Putin capisce solo una parola: la forza. E solo la forza lo può fermare

  • Postato il 11 marzo 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Diciamo la verità, almeno fra di noi: per la maggioranza siamo un popolo abituato a saltare sul carro del vincitore. E’ la storia dell’Italia. L’hanno raccontata i romanzi e l’abbiamo vissuta sulla nostra pelle. Dal Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ai grigi giorni nostri. Una frase di uno dei personaggi del romanzo, Tancredi, racchiude una profonda e cinica verità: “tutto deve cambiare affinché niente cambi”. E mai come in questo ultimo periodo con la vittoria di Trump in America la situazione pare in completa e devastante confusione.

Mai avremmo pensato che la storia centenaria di paventata libertà e democrazia dell’America fosse cancellata in pochi minuti.
Mai avremmo potuto immaginare di vedere utilizzare la Casa Bianca come luogo di linciaggio mediatico nei confronti del presidente ucraino. Un premier che cerca in tutti i modi di non arrendersi alle bombe del criminale Putin e alle Sue continue fake news rilanciate con forza grazie alla corruzione dilagante in Europa e in America. Un popolo, quello ucraino, che è costretto non solo a subire la violenza quotidiana di Putin ma a vedere anche la realtà capovolta.

Gli ucraini vivono da anni in un clima di guerra e nonostante ciò devono ascoltare frasi contro ogni logica, tipo: non volete la pace e/o non siete riconoscenti. E queste frasi non le dice solo Putin ma ora anche Trump. E a questi si aggiungono i piccoli uomini italiani. Alcuni come il leghista, Salvini, neanche tanto italiano a dover ricordare le sue pessime frasi.

Un’altra frase celebre, questa volta di Antonio Gramsci, rimane ancor oggi attuale: “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”. Ed è proprio vero: a distanza di oltre 80 anni la situazione pare ancor oggi come un secolo fa. Quello che sta accadendo oggi è proprio questo. Un mondo fermo sulle solite logiche di potere, con i soliti personaggi politici, vedi Trump e Putin, che per mantenere ancora il loro potere cercano di cambiare tutto per poi continuare ad avere le redini in mano. E qui entra in ballo il destino dell’Europa e dell’Italia.

Sentire certi personaggi politici riempirsi la bocca di pacifismo e di filosofia è francamente vomitevole. Non se ne può più. La verità è sempre più semplice di quella che si cerca di celare o camuffare.

Il criminale Putin capisce solo una parola: la forza. Solo la forza lo può fermare. Altrimenti, come vorrebbero i grandi strateghi filo putiniani, basterebbe non aiutare più l’Ucraina e lasciare tranquillamente alla Russia la conquista. Per questo l’Europa deve crescere ed essere autonoma militarmente. Non ci sono alternative: per evitare le guerre occorre mostrare sempre i muscoli. Fare distinguo in questo momento serve solo a produrre chiacchiere. Altrimenti sarebbe come fare karate contro le bombe atomiche. Non serve a nulla.

Bisogna ritornare al sano pragmatismo. Bisogna eliminare i chiaroscuri. Bisogna mettere un punto. Putin non può bombardare una nazione sovrana. Continuiamo a sembrare quei miserabili personaggi che quando vedono picchiare un indifeso si girano e vanno via. Ci vuole coraggio e prima o poi arriverà. Se non oggi dopo sarà anche peggio. La storia ci insegna ma facciamo finta di non ricordare. E a quel punto saranno sempre le minoranze che salveranno l’Italia e l’Europa dall’Invasore. E come per magia quella maggioranza che era prima Putiniana o Trumpiana diventerà di colpo contraria.

Ci manca questo in Italia. Non a tutti per fortuna. Come sempre quelle minoranze coraggiose, solidali, umane e volenterose dovranno sobbarcarsi il peso del sacrificio anche per quelle maggioranze di inetti e lecchini del potente di turno. L’Unione ha sempre fatto la forza, sarebbe bello che per una volta quelle minoranze diventino maggioranze. Sarebbe bello vedere l’Italia capofila di questa unione per la difesa comune di tutti gli Stati Uniti europei. Altrimenti la storia sarà sempre la stessa.

Sul carro del vincitore c’è sempre posto ma chi lo guida sarà sempre lo stesso.

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Il Fatto Quotidiano

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