. Difficile pensare che oggi i partner euro-atlantici si pieghino a questo diktat russo. Forse però, una soluzione di compromesso potrà essere trovata, almeno per quanto riguarda il divieto di ingresso di Kiev nell’Alleanza.

Per il momento il presidente americano Donald Trump resta possibilista: rispondendo ai giornalisti, il tycoon ha asserito di non sapere se Putin voglia davvero la pace o meno, aggiungendo che entro due settimane capirà se il leader russo sia disponibile a un accordo o si stia approfittando della buona fede americana. Per l’inquilino della Casa Bianca il capo del Cremlino starebbe «giocando col fuoco», come ha nuovamente ribadito, ma per il momento Washington non imporrà nuove sanzioni per non danneggiare i negoziati in corso.

POSSIBILI SCENARI FUTURI PER LA PACE TRA RUSSIA E UCRAINA

Ieri, 28 maggio 2025, intanto, il Presidente ucraino Zelensky si è recato in visita a Berlino. La visita aveva un duplice obiettivo: assicurare il prolungamento del sostegno militare tedesco e rinnovare l’appello a intensificare la pressione su Mosca in vista dei negoziati. Durante la conferenza stampa successiva all’incontro bilaterale, il Cancelliere tedesco, che si era distinto in campagna elettorale per la maggiore fermezza nei confronti della Russia rispetto al suo predecessore Olaf Scholz, ha ribadito che la Germania «continuerà a prestare ed aumentare il suo sostegno militare agli ucraini».
Anche il Presidente ucraino ha colto l’occasione per sollecitare un inasprimento delle misure contro Mosca, dichiarando che «le sanzioni devono essere rafforzate, il prolungamento della guerra deve essere doloroso per la Russia».

Si era molto parlato in questi giorni di un possibile via libera del Cancelliere Merz alla consegna dei missili Taurus all’Ucraina, ma questo non si è concretizzato. Il Cancelliere, però, ha promesso una collaborazione nella produzione di armi a lungo raggio, annunciando con enfasi: «Oggi abbiamo fatto un primo passo verso una cooperazione tra la Germania e l’Ucraina nella produzione di armi a lungo raggio, e questa sarà anche una cooperazione a livello industriale, che potrà avvenire sia in Ucraina sia qui in Germania». Sempre nel corso della conferenza, Merz ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari da 5 miliardi di euro, destinati alla «costruzione di armi a lunga gittata, e a nuovi rifornimenti per l’esercito ucraino per sistemi di contraerea, armi e munizioni».

ZELENSKY ACCUSA LA RUSSIA DI CERCARE SCUSE

Infine, Zelensky ha nuovamente attaccato la Russia, accusandola di cercare «costantemente delle scuse» per continuare la guerra. «Cercheranno costantemente scuse per non fermare la guerra. Non è una cosa molto seria», Zelensky si riferiva ai ritardi della delegazione russa nell’inoltrare a Kiev la propria bozza di memorandum per arrivare ad una pace duratura. Memorandum che invece Kiev ha già mandato a Mosca.

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