Raddoppio Finale-Andora, i numeri degli espropri: ad Albenga quasi 1,4 milioni di metri quadri di terreni
- Postato il 17 ottobre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Albenga. Con quasi 1,4 milioni di metri quadri di terreni e 61 abitazioni, Albenga detiene il “record” relativo agli espropri che saranno effettuati per lo spostamento a monte della linea ferroviaria tra Finale Ligure e Andora. Sono i dati rilevati dal Comitato territoriale che da anni si batte contro la realizzazione del progetto ferroviario.
Sono proprio questi numeri a far preoccupare gli imprenditori agricoli della Piana ingauna dove è previsto il passaggio del nuovo cavalcavia che dovrebbe attraversare Regione Rapalline, ma anche Regione Oliveto.
La questione sugli espropri e i conseguenti indennizzi sarà affrontata proprio mercoledì prossimo: il governo ha convocato a Roma i sindaci e le associazioni agricole.
Sempre in riferimento agli espropri, i Comuni a rimetterci in misura minore sono Borgio Verezzi e Loano (e sono anche gli unici due che perderanno la fermata). Nel dettaglio per il primo non sono previsti espropri, per il secondo “solo” 14 abitazioni, 14 garage o magazzini e 26mila metri quadri di terreni.
Seguono Albenga, per quanto riguarda le abitazioni, Pietra Ligure (54), Finale (45) e Alassio (41). Quest’ultimo è l’unico comune dove sarà espropriato un edificio comunale.

Tornando ai terreni, dopo Albenga, che è nettamente al di sopra delle altre città, seguono Tovo San Giacomo (oltre 510mila metri quadrati) e Borghetto Santo Spirito (oltre 330mila).
“Quest’opera senza senso – evidenzia il Comitato Territoriale – va contro le direttive europee sull’ambiente, sulla mobilità sostenibile, creerà danni all’economia dei settori turistici, agricoli e causerà forti disagi agli utenti e peggiorerà la viabilità“.
“Tutto è cominciato nel 1992, quando — dopo l’approvazione del progetto di raddoppio in sede della tratta ferroviaria Finale Ligure – Andora — il Comune di Borgio Verezzi, seguito da quello di Loano, si oppose alla sua realizzazione. Il progetto prevedeva anche la realizzazione di diversi sottopassi che avrebbero risolto gran parte dei mal di pancia dei due comuni. L’opera innanzitutto avrebbe avuto dei costi e danni ambientali contenuti, tempi di realizzo più brevi, con un ottimo servizio al cittadino, e avrebbe risolto i problemi di viabilità già da una trentina di anni. A causa di questa opposizione, gli amministratori dei comuni interessati, hanno optato per lo spostamento a monte”.