Ridurre la velocità funziona: 150 milioni risparmiati con le Zone 30
- Postato il 22 novembre 2025
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- Di Virgilio.it
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Andare più piano non piace a molti, eppure sembra funzionare. Secondo il nuovo rapporto Isfort sulla mobilità degli italiani l’introduzione diffusa dei limiti a 30 km/h non solo porta benefici ambientali e un miglioramento della qualità urbana, ma genera anche un risparmio economico enorme: 150 milioni di euro in soli sei mesi. Una cifra che fa riflettere, soprattutto in un Paese dove le auto sono tante, spesso troppo presenti e, paradossalmente, utilizzate pochissimo.
150 milioni risparmiati
Il dato più eclatante del rapporto è proprio questo: l’introduzione del limite a 30 km/h, nelle aree dove è stato applicato, ha portato a una drastica riduzione di comportamenti di guida pericolosi e costosi. Le frenate brusche si sono dimezzate, le accelerazioni violente sono diminuite in modo significativo, e il risultato è stato un calo delle emissioni stimato fino al 17%. Ma il vero impatto si misura sul fronte della sicurezza.
Meno incidenti significa meno spese mediche, meno mezzi di soccorso, meno riparazioni, meno ingorghi causati da sinistri e – soprattutto – meno feriti. L’Isfort ha quantificato questi fattori in un risparmio sociale complessivo di 150 milioni. Il dato sorprendente? I tempi di percorrenza sono rimasti praticamente invariati. Nelle aree urbane, dove già oggi la velocità media è spesso ben sotto i 30 km/h, questo limite non cambia la durata effettiva degli spostamenti, ma incide in modo enorme sulla fluidità e sulla sicurezza.
Bologna da apripista
A innescare il dibattito è stata Bologna, la prima città italiana ad aver introdotto in maniera strutturale la Città 30. Un progetto ambizioso, inizialmente accolto con scetticismo e critiche, ma che oggi è già diventato un caso di studio europeo. I dati raccolti nei primi mesi hanno incuriosito molte amministrazioni locali, tanto che la “contagiosa prudenza” sembra destinata ad allargarsi.
Roma, per esempio, ha già annunciato l’intenzione di espandere le sue zone a 30 km/h del centro. Altre città stanno osservando: Torino, Milano, Firenze e Bari seguono con attenzione gli sviluppi bolognesi, consapevoli che la sfida della mobilità urbana richiede soluzioni nuove, non solo infrastrutture. Il punto è semplice: ridurre la velocità media in città significa migliorare l’accessibilità, ridurre lo stress alla guida e rendere più vivibili i quartieri. E quando la sicurezza aumenta, anche il consenso pubblico tende a crescere.
Tantissime auto, sempre ferme
Il rapporto Isfort analizza poi un altro aspetto chiave per capire perché il limite a 30 km/h è destinato a diffondersi: in Italia circolano 41,3 milioni di automobili, un numero enorme, quasi una per abitante. Eppure, la maggior parte di queste vetture resta ferma il 95% del tempo.
Un dato che mostra quanto il nostro modello di mobilità urbana sia inefficiente. Le città italiane sono letteralmente piene di auto che occupano spazio, generano congestione, e vengono utilizzate pochissimo. In questo contesto, la Città 30 è un segnale per ripensare un equilibrio diverso tra auto, pedoni, trasporto pubblico e micromobilità.
Andare più piano, quindi, è il primo passo verso un concetto più moderno di mobilità urbana: meno incidenti, più sicurezza, più risparmi e un ambiente più vivibile. E forse, col tempo, anche una nuova percezione dello spazio pubblico. L’Italia è pronta per questa trasformazione? I numeri dicono di sì: e la strada sembra ormai tracciata.