Perché decisi di non tentare di uccidere i seviziatori di mia madre
- Postato il 9 marzo 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Lasciare andare l’odio è la medicina che Gesù ci propone. I cristiani che coltivano l’odio non sono cristiani!
“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” dice Gesù mentre è appeso alla croce. Essendo crocifisso aveva una buona ragione per essere irritato. Io invidio i cristiani, hanno un Dio che ordina loro di smettere di odiare. Io invece sono cresciuto in una famiglia con due nonni, Felice Fo e Pina Rota, che erano nella Resistenza e con storie di partigiani dalla mattina alla sera. E film western… In famiglia erano in pochi a praticare il perdono. E in effetti non riesco a immaginare come potrei perdonare i fascisti che hanno rapito mia madre.
Negli anni ‘90 dall’inchiesta del giudice Salvini saltò fuori che il rapimento di mia madre era stato orchestrato dai “servizi segreti deviati”, e alcuni nomi. I reati erano caduti in prescrizione e sinceramente passai un paio di giorni a pensare di andare a Milano con un cacciavite arrugginito e dare loro una pietosa, lenta e dolorosa morte. Ma avevo avuto 30 anni di tempo per riflettere sulla natura dello stupro e della tortura. Una notte, cercando di consolare mia madre in preda agli incubi, le dissi che quegli esseri avrebbero avuto una vita infame perché gente incapace di provare pietà non riesce ad amare veramente niente. Mia madre si era messa a gridare che non capivo: “Loro si sono divertiti con me!”. Frase tremenda. La pensano così molte donne che hanno subito violenza…
Ma all’inizio degli anni ’80 arrivarono i resoconti del lavoro di gruppi di psicologhe statunitensi che avevano studiato il comportamento di serial killer e stupratori. Erano arrivati alla conclusione che durante le loro violenze non provavano nessun piacere. Compiono quegli orrori per fermare un dolore interiore costante. Oggi abbiamo la certezza che sia così grazie alla scoperta dei neuroni a specchio. Oggi sappiamo che se vedo una persona ridere, si attivano i muscoli e le aree della mente che mobilito quando io rido. E questo è piacevole. E se vedo una persona piangere succede la stessa cosa. Ma non è piacevole.
Questa scoperta rovescia l’idea della crudeltà umana. Praticando la violenza vivi empaticamente il dolore della tua vittima! E allora questi stupratori come fanno? Sono persone spaccate, rotte, hanno subito un tale livello di deprivazione affettiva che i loro neuroni a specchio non funzionano più. Ma se annichilisci i neuroni a specchio distruggi la tua sensibilità emotiva.
Ora ti prego di immaginare che cosa resterebbe della tua vita se tu non sentissi più le emozioni e fossi incapace di provare empatia! La percezione delle emozioni è inscindibile dal piacere.
Gli spaghetti sono deliziosi non solo perché hanno un buon sapore, ma perché l’aspetto gustativo è fuso con una serie di esperienze emotive. Ogni volta che mangio gli spaghetti al pomodoro mi ricordo di mio padre che li cucinava quando aveva mal di stomaco: erano una cura. Risento il sapore della salsa di pomodoro cucinata da mia nonna e l’amore con il quale mi imboccava… Le emozioni che ricordo sono il foglio multicolore sul quale sono disegnati i sapori. Non esiste bellezza del tramonto, tenerezza con i figli, trascesi dell’arte, armonia della musica se la parte emotiva della tua mente è stata uccisa. E cosa può essere peggio di vivere senza emozioni? Chiusi in un sarcofago di ossa senza poter sentire il canto delle emozioni? Vivere morti dentro. Vuoti, alienati, macchine di carne.
Ecco. Per questo motivo io decisi di non cercare di uccidere i seviziatori di mia madre, anzi pregai che campassero a lungo e che prima di morire potessero rendersi conto di aver sprecato la loro vita.
Non esiste punizione peggiore del comprendere che potevi vivere e invece hai sprecato la tua unica possibilità. Questa è la vendetta. Lasciare questi mostri in balia di loro stessi. Non ho cancellato l’odio dal mio cuore. Io odio ancora. Ma meno, e non tutti i giorni.
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