Pensioni, altra proposta di FdI: si potranno riscattare gli stage, ma a proprie spese
- Postato il 21 novembre 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
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Sulle pensioni il centrodestra ne ha pensata un’altra: vuole permettere, a chi ha svolto un tirocinio formativo, di “riscattare” il periodo di stage, pagandosi da solo i contributi e facendoli quindi valere per il calcolo della futura pensione. La norma è contenuta in un emendamento alla Manovra presentata da una truppa di senatori di Fratelli d’Italia, con prima firmataria l’onorevole Vita Maria Nocco. Il riscatto sarebbe quindi oneroso per il lavoratore, come già oggi avviene per la laurea, e anche sottoposto a stringenti requisiti: sarà possibile attivarlo, secondo la proposta, solo a patto di aver trovato un lavoro entro sei mesi dopo la fine dello stage.
Insomma, la norma punta – in determinate condizioni – a estendere ai tirocini extra-curricolari lo strumento che oggi è già previsto per il periodo di studi universitari, per l’appunto il riscatto della laurea. Questa novità si applicherebbe solo agli stage “non soggetti a obbligo contributivo e che non siano già coperti da contribuzione”, dice la proposta dei senatori FdI. Prevede inoltre un periodo massimo riscattabile pari a 24 mesi, con opzione di pagamento in unica soluzione o fino a 120 rate. L’emendamento contempla anche la possibilità che sia il datore di lavoro a versare le rate del riscatto, ma solo formalmente perché in realtà, anche in quel caso, sarebbe il lavoratore stesso a pagare devolvendo i premi di produzione che gli spettano.
“In tale caso – dice infatti l’emendamento – l’onere è deducibile dal reddito di impresa e di lavoro autonomo”. Insomma, il lavoratore ci rimette il suo premio, il datore non ci rimette nulla e anzi ottiene un vantaggio sul piano fiscale girando semplicemente all’Inps le somme per il riscatto di un precedente periodo di tirocinio del dipendente. L’emendamento propone includere tra i periodi riscattabili anche quelli trascorsi nella frequentazione di corsi di formazione per ottenere titoli professionali. Il meccanismo sarebbe lo stesso. Lo scorso anno, invece, il Movimento Cinque Stelle aveva presentato una proposta simile ma di tutt’altro tenore: i pentastellati chiedevano di riconoscere i contributi figurativi per i tirocini curricolari, senza oneri per i lavoratori, a patto che questi poi abbiano almeno cinque anni di lavoro.
È infatti molto critico il Movimento Cinque Stelle sulla proposta: “È uno specchietto per le allodole, per dirla con un’espressione cara alla premier Meloni” dice il senatore Orfeo Mazzella: “La difficoltà dei giovani di entrare nel mondo del lavoro è nota: mettere fra i requisiti l’obbligo di aver trovato un impiego entro sei mesi dalla fine del tirocinio la rende, nella gran parte dei casi, inapplicabile. Ma lo si capisce anche dalle coperture indicate: appena 2 milioni l’anno per tre anni. Se FdI vuole davvero fare qualcosa di concreto su questo fronte voti il nostro ddl: aboliamo gli stage gratuiti e riconosciamo tali periodi ai fini pensionistici”.
La norma messa sul tavolo da Fratelli d’Italia è concepita con la stessa filosofia di altre proposte analoghe presentate a fine estate dalla Lega, e non accolte in legge di Bilancio. Le idee del Carroccio prevedevano per esempio l’obbligo per i giovani di devolvere il trattamento di fine rapporto ai fondi pensione privato. Quindi, pur essendo una proposta differente, aveva lo stesso scopo: aumentare i contributi pagati dai giovani e quindi “facilitare” l’accesso alla futura pensione. Questo in considerazione del fatto che le regole per la pensione contributiva penalizzano chi ha avuto un ingresso lento nel mercato del lavoro, una carriera precaria e discontinua, oltre che bassi salari.
Il problema è che tutte queste proposte fanno comunque ricadere sui giovani stessi gli oneri. Insomma, qualunque strumento proposto va comunque pagato di tasca propria. L’emendamento alla legge di Bilancio suggerito da Fratelli d’Italia, infatti, non tutela quelli con carriere frammentate e buchi contributivi, ma favorisce chi se la passa meglio. Infatti, come specificato prima, il requisiti è avere ottenuto un’assunzione massimo sei mesi dopo la fine del tirocinio. Inoltre, dato che il riscatto è costoso, sarà azionabile solo da chi se lo può permettere, anche grazie alla famiglia in cui vive.
Insomma, il problema dell’accesso alla pensione per i più fragili del mercato del lavoro resterebbe anche se fossero approvate tutte queste novità. Sono tutti pagliuzze che tendono a nascondere la trave: la promessa tradita, da parte del centrodestra, di cancellare la legge Fornero, che in realtà in questi anni è stata addirittura aggravata. La manovra uscita dal Consiglio dei ministri ha confermato, per gennaio 2027, l’aumento dell’età pensionabile. Sarà di un mese, per poi crescere di altri due mesi nel 2028. Dall’inasprimento saranno esclusi solo i lavoratori usuranti e gravosi. In queste ore di trattativa interna alla maggioranza che accompagna il passaggio parlamentare della legge di Bilancio, prosegue il pressing per disinnescare l’aumento.
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