Quando la noia avvolge la F1: il GP d’Austria tra dominio McLaren e zero sorpassi

  • Postato il 30 giugno 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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Il GP d’Austria al Red Bull Ring si presentava con tutti gli ingredienti giusti per offrire spettacolo: rivali determinati a riscattarsi e il fascino di un circuito breve ma tecnico. E invece, ciò a cui abbiamo assistito è stato un dominio incontrastato della McLaren in una gara piatta, priva di sorpassi e colma di prevedibilità. Un déjà-vu sempre più ricorrente, che suona come un segnale d’allarme per il futuro della F1.

Noia e prevedibilità

Con il ritiro al primo giro di Max Verstappen e Kimi Antonelli, il distacco di performance tra la McLaren e il resto del gruppo si è subito capito. Partito dal primo posto, Lando Norris ha dominato senza mai essere impensierito, mentre Oscar Piastri ha gestito agevolmente la seconda posizione. Se a ciò si aggiunge che anche il nuovo distacco in classifica di 61 punti tra quest’ultimo e Verstappen, si spegne qualsiasi libido nella lotta iridata.

Il terzo posto di Charles Leclerc e il quarto di Lewis Hamilton con un vantaggio netto di 20 secondi dai primi due, è segno che la vera lotta si è ridotta a una copia speculare: McLaren contro McLaren. “Oscar ed io abbiamo affrontato una grande battaglia, che è stata molto divertente, e siamo stati in grado di massimizzare il ritmo della macchina e la strategia” il commento a fine gara di Lando Norris.

La monotonia

Se nelle edizioni precedenti l’Austria offriva emozioni, velocità e sorpassi, stavolta il dato più emblematico non è la spettacolarità in sé, ma il nulla che di fatto è accaduto. Un GP di 71 giri in cui il distacco tra leader e inseguitore è stato incolmabile, sorpassi praticamente assenti e pneumatici gestiti alla perfezione, tutti fattori che se da un lato esaltano gli ingegneri, dall’altro allontanano il pubblico.

I dati a fine gara parlano chiaro, Norris ha imposto un ritmo irraggiungibile e l’assenza totale di duelli appassionanti tra le monoposto al vertice ha trasforma il racconto della gara in un telefilm in cui il finale è già noto ben prima della griglia di partenza.

Questione McLaren

Un team dominante non è di per sé un problema, la storia ha dimostrato che le grandi lotte nascono anche dalla superiorità tecnica. Lo scorso anno fu proprio la McLaren a stravolgere il predominio Red Bull con una seconda parte della stagione degna delle pagine più belle della F1. In tanti si aspettano che anche in questo 2025 si possa ripetere il tutto, perché se il divario tecnico diventa tale da ridurre l’azione in pista a un monologo, si rischia di perdere l’appeal della competizione stessa.

Andrea Stella, team principal McLaren, continua nell’affermare che ci siano margini molto piccoli tra i team in gara: “Ci godremo il momento, ma non per molto tempo, la nostra attenzione deve passare al GP di Gran Bretagna. Vogliamo un’altra forte prestazione nella nostra gara di casa, per i nostri partner tecnici, per i nostri partner commerciali e, soprattutto, i nostri numerosi fan di Silverstone che sono stati con noi in questo straordinario viaggio“.

E mentre la McLaren si gode una stagione da incorniciare, i tifosi gridano insoddisfatti la loro insoddisfazione.

Cercasi rivali

Red Bull sembra aver capito il problema e lavora già da settimane sul degrado dei pneumatici. Ma se il vero divario riguarda la gestione delle gomme, nemmeno le rivali Ferrari e Mercedes sembrano colmare il gap. Al momento tutti sembrano condannati a inseguire, tutti incapaci di sfruttare aggiornamenti, nuovi sviluppi o strategie alternative per innescare duelli anche solo in rettilineo.

La F1 vive di rivalità, è l’elemento che storicamente alimenta la passione dei tifosi, accende le piste e rende memorabili i campionati. Eppure, in Austria lo scenario è stato desolante. Dopo anni di dominio Red Bull, l’illusione che la McLaren potesse almeno rimescolare le carte si sta rapidamente spegnendo, trasformandosi in un nuovo monologo. Dietro Norris, il vuoto.

Ferrari è afflitta da problemi cronici di prestazione, Mercedes alterna sprazzi di lucidità a weekend disastrosi, mentre Aston Martin è praticamente scomparsa dai radar. Non c’è un vero contendente, non esiste un duello ruota a ruota che duri più di qualche curva. Anche i team minori non osano più sfidare le gerarchie. Serve qualcosa o qualcuno che rompa questo equilibrio artificiale.

Effetti collaterali

Il problema della noia in pista può avere un impatto diretto sugli ascolti, meno sugli sponsor ma evidente sulla narrazione della F1. Un GP privo di sorpassi porterà inevitabilmente a un minor coinvolgimento emotivo del tifoso

Quali rimedi? Non esiste un’unica soluzione magica, ma chissà che non sia la volta buona che possa concretizzarsi sul regolamento il BoP (Balance of Performance). Sia chiaro, dove è stato già inserito, non sembra essere la panacea, vedi tra le Hypercar del FIA WEC.

Una riforma regolamentare più incisiva potrebbe ridurre il divario tra i team e favorire l’azione in pista. Nel frattempo spazio a racconti mediatici e film utili a compensare la noia della pista.

Austria campanello d’allarme

Il GP d’Austria rappresenta un momento simbolico della stagione 2025: un dominio noioso mascherato da perfezione ingegneristica. A oggi, la sensazione è che se nulla cambia, la folla possa progressivamente disinnamorarsi nuovamente della F1.

Il Red Bull Ring è sempre stato uno dei circuiti più spettacolari del calendario, ma persino qui non si è prodotto né spettacolo né tensione. Quando anche le piste falliscono nel loro obiettivo di divertire, il problema diventa strutturale. È un campanello d’allarme che Liberty Media e FIA non possono più ignorare: tra aerodinamica estrema, monoposto troppo simili e regolamenti tecnici che penalizzano l’imprevedibilità, la F1 rischia di diventare un prodotto da esposizione, bello da vedere ma privo di anima.

Il futuro del format

La F1 del 2025 è un mix ambiguo: eccellenza e noia. Senza un avversario credibile, la stagione si smorza. Se la F1 vuole conservare il suo posto sul gradino più alto dello spettacolo e nella cultura sportiva globale, deve reagire.

Il GP d’Austria ha lanciato un monito: spettacolo non significa solo velocità, ma anche lotta, incertezza, colpi di scena. E questi, di fatto, non ci sono.

In attesa di Silverstone, il giudizio è chiaro: al massimo livello la F1 rischia di diventare noiosa. E nessuno sport può sopravvivere solo grazie alla perfezione tecnica se questo significa cancellare l’adrenalina e l’imprevedibilità. Il format attuale non funziona più.

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Virgilio.it

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