Pochi medici e tempi d’attesa record: sanità inglese e italiana si assomigliano sempre di più
- Postato il 1 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Da anni ricevo ogni estate l’invito da parte di ospedali inglesi a trascorrere il periodo di ferie a lavorare come oculista presso le loro strutture. Mi sono sempre meravigliato di queste mail che non richiedevano particolari certezze di curriculum. Mi sembravano alla frutta. In realtà alla frutta siamo anche noi perché negli ultimi anni, e l’esperienza del Covid ne è stata la conferma, la sanità italiana pubblica è in grandi difficoltà.
Ad un mio caro paziente italiano che vive nel Regno Unito da molto tempo, al punto di averne acquisito ogni aspetto, dalla cadenza al giocare a golf fino alla fisiognomica, ho chiesto di spiegare come è organizzata la sanità inglese.
Facendo seguito alla nostra conversazione di agosto, mi scrive, sul perché il SSN (NHS in Uk) non funziona come dovrebbe nel Regno Unito, la risposta è quasi immediata: perché purtroppo non esiste la volontà di utilizzarlo come una risorsa sulla scorta del proliferare delle assicurazioni private et similia che ormai la fanno da padrone a queste latitudini.
Ciò che una volta era l’NHS è oggi percepito da tutti come un moloch incapace di muoversi e totalmente inefficiente; tempi di attesa biblici, cronica carenza di personale ed in ultimo le conseguenze della pandemia di Covid-19 hanno lasciato la struttura in ginocchio.
Va da sé che gli ultimi governi erano più interessati a raccogliere soldi con i prodotti PPE, l’ultimo scandalo della baronessa Mone (dai reggiseni ai camici sanitari!!!) si commenta da solo, ma è la costante l’insufficienza dei finanziamenti, l’aumento della domanda in modo esponenziale ed un flusso inadeguato di pazienti che stanno finendo per portare il sistema al collasso. Gli ospedali pubblici sono sovraffollati, ma la disponibilità, pensi un po’, esiste in quelli privati.
Non conosco la situazione in Italia ma in UK negli anni si è assistito ad una emorragia costante di personale che ha optato per il privato, portando ad un aumento dei tempi di attesa, un classico, ed a una pressione non indifferente sul personale che è rimasto.
Inoltre come tutte le economie occidentali, il sistema deve far fronte a una domanda senza precedenti, il backlog arretrato di pazienti è fenomenale, ma ciò che fa veramente male è l’insufficienza dei finanziamenti, ed il risultato è che i pazienti molto spesso occupano posti letto in ospedale perché non esiste la capacità fisica nelle strutture di assistenza sociale in loco. Risultato? Flusso dei pazienti enorme, non fluido come nelle strutture private, e disponibilità posti letto ridotta al minimo. Ovviamente il Covid-19 ha peggiorato non poco la situazione.
Ma quali sono le principali conseguenze per i pazienti? Beh, i tempi di attesa sono da record: i pazienti stanno riscontrando tempi di attesa significativamente più lunghi per le cure di emergenza e gli appuntamenti ospedalieri rispetto al passato (6 mesi per un controllo dal dentista nel nord del paese). Inoltre, una difficoltà di accesso alle cure: ogni giorno si sente di difficoltà nell’accesso alle cure necessarie, della difficoltà di essere ascoltati dai medici, soprattutto per condizioni complesse, ed in alcune aree (francamente fuori da Londra, la capitale si salva in corner poiché i soldi alla fine sono qui) i tassi di mortalità sono più elevati rispetto ad altri paesi dell’Europa occidentale, ma la mia opinione è che questo sia un problema molto più complesso ed in tutta onestà, legato certo alla salute di fondo ma molto più influenzato dalla disuguaglianza sociale, il che significa che se ci si può permettere il privato, si opta per quello.
Ecco mi sembrano parole che io dico da anni e che da anni scrivo qui. Il nostro sistema sanitario è al collasso e nessuno, di destra, di sinistra e nemmeno di centro di tutti i governi che si sono susseguiti vuole veramente una svolta.
Dovremmo imparare dagli altri Stati, in particolare da un popolo molto patriottico come gli inglesi, che si sono trovati ad affrontare una scelta difficile come la Brexit che ha sicuramente peggiorato la possibilità di cure pubbliche. Il nostro Paese sembra stia seguendo a ruota. Leggere le parole del mio paziente raffigura la posizione italiana che sposta l’assistenza sanitaria da una grande industria pubblica aperta a tutti ad una azienda privata a cui solo pochi potranno accedere completamente in un futuro ormai non troppo lontano.
I politici regionali, che in questi mesi si contendono lo scettro, parlano realmente di quello che vorranno fare per la sanità di tutti? Si forse parlano. Senza dire nulla.
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