1000 Miglia 2025, si chiude il rito collettivo della Freccia Rossa. Vince l’Alfa Romeo 6C 1750 SS del 1929
- Postato il 21 giugno 2025
- Fatti A Motore
- Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo cinque giornate intense, 1900 chilometri di strade percorse e oltre 400 auto storiche in gara, la Mille Miglia 2025 ha chiuso il sipario a Brescia, dove tutto era cominciato. Lo ha fatto come sempre: con la folla in festa e con un podio che, ancora una volta, porta i nomi di Andrea Vesco e Fabio Salvinelli. I due, a bordo della loro Alfa Romeo 6C 1750 SS del 1929, hanno conquistato la loro sesta vittoria consecutiva, imprimendo ancora una volta la loro firma sulla corsa più affascinante del mondo.
Dietro di loro, due equipaggi argentini – Erejomovich-Llanos e Tonconogy-Ruffini – a testimoniare quanto la Freccia Rossa sia ormai un evento di respiro internazionale. Ma la Mille Miglia non è solo una gara: è un rito collettivo che ogni anno attraversa l’Italia e il suo immaginario, connettendo passato e presente, tradizione e innovazione.
L’edizione 2025 ha riproposto un itinerario a forma di “otto”, evocativo delle storiche corse anteguerra. Il tracciato ha unito simbolicamente l’Adriatico al Tirreno, disegnando una geografia dell’anima attraverso le vene dell’Italia minore: borghi dimenticati, passi montani, curve solitarie, piazze brulicanti di entusiasmo.
Ogni tappa ha restituito un’istantanea unica: la luce che accarezza il Castello Estense di Ferrara, l’alba sulle pietre di Roma, il saluto silenzioso della Val d’Orcia, le emozioni raccolte a Orvieto e Arezzo, lo spettacolo della Versilia e il passaggio suggestivo all’interno dell’Accademia Navale di Livorno. Poi, la risalita verso il Nord: Cervia, Cremona, Franciacorta. Infine, il ritorno a Brescia, in un’esplosione di musica, applausi e commozione.
A prendere parte al corteo motoristico più affascinante d’Italia sono state 430 vetture d’epoca costruite tra il 1927 e il 1957, affiancate dai 123 modelli del Ferrari Tribute, dalle vetture green della 1000 Miglia Green – vinta quest’anno da Magni e Giavardi su Polestar 4 – e persino da auto a guida autonoma del Politecnico di Milano.
Una flotta eterogenea, simbolo di un’Italia che sa guardare avanti senza dimenticare le proprie radici. E dietro ogni bolide, una macchina organizzativa all’altezza: oltre 4000 persone tra volontari, staff medico, tecnico e sportivo hanno garantito fluidità, sicurezza e accoglienza in ogni momento della corsa.
La Mille Miglia è anche cultura, solidarietà, memoria. Tra talk show come “1000 Forme – Disegnate per vincere” e iniziative benefiche come la 1000 Miglia Charity Car – impegnata nella raccolta fondi per un ecografo destinato all’Ospedale dei Bambini – l’evento si conferma un’esperienza totale. Un appuntamento che unisce spettatori e partecipanti, dai bambini che sventolano bandiere lungo il percorso agli anziani che ricordano le gesta di Nuvolari.
Quando l’ultima auto ha attraversato il traguardo di Viale Venezia, non è finita davvero. L’organizzazione ha già lo sguardo rivolto al futuro, con l’obiettivo di ampliare l’ecosistema della 1000 Miglia: più sostenibilità, più giovani coinvolti, più sinergie tra territori.
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