Quando gli animali si ribellano: La rivoluzione poetica degli animali

  • Postato il 5 novembre 2025
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  • Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – L’uomo, lo sappiamo, sta facendo di tutto per distruggere il pianeta che lo ospita, a scapito delle specie animali che con noi popolano la Terra, della natura stessa (che quando l’essere umano sarà scomparso ci metterà ben poco a riprendere i suoi spazi) e della sua stessa esistenza.

La rivoluzione poetica degli animali, Buendia Books, immagina un futuro imprecisato (ma potrebbe non essere troppo lontano) in cui la situazione degenera e gli animali che vivono nella savana urbana (non l’uomo, ci mancherebbe) si rendono conto di essere arrivati al limite. Organizzano così una rivoluzione che parte con l’occupazione della televisione.

Valeria Bianchi Mian e Max Ponte danno vita ad una favola ecologica e di rivalsa in cui i protagonisti sono gli animali, dal giraffo Attilio, all’antilope Margherita, al leone Osvaldo (il meno propenso all’azione). E poi l’elefante Romolo, gli scimpanzè Bobo e Babù, sena dimenticare il ruolo fondamentale del coniglio Leone (già, proprio così!).

Ma gli animali non sono violenti, sono furbi e attivi, vogliosi di miglioramenti. Così la rivolta si attua con gli strumenti della cultura, dalla presa della televisione alla lingua comune, un esperanto che unisce gli esseri viventi, fino allo scontro finale, che avverrà a colpi di poesie.

L’intervista con Valeria Bianchi Mian e Max Ponte

Alla fine gli animali si sono scocciati ed hanno deciso di rivoltarsi contro gli uomini. Come nasce questa storia?

Esatto, sì, gli animali nella nostra favola sono stanchi di essere messi in fondo alla lista delle creature viventi, vogliono la parità o per lo meno il riconoscimento delle differenze. Si ribellano. Fanno la rivoluzione! Questa storia è nata da spunti di riflessione che si incontrano in un arazzo di tematiche: l’argomento antispecismo, che nella nostra visuale diventa cospecismo, e poi una riflessione sull’ego dei poeti e sulla condivisione di bellezza, una bella abitudine che richiede una certa apertura nei confronti dell’altro da sé.

Gli animali però non sono violenti e scelgono il linguaggio comune e la poesia come arma…

Gli animali non sono violenti, ma sono ribelli, vogliono usare l’istinto e l’intelligenza per sabotare il sistema, scelgono una rivolta di carattere artistico e usano il linguaggio della poesia. Il pensiero è alle rivolte dei movimenti degli anni ’60 e ’70, pensiamo anche al fenomeno degli Indiani Metropolitani. Il messaggio è quello di un pacifismo attivo, fatto di azioni, emozioni e una nuova visione, per decostruire e ricostruire il mondo.

Avete dato vita ad un gruppo di animali curiosi e caratterizzati, dal leone un po’ insofferente, alla splendida coppia antilope Margherita e giraffo Attilio. A me, per esempio, piace molto un coniglio che un nome decisamente particolare…

Il coniglio che si chiama Leone è senz’altro l’ossimoro che ci mancava. D’altronde, siamo come minimo doppi, almeno suggerisce la psicoanalisi. Tenere insieme le nostre dualità, per non dire molteplicità, è l’obiettivo che una volta raggiunto ci rende sani, anche se c’è sempre da lavorarci su. Leone è un tipo equilibrato. Ha realizzato l’incontro tra l’essere schivo per natura e il coraggio dell’avventura.

Senza scomodare i mostri sacri della letteratura mondiale (a lui non diciamo niente), c’è un po’ di Orwell nell’ispirazione di questo libro?

Trovare delle paternità è sempre difficile, prima di essere scrittori siamo dei lettori che hanno letto molto e che hanno dimenticato altrettanto. C’è un po’ di Orwell? Sicuramente, ma anche un po’ di Esopo e di Alice nel paese delle meraviglie. E tante altre suggestioni che durante i nostri percorsi e in questa narrazione si sono intrecciati.

Siamo davanti ad una favola per tutte le età? Per chi è pensato il libro?

La nostra rivoluzione è una favola che, umanizzando gli animali, come da tradizione antica, Esopo docet, cerca di raggiungere il cuore degli umani. Soprattutto di quelli, tra gli umani adulti, che hanno smesso di ascoltare e riconoscere il linguaggio di Peter Pan. Fate e folletti, così come i bambini, comprendono perfettamente le parole delle bestioline. Non dobbiamo dimenticare che noi siamo ancora animali, nonostante tutto.

Il libro è corredato anche dalle immagini di Valeria, ce le raccontate?

Le immagini di Valeria sono un arricchimento per questo libro, perché ha saputo rappresentare gli animali in modo essenziale e allo stesso tempo divertente, per cui la faccenda delle banane, come decorazioni, ci è parsa subito adorabile. Come a dire, ancora una volta alla Flaiano, “la situazione è grave ma non è seria”.

Alla fine del volume c’è spazio per il lettore per scrivere la propria poesia Metanimale. Qual è la vostra?

Ho coda fulva sinuosa e lucente / hihihi son la volpe dolce e suadente / hihihi compaio nei sogni a ispirazione / hihihi di storie e versi, di una canzone / sono Kitsune la magica idea / che della natura poesia sia la dea.

Margherita

Questa poesia è meta animale / metà animistica, fiera e ferale / in un giorno del novembre astrale / detta poesia è un fatto sinuoso e sinusoidale.

Attilio

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Quotidiano Piemontese

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