Rifiuti, lo stallo nel ritiro dell’indifferenziata infiamma il dibattito sul termovalorizzatore
- Postato il 4 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Non bisogna parlare di crisi o di emergenza ma è importante che i cittadini ascoltino il nostro appello e riducano per quanto possibile il conferimento di rifiuti nell’indifferenziata”. A parlare è Giovanni Battista Raggi, presidente di Amiu, che a Genova24 spiega nel dettaglio “la tempesta perfetta” che ha portato l’azienda ad avvertire la cittadinanza di un possibile temporaneo blocco nel ritiro della frazione indifferenziata della spazzatura.
In questi giorni, in effetti, a macchia di leopardo in diversi quartieri cittadini, si stanno verificando accumuli nei pressi dei cassonetti (smart e non) della frazione “secca”. Il motivo è legato alla concomitanza di diversi guasti e manutenzioni in corso in vari impianti di conferimento fuori regione, in Piemonte e Lombardia.
Una situazione che, per forza di cose, ha portato a riaprire il dibattito sulla necessità di un sistema di chiusura del ciclo dei rifiuti a Genova e in Liguria e sullo stand-by relativo alla gara per un termovalorizzatore o waste to chemical che la Regione Liguria dovrebbe bandire dalla scorsa estate.
E non a caso alcune associazioni a tutela dei consumatori, prendono la palla al balzo per chiedere che si velocizzi il percorso per arrivare alla chiusura del ciclo: “Acquisire subito un partner industriale per realizzarlo, producendo energia e risparmiando sulla Tari”.
Rifiuti Amiu, otto impianti fuori Liguria in difficoltà
Era già successo in passato, anche in periodo critici come quelli festivi, che uno o due impianti di conferimento fossero interessati da guasti momentanei e non potessero ricevere rifiuti da Genova. Questa volta il problema è relativo a otto impianti diversi. “Tra Piemonte e Lombardia, alcune strutture hanno chiuso o stanno chiudendo a singhiozzo per guasti reiterati o manutenzioni o per problematiche a cascata – spiega il presidente di Amiu – e ci sono impianti, come ad esempio Bergamo, che nel momento in cui si va verso la saturazione, danno priorità ai rifiuti lombardi e hanno quindi bloccato i nostri”.
“Il problema aggiuntivo, per non chiamarla sfortunata coincidenza – continua Raggi – è che tutti questi impianti sono legati allo smaltimento dell’indifferenziata che, purtroppo, è la frazione che va più in fretta a saturazione. Questo non accadrebbe se, come peraltro previsto dalla legge, gli utenti facessero correttamente la raccolta differenziata. Ma purtroppo siamo ancora indietro ed è per questo che in questi giorni, di concerto con l’amministrazione comunale, abbiamo deciso di chiedere uno sforzo in più”.
Amiu ha parlato di possibili disagi per un periodo di due settimane. “Questo non vuol dire che gli impianti fuori regione saranno indisponibili per due settimane, alcuni stanno già riaprendo, ma due settimane sono il tempo che abbiamo stimato per tornare a pieno regime – prosegue Giovanni Battista Raggi – fortunatamente non siamo in un periodo festivo e abbiamo tutti gli autisti disponibili ma ci vorrà un po’ per raccogliere e conferire la spazzatura accumulata”.
In situazioni come quella in cui si trova Genova in questi giorni diventa ancora di maggiore attualità il tema della chiusura del ciclo dei rifiuti, specialmente per quanto riguarda l’indifferenziata. “E’ evidente che dovere dipendere da impianti in altre regioni ti mette con le spalle al muro, se ti chiudono ti chiudono e non puoi farci niente – dice Raggi – al contrario, avere un impianto finale, al di là dell’infrastruttura in sé, consente anche di avere un deposito collegato che, in caso di guasti, nel caso dovessero verificarsi, può costituire una soluzione cuscinetto anche per dieci giorni, o una settimana. Se avessimo avuto un impianto nostro, pure guasto, non ci saremmo neppure accorti del problema”.
Giovanni Battista Raggi di Amiu sottolinea: “Non è un’emergenza ma la situazione resta complessa e potrebbero verificarsi ancora rallentamenti nello svuotamento dei cassonetti stradali”. Allo stato risultano carenze nella capacità di ricezione di tali impianti per circa 1000 tonnellate alla settimana, chiediamo la collaborazione di tutti”.
Rifiuti, consumatori: “Amiu non può restare senza un impianto di fine ciclo”
“La comunicazione di Amiu che avvisa i cittadini genovesi delle difficoltà di raccolta dovuta a cause esterne per la chiusura temporanea dei luoghi dove poter conferire i rifiuti, viola gli impegni sottoscritti dalla sindaca – si legge in una nota delle associazioni dei consumatori liguri Assoutenti, Adiconsum, Adoc, Codacons, Federconsumatori, Lega Consumatori – e da molti consiglieri nel patto con le associazioni dei consumatori”. In quel patto si parlava di “realizzare contestualmente un piano industriale che, coinvolgendo le aziende partecipate e di cui il Comune di Genova dispone di un pacchetto azionario, completi il ciclo di attività in house di Amiu con la gestione fine vita del rifiuto anche producendo energia tramite pirolisi e trattamento termico”.
“Di fronte alla situazione odierna è indispensabile avviare subito la ricerca di un partner industriale per realizzare un impianto di trattamento finale dei rifiuti, a partire da Iren – dicono i consumatori – azienda più che qualificata nella gestione del ciclo di rifiuti oltreché partecipata dal Comune di Genov. I cittadini genovesi da oltre 15 anni attendono tale impianto e non possono più attendere oltre, considerato che si ritrovano anche a pagare tariffe Tari tra le più care d’Italia”.