Pfas trovati nelle acque di scolo della Pedemontana Veneta. Rischio di “imminente impatto ambientale”

  • Postato il 25 luglio 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Ci sono Pfas inquinanti nelle acque di scolo della Pedemontana Veneta. Lo attestano Ispra e Arpav, le agenzie ambientali che hanno competenza in Italia e in Veneto. Tutto è iniziato da un esposto di Covepa, il Comitato Veneto Pedemontana Alternativa. Un anno e mezzo fa scritto al ministero dell’Ambiente, chiedendo di indagare sugli scarichi d’acqua di drenaggio delle gallerie di Malo e Sant’Urbano della superstrada che attraversa due tra le province più produttive d’Italia, quelle di Vicenza e Treviso.

Il ministero ha chiesto a Ispra ed Arpav una relazione tecnico-scientifica di “valutazione e quantificazione del danno ambientale” riferito alla presenza di Pfas. Adesso è arrivato un responso allarmante. C’è rischio di “imminente danno ambientale” perché le acque di falda sarebbero contaminate da Pfba, l’acido perfluoro-butanoico un composto chimico che fa parte della famiglia dei Pfas. L’avvertimento è che occorre potenziare filtri e impianti di depurazione, per proteggere sia le acque superficiali che quelle profonde da cui attingono i nuovi acquedotti delle province di Padova e Vicenza.

La causa non è una novità, ma adesso ne vengono certificati gli effetti in una relazione di una settantina di pagine. Nello scavo delle gallerie era stato utilizzato un accelerante di presa, contenuto nel calcestruzzo con Pfba. Era servito per realizzare la “centina” di sostegno della volta. Una volta demolita era stata interrata. Di qui la diffusione nel terreno e dal terreno alle acque.

Ispra scrive: “Le acque di drenaggio in uscita dalle gallerie di Malo e di Sant’Urbano rappresentano delle fonti, tuttora attive, di inquinamento da Pfba delle acque superficiali e sotterranee e, inoltre, il Pfba è individuabile come fattore di potenziale danno ambientale alle acque superficiali, in quanto suscettibile di incidere sullo stato ecologico delle stesse, nonché sullo stato di qualità delle acque sotterranee destinate ad uso potabile”. Il rapporto non individua al momento un “danno o minaccia imminente di danno ambientale”, bensì una potenziale “minaccia imminente”. Gli interventi andrebbero fatti non solo sulle acque di drenaggio delle gallerie, ma anche sulle acque dei torrenti Poscola e Giara-Orolo.

Il gruppo del Pd in consiglio regionale ha presentato una mozione con Vanessa Camani, capogruppo regionale, e la consigliera Chiara Luisetto: “Dall’analisi dei dati raccolti, oltre ai rilevanti costi che gravano e che graveranno pesantemente sul bilancio regionale, la Pedemontana rischia di avere anche un impatto sulla salute dei cittadini, in particolare del Vicentino e del Padovano. Chiediamo alla giunta di fare chiarezza e intervenire prontamente”.

La replica della Regione: “Gli impianti di trattamento sono pienamente operativi e costantemente monitorati, abbiamo appena trasmesso un nuovo e complesso studio di impatto ambientale al ministero e tracce di Pfba sono state rilevate anche in altri ambiti infrastrutturali del territorio veneto, in particolare in opere gestite da Anas”. In un comunicato spiega di aver imposto nel 2021 a Sis, il gruppo che ha costruito la Pedemontana, di non utilizzare più quel materiale e di posizionare filtri a carboni attivi per ridurre la contaminazione. Inoltre ha inviato una segnalazione alla Procura della Repubblica di Vicenza che sta indagando. “Gli organismi tecnici regionali, a partire da Arpav, hanno attivato fin dall’inizio e con solerzia tutte le opportune analisi e verifiche ambientali previste e necessarie. Il monitoraggio è costante”.

Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde: “Nel gennaio 2024 avevo presentato alla giunta regionale un’interrogazione: acque di drenaggio della galleria di Malo stanno contaminando da anni corsi d’acqua e falde . La Regione intende imporre una bonifica e rivalersi sui colpevoli di tale scempio? Non mi hanno mai risposto”.

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Il Fatto Quotidiano

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