Clan Mannolo, pene definitive per il racket dei villaggi turistici
- Postato il 18 novembre 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 5 Visualizzazioni
Il Quotidiano del Sud
Clan Mannolo, pene definitive per il racket dei villaggi turistici

Raffica di condanne al clan Mannolo-Trapasso-Zoffreo-Falcone per il racket ai villaggi turistici sul litorale tra Crotone e Catanzaro. Al vaglio della Cassazione regge l’accusa contro il clan Mannolo di San Leonardo di Cutro.
CUTRO – Regge anche al vaglio della Cassazione l’accusa nel processo al clan Mannolo-Trapasso-Zoffreo-Falcone di San Leonardo di Cutro per il racket imposto ai villaggi turistici lungo un vasto litorale a cavallo tra le province di Crotone e Catanzaro. La pena più alta, a 10 anni e 1 mese di reclusione, inflitta all’86enne boss Alfonso Mannolo, era già divenuta definitiva, perché il capobastone ha rinunciato a proporre ricorso. Altre sei condanne sono passate in giudicato ora, respinti dagli ermellini i ricorsi difensivi.
PENE DEFINITIVE
Pene definitive, dunque, anche per Santino Caterisano (56), a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni; Albano Mannolo (55) e Leonardo Mannolo (37), a 4 anni, 1 mese e 23 giorni ciascuno; Antonio Mannolo (56), a 4 anni 5 mesi e 10 giorni; Carmelina Mannolo (59), a 9 mesi e 10 giorni (pena sospesa); Fiore Zoffreo (58), a 7 anni, 2 mesi e 20 giorni. Altri 5 imputati dovranno tornare davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro in diversa composizione ma soltanto perché siano rivalutati alcuni aspetti della sentenza, che per il resto diventa definitiva.
APPELLO BIS
I giudici hanno annullato senza rinvio la sentenza per il collaboratore di giustizia Dante Mannolo (57), in relazione ad un’accusa ormai prescritta e hanno trasmesso gli atti alla Corte d’appello bis per l’ulteriore corso. In appello, Dante Mannolo aveva concordato la pena di 3 anni e 10 giorni. In primo grado era stato condannato a 4 anni, 4 mesi e 20 giorni. Vincenzo Mercurio (33), di Botricello, ha ottenuto l’esclusione dell’aggravante mafiosa, pertanto la pena di 2 anni e 8 mesi inflittagli in Appello dovrà essere rivalutata (in primo grado ebbe 3 anni, 6 mesi e 20 giorni).
AGGRAVANTE ESCLUSA
Esclusa l’aggravante dell’associazione armata per Remo Mannolo (53). La pena di 6 anni, 11 mesi e 10 giorni dovrà essere rivalutata ma limitatamente alla specifica aggravante. Dovranno essere rivalutate anche le pene per Carmine Ranieri (47), di Botricello, già condannato a 6 anni, e Giuseppe Trapasso (38), di Cutro, in primo grado condannato a 3 anni e 4 mesi. Nei loro confronti i giudici hanno annullato con rinvio la sentenza con riferimento solo alle circostanze attenuanti.
IL CLAN MANNOLO
Il clan sanleonardese è stato colpito a più riprese negli ultimi anni. È con l’operazione Malapianta del maggio 2019 che è emerso il racket ultraventennale ai villaggi Serené e Porto Kaleo imposto dal boss Alfonso Mannolo, ormai condannato in via definitiva a 30 anni, e dai figli Remo e Dante. Quest’ultimo, collaborando con la giustizia, ha contribuito a fare luce sulla spartizione dei complessi turistici vessati. Informazioni, quelle fornite dal pentito ai pm, che si saldano a quelle offerte dai titolari di cinque impianti turistici. Ma l’apripista è stato Giovanni Notarianni, titolare di Porto Kaleo, oggi testimone di giustizia, figura chiave dell’inchiesta Malapianta. Altri imprenditori, seguendo il suo esempio, hanno poi denunciato.
RIBELLIONE AL RACKET
Così nel maggio 2022 è scattata l’operazione Jonica, con cui è stata fatta luce su un progetto estorsivo di più vasta portata che riguardava, in modo sistematico, le strutture ricettive di una grossa fetta di litorale jonico. A ciascuna famiglia era affidato un determinato villaggio da cui ricavare illecitamente proventi tramite pratiche estorsive.
Spiccava il ruolo di Alfonso Mannolo, in quanto vertice apicale della consorteria, «regista e beneficiario dell’intera vicenda estorsiva». Il figlio Dante «si occupava di percepire dazioni di denaro e rinegoziare all’occorrenza gli importi con le vittime».
Gli imputati erano difesi dagli avvocati Luigi Falcone, Giuseppe Fonte, Maria Karen Garrini, Salvatore Iannone, Piero Mancuso, Gianni Russano, Aldo Truncè.
LEGGI ANCHE: Processo Malapianta, condanna definitiva a 30 anni per il boss Mannolo
Il Quotidiano del Sud.
Clan Mannolo, pene definitive per il racket dei villaggi turistici