Rifiuti a Savona, il dossier di Arecco: “Piano Contarina stravolto, un milione di euro spesi in più per un sistema peggiore”
- Postato il 17 ottobre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Savona. Un dossier dettagliato, cifre alla mano, per fare chiarezza sui costi e sulle scelte compiute dal Comune di Savona nella gestione della raccolta differenziata dei rifiuti: lo ha redatto il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Massimo Arecco, che analizza punto per punto le differenze tra il Piano Contarina originario e il sistema oggi in vigore.
Nel documento datato 15 ottobre 2025, due giorni prima dello sciopero indetto proprio per oggi, Arecco parte da una premessa netta: il piano originario, approvato e messo a gara dalla giunta di cui era vicesindaco, non prevedeva l’uso di cassonetti intelligenti né di contenitori condominiali, ma esclusivamente mastelli individuali da 30 litri per il porta a porta, con qualche eccezione per le cosiddette “case sparse”. Tuttavia, a seguito delle proteste dei cittadini, l’amministrazione avrebbe modificato radicalmente l’impostazione, introducendo contenitori condominiali e isole ecologiche di prossimità, con un aggravio di costi stimato in circa un milione di euro.
Nel documento si sottolinea come 1.400 condomìni risultino oggi serviti da contenitori condominiali, per un totale di circa 4.200 contenitori (tre per ciascun edificio). Arecco ipotizza quindi la necessità di consegnare circa 21.000 chiavi alle utenze domestiche (15 in media a condominio) a cui sommare il precedente acquisto di 63.000 mastelli (poi inutilizzati dopo il cambio di sistema). Secondo i calcoli del consigliere, che ipotizza un costo di 90 euro per ogni contenitore, un euro per ogni chiave e 10 euro per ogni mastello, il totale delle spese ammonterebbe a poco più di un milione di euro.
Nel suo dossier sulla raccolta rifiuti Arecco contesta i numeri dati dal sindaco di Savona Marco Russo durante il consiglio comunale del 31 luglio 2025 (mentre fuori andava in scena la protesta), in risposta a un’interpellanza delle minoranze: “I condomìni serviti da contenitori sono 1.400, erano previsti 1.100. I mastelli servono 10.000 utenze Tari a fronte delle 15.000 previste inizialmente”. Una frase che, secondo Arecco, non trova riscontro nel Piano Contarina. Nel documento infatti si sottolinea che “non si comprende come, sulla base del piano, si prevedesse di servire 1.100 condomìni, dal momento che tale sistema non era contemplato”. Arecco sostiene inoltre ci sia un disallineamento tra numero di utenze e sistemi di raccolta: se i condomìni serviti sono 1.400 e ogni edificio – è la sua ipotesi – conta in media 15 utenze, si parla come detto di circa 21.000 famiglie. Mentre, secondo i dati comunicati dal sindaco, solo 5.000 sarebbero passate dai mastelli ai cassonetti condominiali. “Appare stridente – osserva Arecco – il confronto tra i numeri reali e le previsioni del piano”.
L’ex vicesindaco attacca quindi il Comune: il sistema attuale risulterebbe meno efficiente e più costoso rispetto a quello ipotizzato nel piano originale, con maggiori oneri di personale e mezzi per lo svuotamento manuale dei contenitori. Nel dossier si legge che “le modifiche sostanziali fatte apportare dall’amministrazione hanno comportato un considerevole esborso di denaro non previsto” e che, con risorse analoghe, si sarebbero potute realizzare oltre cento stazioni ecologiche intelligenti, simili a quelle già installate nel centro cittadino.
Per corroborare questa dichiarazione, l’esponente di Fratelli d’Italia fa un calcolo specifico sui “cassonetti intelligenti” installati nel centro cittadino. Oggi le stazioni ecologiche sono 28 e servono 5.352 utenze (4.447 domestiche e 905 non domestiche); in base ai rapporti tra utenze e numero di cassonetti, Arecco calcola che ogni cassonetto serva in media 12,8 condomìni. Per coprire i 1400 palazzi oggi serviti dai mastelli sarebbero necessarie quindi circa 108 nuove stazioni intelligenti: rifacendosi al costo che cassonetti simili hanno avuto a San Zeno di Montagna (VR), ossia 11.050 euro più iva per ogni stazione (composta da 4 cassonetti intelligenti), per acquistarne 108 servirebbero circa 1,2 milioni di euro. Una cifra “confrontabile – nota Arecco – con quella già spesa per i mastelli e per i contenitori condominiali”.
Due quindi, volendo sintetizzare, le accuse di Arecco alla giunta Russo. La prima riguarda la scelta di passare da una raccolta porta a porta a una raccolta stradale e di prossimità: “L’amministrazione comunale, modificando il piano Contarina, ha rinunciato a un sistema più moderno e funzionale” sostiene l’ex vicesindaco, secondo cui ora non si potranno più raggiungere “i livelli elevati di raccolta differenziata di qualità previsti nel piano“.
La seconda accusa è la scelta di investire un milione di euro in quel cambiamento puntando, però, sul sistema sbagliato: “Con una cifra sostanzialmente analoga a quella già spesa per mastelli e contenitori condominiali, avrebbe potuto realizzare isole ecologiche con cassonetti intelligenti per la stragrande maggioranza dei savonesi, riducendo il disagio, migliorando l’efficienza, garantendo maggiore igiene e salvaguardando il decoro e la dignità della città”.

Il consigliere conclude il dossier con una serie di domande per il Comune, in cui invita l’amministrazione a fornire “dati completi e aggiornati sui costi effettivamente sostenuti e sulle spese future previste”, chiedendo maggiore trasparenza sull’intera gestione del servizio di raccolta rifiuti.