Processo “Dog Center”, in appello tutti assolti: «Il fatto non sussiste»

  • Postato il 15 ottobre 2025
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Processo “Dog Center”, in appello tutti assolti: «Il fatto non sussiste»

Processo d’Appello per il canile Dog Center: nove imputati assolti per maltrattamenti e truffa. Revocata la confisca.


REGGIO CALABRIA- Non sussiste il fatto. Non costituisce reato. Non è più previsto dalla legge come reato. Tre formule, una sola direzione: la demolizione dell’impianto accusatorio costruito negli anni attorno al caso “Dog Center”. È quanto ha stabilito ieri, 14 ottobre 2025, la Corte d’Appello di Reggio Calabria, Prima Sezione penale, presieduta dal giudice Gianfranco Grillone, riformando in modo radicale la sentenza del Tribunale di Locri del 29 maggio 2024. Al centro della vicenda, la gestione del canile “Dog Center S.A.S.” di Sant’Ilario dello Ionio, struttura di proprietà di Leonzio Tedesco, finita nel mirino della Procura di Locri nel 2019 dopo una serie di denunce da parte di associazioni animaliste e successive ispezioni dei Carabinieri e del Nas.

Il processo e le assoluzioni

Il dispositivo della Corte d’Appello ha spazzato via le imputazioni più gravi, restituendo piena innocenza non solo a Tedesco, ma anche a otto coimputati tra medici veterinari, operatori e collaboratori.Tra gli assolti figurano Santi Spadaro, direttore sanitario del canile difeso dall’ avvocato Domenico Albanese, e i veterinari dell’Asl: Giuseppe Rocco Giugno, difeso dall’avvocato Giuseppe Sgambellone e Mario Marroni (avvocato Domenico Coco). La Corte d’Appello reggina ha sentenziato l’assoluzione anche: Giorgia Tedesco, (avvocato Francesco Commisso), Francesco Mediati (avvocato Giuseppe Frammartino) Beniamino Macrì, Pasquale Scarfò (avvocato Pasquale Filippone) e Sergio Marasco (difeso dagli avvocati Giovanbattista Romeo e Paolo Carnuccio).

PROCESSO “dOG CENTER” I capi d’accusa crollano in aula: ASSOLTI

L’inchiesta originaria aveva coinvolto 17 persone per reati che andavano dal maltrattamento di animali in concorso alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, fino all’abuso d’ufficio. Secondo la ricostruzione accusatoria, all’interno della struttura si sarebbero verificati episodi di «sevizie e maltrattamenti» ai danni dei cani, oltre a gravi irregolarità sanitarie. La Corte, tuttavia, ha ribaltato completamente il quadro: per i reati di maltrattamento, truffa e violazione di sigilli è stata pronunciata l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

LEGGI ANCHE: Canile trasformato in un lager nel Reggino, 17 indagati

REVOCATA LA CONFISCA E LE STATUIZIONI CIVILI

L’effetto più immediato e materiale della riforma è la revoca della confisca del canile, disponendo l’immediata restituzione di tutti i beni in sequestro agli aventi diritto. Il sequestro, avvenuto nel maggio 2024, viene quindi ritirato. Per Leonzio Tedesco, il principale indagato, difeso dall’avvocato Giuseppe Perrone, rimane solo una pena rideterminata a 3.000,00 euro di ammenda per i residui capi d’accusa minori, previa concessione delle attenuanti generiche. Inoltre, l’Appello della parte civile, l’Associazione Comitato Nazionale U.G.D.A. Odv, è stato dichiarato inammissibile, e tutte le statuizioni civili precedentemente disposte vengono revocate.

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