Pedofilia, persone lgbt e donne diacono: Prevost si dimostra ultra conservatore. È già finita la presunta continuità con Bergoglio

  • Postato il 18 settembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Continuità addio. Su pedofilia, lgbt e diaconato femminile si inizia a registrare il divario totale tra Francesco e Leone XIV. È quello che emerge dall’intervista a Prevost pubblicata nel volume León XIV. Ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI della vaticanista di Crux, Elise Ann Allen. Posizioni che fanno comprendere maggiormente perché i cardinali conservatori, acerrimi nemici di Bergoglio, in conclave si sono schierati fin da subito a favore della candidatura di Prevost. Quelli stessi porporati che oggi, all’interno della Curia romana, vengono visti come gli “azionisti di maggioranza” del pontificato di Leone XIV. La distanza notevole tra i due ultimi papi si registra innanzitutto sul tema della pedofilia. Un Prevost molto “garantista”, soprattutto nella gestione delle denunce.

Il Papa, infatti, ribadisce “grande rispetto” per gli abusati, citando le statistiche che mostrano che “oltre il 90% delle persone che si fanno avanti e muovono accuse sono autentiche vittime”. Ci sono, però, secondo Prevost, “casi comprovati di qualche falsa accusa” e ad alcuni sacerdoti “è stata distrutta la vita”. L’accusa “non annulla la presunzione di innocenza”, osserva il Papa, sostenendo che “anche i sacerdoti devono essere protetti, o l’accusato deve essere protetto, i suoi diritti devono essere rispettati. Ma anche dirlo a volte è causa di maggiore sofferenza per le vittime”. Però c’è di più. Leone XIV afferma che “la questione degli abusi sessuali non può diventare il fulcro della Chiesa. La stragrande maggioranza delle persone impegnate nella Chiesa, sacerdoti, vescovi e religiosi, non ha mai abusato di nessuno. Quindi, non possiamo far sì che l’intera Chiesa si concentri esclusivamente su questo tema”. Molti osservatori ricordano che una delle critiche più feroci che nella Curia romana era stata fatta contro Francesco era proprio che sarebbe passato alla storia come “il Papa della pedofilia” per la sua costante condanna, con parole molto forti e norme inedite e stringenti, degli abusi. Il rischio adesso è che si possa ritornare alla mentalità dominante durante il pontificato di san Giovanni Paolo II con un’eccessiva tutela per i preti accusati e una scarsa attenzione per le vittime.

Notevole distanza anche sulle persone lgbt. Se da un lato Leone XIV ribadisce che la Chiesa continua a essere aperta a “tutti, tutti, tutti”, come disse Bergoglio nella Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, nel 2023, dall’altro afferma: “Trovo altamente improbabile, certamente nel prossimo futuro, che la dottrina della Chiesa, in termini di ciò che insegna sulla sessualità, ciò che la Chiesa insegna sul matrimonio, cambierà”. E aggiunge: “Ho già parlato di matrimonio, come ha fatto Papa Francesco quando era Papa, di una famiglia composta da un uomo e una donna in un impegno solenne, benedetti nel sacramento del matrimonio. Ma anche solo dirlo, capisco che alcuni lo prenderanno male”. Chiusura netta al diaconato femminile. Un tema che è stato presente, quasi costantemente, nei dodici anni di pontificato di Bergoglio. Francesco lo aveva fatto studiare più volte, senza, però, che si arrivasse a una decisione. “Al momento – afferma Prevost – non ho intenzione di cambiare l’insegnamento della Chiesa sull’argomento. Credo che ci siano alcune domande precedenti che devono essere poste. Ci sono parti del mondo che non hanno mai veramente promosso il diaconato permanente, e questo di per sé è diventato una domanda: perché dovremmo parlare di ordinare donne al diaconato se il diaconato stesso non è ancora adeguatamente compreso, sviluppato e promosso all’interno della Chiesa?”.

Nell’intervista, Leone XIV si sofferma anche sulla drammatica situazione di Gaza. “La parola genocidio – afferma il Papa – viene usata sempre più spesso. Ufficialmente, la Santa Sede non ritiene che si possa fare alcuna dichiarazione in merito in questo momento. Esiste una definizione molto tecnica di cosa potrebbe essere il genocidio, ma sempre più persone sollevano la questione, tra cui due gruppi per i diritti umani in Israele che hanno rilasciato questa dichiarazione”. Prevost ricorda che Israele non risponde neanche agli appelli degli Usa: “Anche con una certa pressione, non so quanto grande sia stata dietro le quinte, ma anche dagli Stati Uniti, che sono ovviamente la terza parte più importante che può esercitare pressioni su Israele. Nonostante alcune dichiarazioni molto chiare del governo degli Stati Uniti, recentemente del presidente Trump, non c’è stata una risposta chiara in termini di ricerca di modi efficaci per alleviare le sofferenze della popolazione, degli innocenti di Gaza, e questo è ovviamente motivo di grande preoccupazione”. Leone XIV parla di un futuro “molto difficile”, “soprattutto per i bambini” che soffrono non solo la povertà, ma “addirittura anche la fame” e non basterà dare loro solo del cibo. “Avranno bisogno – aggiunge il Papa – di molto aiuto, assistenza medica e aiuti umanitari, per ribaltare davvero la situazione, e al momento sembra ancora molto, molto grave”.

“È semplicemente orribile – prosegue Prevost – vedere le immagini che vediamo in televisione, speriamo che qualcosa cambi la situazione. Speriamo di non diventare insensibili. Questa è una sorta di risposta umana, perché si può sopportare solo un certo livello di dolore, quindi l’insensibilità è un modo per attutire i nervi e dire: ‘Non ne posso più’, così il dolore si ferma. Penso certamente che gli esseri umani, e come risposta cristiana, non possiamo diventare insensibili e non possiamo ignorare questo. In qualche modo, dobbiamo continuare a insistere, per cercare di apportare un cambiamento”. Infine, sui migranti, il Papa afferma che “negli Stati Uniti stanno accadendo alcune cose che destano preoccupazione. In una delle ultime conversazioni che ho avuto con il vicepresidente degli Stati Uniti (James David Vance, ndr) – non ho avuto conversazioni dirette con il presidente (Donald Trump, ndr) né l’ho incontrato – ho parlato della dignità umana e di quanto sia importante per tutte le persone, ovunque si nasca, e spero che si trovino modi per rispettare gli esseri umani e il modo in cui li trattiamo nelle politiche e nelle scelte che facciamo”. E aggiunge: “Una cosa che Francesco ha fatto verso la fine del suo pontificato, e che ritengo molto significativa, è stata la lettera che ha scritto sulla questione del trattamento degli immigrati. Sono stato molto contento di vedere come i vescovi americani abbiano recepito questa idea, e alcuni di loro sono stati abbastanza coraggiosi da seguirla. Penso che questo approccio, in generale, sia migliore, ovvero che mi impegni principalmente con i vescovi”, piuttosto che intervenire sulla questione direttamente con i leader politici. E conclude: “Gli Stati Uniti sono un attore potente a livello mondiale, dobbiamo riconoscerlo, e a volte le decisioni vengono prese più in base all’economia che alla dignità umana”.

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