Per Gaza si parla di crimini di guerra, ma questa definizione è incongrua: per me è genocidio
- Postato il 14 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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di Pietro Francesco Maria De Sarlo
In un articolo di Onu Italia, viene dato conto dei risultati della commissione di inchiesta presieduta da Navi Pillay, ex giudice Cpi, in cui si accusa Israele di aver compiuto ‘atti di genocidio’. La professoressa Michela Ponzani, che in passato non aveva esitato giustamente a definire genocidio quello degli armeni con 30.000 vittime, in un confronto televisivo con il professor Orsini aveva contestato che le 70-80 mila vittime palestinesi fossero frutto non tanto di genocidio, quanto di crimini di guerra.
Da ingegnere e uomo della strada, mi interessa poco come viene definito l’orrore a cui assistiamo indifferenti ogni giorno a Gaza. Mi stupisce, però, l’assertività con cui la storica Ponzani contesta il termine genocidio per Gaza. Per mio canto la sua definizione di crimini di guerra per la mattanza in corso mi pare incongrua. Per i miei ricordi di scuola media e del ginnasio il termine guerra implica una dimensione epica che a Gaza non vedo. Nella guerra Ucraina-Russia abbondano vittime e atti di eroismo che saranno oggetto della narrazione identitaria di entrambi i popoli. Come noi ricordiamo gli eroi della Resistenza o del Piave che mormorava calmo e placido al passaggio. Ma a Gaza, professoressa Ponzani, dove è la dimensione epica della guerra? Dove sono “Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori, le cortesie, le audaci imprese”? A Gaza non ci sono! Ci sono dei travet dell’orrore. Piloti che escono la mattina di casa e senza alcun rischio, protetti come sono dalle migliori tecnologie occidentali americane ed europee, salgono su aerei pieni di bombe e le gettano su ospedali, scuole, campi profughi, compiendo strage di una popolazione indifesa.
Ci sono dei… non so come chiamarli, sicuramente non uomini o donne o guerrieri, che su dei carrarmati e senza necessità di protezione, tanto è inerme la popolazione di Gaza, compiono cecchinaggio e sparano su bambini assediati dalla fame.
Trump vuole deportare – va bene il termine, professoressa? – la popolazione gazawa. Gli israeliani contenti rendono la vita impossibile e la morte possibilissima dei civili per cacciarli dalle loro case distrutte. Parlo di israeliani, non di Netanyahu, perché a gettare bombe e a sparare sui civili a Gaza c’è l’intero esercito, fatto di donne e uomini che non so come facciano a dormire la notte dopo gli assassini perpetrati di giorno, di una nazione che ha smarrito ogni tratto di umanità.
Non serve parlare di Hamas, ormai quasi inesistente, perché se andiamo a via Rasella per celebrare ogni anno l’orrore della rappresaglia nazista non vedo come possiamo giustificare l’orrore della rappresaglia genocida degli israeliani e in quale altro modo chiamarla. Così come non giustificheremmo mai una forza di polizia che per liberare una banca dai banditi uccidesse ostaggi e banditi e radesse al suolo l’intero edificio con dentro tutti.
«Se il mondo osservasse in diretta streaming e in tempo reale lo sterminio sistematico degli ebrei, non ci sarebbe alcun dibattito se ciò costituisca terrorismo o genocidio.» [@susanabulhawa]
Nel video, che non avevo ancora visto, @rulajebreal non avrebbe potuto usare parole… pic.twitter.com/aIry1R2cIe
— Malgradotutto (@malgradotutto) May 11, 2025
Io penso che tutti i tedeschi furono complici dell’Olocausto, così come tutti gli italiani furono complici delle leggi razziali per il semplice fatto che non si opposero e che fecero finta di non vedere, con l’unica attenuante di vivere in una dittatura. Ma oggi opporsi non comporta rischi, visto che definiamo Israele una democrazia, e non si può far finta di non vedere quello che accade in mondovisione.
Nel finale del film La vita è bella di Benigni gli ebrei vengono liberati dal campi di sterminio da un carro armato americano. La verità storica è diversa: furono i russi a farlo. Ma noi occidentali ricostruiamo la storia a nostro uso e consumo, perché l’umanità e il bello appartengono solo a noi. E quando i cattivi siamo noi, proprio non ci riesce di usare le parole giuste.
Professoressa, mi dia una parola per definire la vile complicità delle istituzioni italiane e degli altri paesi europei con Israele.
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