Ponte Morandi, spese sostenute per l’emergenza: lo Stato chiede 250 milioni agli imputati
- Postato il 20 ottobre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. Oltre 250 milioni di euro, suddivisi tra i 190 del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e 64 della presidenza del Consiglio dei ministri. A chiederli ai 56 imputati per il crollo del ponte Morandi sono gli avvocati dello Stato Giorgio Lembeck e Maria Chiara Ghia. E si tratta, occorre precisarlo solo di una parte dei danni patrimoniali patiti dallo Stato italiano: si tratta di quelli usciti e rendicontati dal fondo di emergenza nazionale e utilizzati per la gestione del disastro.
Solo questi danni vengono chiesti subito come provvisionale che dovrà essere liquidata all’esito del processo penale. Poi ci sono altri danni, sia patrimoniali, a partire dal valore del ‘bene’ perduto, vale a dire lo stesso viadotto Polcevera, che era di proprietà dello Stato, e i danni di immagine. Questi danni, di cui gli avvocato chiedono nel processo, che venga messa nero su bianco nella sentenza dei giudici la sussistenza, dovranno poi essere quantificati in sede civile.
Oltre allo Stato, oggi, a chiedere la condanna e i risarcimenti, sono state anche le altre parti civili istituzionali, vale a dire Regione Liguria e Comune di Genova. “Sia Regione sia Comune hanno subito danni immensi – sottolinea l’avvocata Alessandra Mereu – La Regione ha dovuto mobilitarsi per la viabilità alternativa di una città e di una regione spezzate in due in due, individuando soluzioni e attivando i finanziamenti del Pris”. Ci sono stati i danni al turismo, all’economia e alla stessa immagine della Regione.
E lo stesso vale per il Comune di Genova che ha dovuto sostenere “un lavoro immane per quanto riguarda l’assistenza ai cittadini, per quanto riguarda trovare soluzioni alternative residenziali per gli sfolati, l’assistenza di primo soccorso, il pagamento delle spese funebri e delle spese alberghiere a tutti i familiari delle vittime per non parlare di tutta l’attività svolta da corpo di polizia Locale per quanto riguarda la viabilità, ma anche dei servizi sociali ed educativi.
“Incommensurabili” i danni all’immagine degli enti locali coinvolti: “Abbiamo depositato una rassegna stampa che va dal giorno del crollo a oggi perché questa lesione dell’immagine va avanti ancora e forse non finirà mai”. Poi c’è un altro danno che tocca più da vicino i genovesi, i cittadini che sotto o sopra quel ponte ci passavano ogni giorno: “Era un ponte identitario per la nostra Regione e per la nostra città – spiega Mereu – era un simbolo e il suo crollo ha provocato uno choc e una sofferenza emotiva per tutti noi”.