Pnrr: assistenza domiciliare, la Calabria è ancora indietro

  • Postato il 17 ottobre 2025
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Pnrr: assistenza domiciliare, la Calabria è ancora indietro

Lo studio della Uil sui fondi Pnrr impegnati nell’Assistenza domiciliare integrata dimostra come la Calabria non sia ancora in linea con gli obiettivi prefissati


La Calabria ha fondi Pnrr a disposizione, una popolazione che invecchia e ancora non è «in linea con gli obiettivi prefissati» dal Pnrr sull’assistenza domiciliare integrata. Il punto lo fa ancora una volta la Uil calabrese. In Calabria al 31 dicembre 2023, sono stati censiti oltre 439 mila calabresi con età superiore ai 65 anni. L’indice di vecchiaia, si legge nel rapporto, è salito a 178,6/100 dato cresciuto di oltre 40 punti percentuale negli ultimi 10 anni, segnando un contesto in cui la domanda di assistenza a lungo termine è in forte crescita.

Di fronte all’aumento esponenziale della domanda la Calabria «non è ancora in linea con gli obiettivi prefissati». Secondo il rapporto, nel 2024 nella regione «si è registrato un +108% di pazienti assistiti con almeno una prestazione domiciliare». Questo «risultato importante» non è però sufficiente rispetto al target del «10% della popolazione in Adi entro il 2026». L’incidenza stimata dell’Adi sulla popolazione over 65 in Calabria (fonte Agenas 2024) è infatti ferma a 1,7%, evidenziando che la regione «non soddisfa l’obiettivo del 10%» del Pnrr.

LA CALABRIA HA FONDI PNRRA DISPOSIZIONE: NECESSARIO UN POTENZIAMENTO DEI SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA

A luglio 2024, la Calabria riportava «52.411 nuclei familiari coinvolti (132.851 persone)». Su un totale regionale di 45.918 nuclei assistiti, le province di Cosenza e Reggio Calabria risultano le aree con la maggiore domanda, concentrando «oltre il 63% dei nuclei Adi della regione». Cosenza è la provincia con il maggior numero: 16.711, pari al «36.39% sul totale regionale (nuclei)». Reggio Calabria registra 12.539 nuclei (27,31% del totale) e si distingue per «l’importo medio più elevato (617 euro)», cifra superiore alla media regionale di 605 euro e probabilmente legata a «casi di maggiore intensità assistenziale».

Al contrario, le province di Crotone e Vibo Valentia mostrano importi medi più bassi (587 e 584 euro rispettivamente) e «nuclei mediamente meno numerosi». Nonostante gli incrementi per la Uil «il dato quantitativo non si è tradotto in un adeguato incremento della qualità e intensità assistenziale». Primo punto «la grave carenza di organico: infermieri, Oss, terapisti sono sotto la media nazionale». Inoltre, si registra una «intensità di cura bassa», dove le prestazioni domiciliari sono spesso «episodiche, non con continuità».

Per Senese, segretario Uil Calabria e De Biase, segretario Uil pensionati Calabria, l’invecchiamento richiede «un potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare, attualmente insufficienti». La Uil chiede di intervenire per «colmare le carenze», rafforzando il supporto «alle famiglie e una maggiore tutela per i caregiver», e sollecita «rapida attuazione alla legge regionale sui caregiver».

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