Plug-in Hybrid, più elettrico di quanto si pensi. L’evoluzione della mobilità in una ricerca Toyota
- Postato il 24 giugno 2025
- Fatti A Motore
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nel panorama in continua trasformazione dell’automotive, l’ibrido – e in questo caso il Plug-in Hybrid – si conferma protagonista. Una tecnologia che, a differenza dell’elettrico puro, offre una soluzione concreta, flessibile e già accessibile alla transizione energetica. A sostenerlo non sono solo gli spot pubblicitari, ma studi scientifici e indagini di mercato che misurano con dati alla mano consumi, emissioni, costi e reali abitudini di guida.
A tale proposito, Toyota ha recentemente commissionato uno studio al Centro CARe (Università Guglielmo Marconi), ENEA e Università di Firenze, mettendo a confronto su strada otto Toyota C-HR, in versione Plug-in Hybrid e Full Hybrid, per quasi 30.000 chilometri. L’obiettivo: valutare concretamente vantaggi, limiti e convenienza del sistema Plug-in.
Lo studio ha confermato le potenzialità del Plug-in Hybrid, specie se le batterie vengono ricaricate con continuità. I dati parlano chiaro: fino a 95,6 km di autonomia in elettrico reale in città per il Toyota C-HR Plug-in Hybrid, con consumi medi in modalità ibrida solo leggermente superiori (+4%) al Full Hybrid equivalente, e persino inferiori su tratti autostradali. L’efficienza del sistema permette un costo per km in modalità EV quasi dimezzato rispetto all’utilizzo in modalità benzina.
In pratica, se ricaricata regolarmente, una Plug-in si comporta come un’elettrica urbana e garantisce le prestazioni e la tranquillità di un motore termico quando serve. Per questo Toyota sostiene che oggi il Plug-in sia pronto per il mercato: percorrenze elettriche compatibili con la vita quotidiana (oltre 50 km reali), emissioni contenute (17 g/km di CO2), e in alcuni casi, prezzo allineato alle versioni Full Hybrid.
Nel contesto del mercato ibrido italiano, i dati mostrano un’offerta sempre più ampia e variegata: la maggior parte dei modelli è ancora Mild o Full Hybrid, ma cresce il peso delle Plug-in. In particolare, la distinzione tra le varie tipologie di ibrido non è sempre chiara né al pubblico né ai decisori politici, creando confusione e ostacolando scelte informate. Per questo motivo, si fa strada la proposta di parametri più trasparenti per valutare il reale grado di elettrificazione di ciascun modello.
Nel confronto diretto, il Toyota C-HR Plug-in Hybrid si è dimostrato superiore in diversi ambiti rispetto al Full Hybrid. Se utilizzato in modalità EV, il Plug-in offre un costo chilometrico nettamente inferiore e permette di viaggiare a zero emissioni per oltre 90 km in ambito urbano. Anche in autostrada, dove l’efficienza elettrica viene meno, il Plug-in si è comportato sorprendentemente bene, offrendo consumi comparabili – e talvolta inferiori – al Full Hybrid. Full Hybrid che tuttavia resta una scelta valida per chi non ha la possibilità di ricaricare regolarmente. Ma quando si può sfruttare l’alimentazione elettrica, la Plug-in rappresenta una vera alternativa alla mobilità elettrica pura, con tutti i vantaggi di flessibilità e autonomia di un’auto termica.
L’esperienza degli oltre 100 guidatori coinvolti nella sperimentazione ha dimostrato che il comportamento reale dei due sistemi varia più per lo stile di guida e le abitudini di ricarica che per limiti tecnici intrinseci. Questo rafforza l’idea che il Plug-in, se usato in modo corretto, sia oggi la soluzione più completa sul mercato.
Le nuove generazioni di PHEV, le cosiddette “super plug-in“, offrono ormai percorrenze elettriche superiori ai 100 km, ricariche veloci e prestazioni elevate. Alcuni modelli superano persino i 140 km in elettrico, sfumando il confine con l’elettrico ad autonomia estesa. Questo impone alle istituzioni di definire confini, ruoli e benefici normativi in modo chiaro e realistico.
In attesa di una regolamentazione condivisa, il mercato sembra premiare le soluzioni più versatili e coerenti con l’uso quotidiano. E Toyota – da sempre pioniera dell’ibrido – scommette ora sul Plug-in come soluzione concreta e matura: un ponte tra la mobilità tradizionale e quella a zero emissioni. Con un vantaggio in più: la libertà di scegliere quando essere elettrici.
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