Papa Francesco star dei social: dai 40 milioni di follower al debutto su TikTok. Ma diceva: “Provocano putrefazione cerebrale”

  • Postato il 21 aprile 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un Pontefice che si definiva “un nonno”, confessando di essere “molto distante dalle nuove tecnologie” e di non guardare la televisione dal 1990 per un voto mariano. Eppure, Papa Francesco, scomparso all’età di 88 anni, è stato senza dubbio il primo vero Papa “social”, un comunicatore straordinario capace di sfruttare con intelligenza e umanità la potenza dei nuovi media per portare il suo messaggio “sin dentro le case dei fedeli“. Dai tweet quotidiani ai selfie con i pellegrini, fino allo sbarco su TikTok, Bergoglio ha rivoluzionato la comunicazione pontificia, trasformando gli account vaticani in strumenti potenti di evangelizzazione e dialogo globale.

@Pontifex: un successo globale su X
L’eredità digitale più evidente è l’account @Pontifex su X (ex Twitter). Aperto nel dicembre 2012 per volere di Benedetto XVI, è stato sotto il pontificato di Francesco che ha conosciuto una crescita esponenziale, superando i 40 milioni di follower distribuiti su nove lingue. Un successo “che non ha conosciuto flessioni”, come sottolineava la Segreteria per la Comunicazione vaticana, evidenziando una crescita di oltre 9 milioni di seguaci solo nell’anno precedente al quinto anniversario dell’account.

Ogni giorno, i tweet papali offrivano “un pensiero spirituale”, ricordavano “la figura del Santo del giorno” o condividevano “una riflessione su eventi di grande significato per la comunità internazionale”. Messaggi brevi, incisivi, che raggiungevano milioni di persone in tutto il mondo. E che il Papa curava personalmente: “Il Papa ha molta cura dei suoi profili social, a tal punto che controlla minuziosamente tutti i tweet che poi vengono pubblicati”, rivelò Mons. Dario Edoardo Viganò, all’epoca prefetto della Segreteria per la Comunicazione. Un’attenzione che, secondo Viganò, dimostrava “la cura delle relazioni“, perché il Papa “intuisce però che c’è un mondo – quello social – che è fatto di persone”. Persino dalla sua stanza d’ospedale al Gemelli, Francesco aveva continuato a twittare, lasciando su X anche i suoi ultimi messaggi pasquali: “Cristo è risorto! […] Con Te, o Signore, tutto è nuovo. Con Te, tutto ricomincia”.

Instagram, TikTok e la filosofia digitale di Francesco
Ma la presenza social di Francesco non si limitava a X. L’account Instagram @Franciscus, inaugurato nel marzo 2015, ha raggiunto quasi 5 milioni di follower, con un pubblico particolarmente giovane (25-34 anni) e concentrato in Brasile e Stati Uniti. E nel gennaio 2025, a sorpresa, l’esordio su TikTok, tramite l’account dell’editore Mondadori, per promuovere la sua autobiografia “Spera”, scritta con Carlo Musso: “Vorrei ringraziare il signor Carlo Musso che ha avuto questa pazienza di aiutarmi a ricordare tante cose della mia vita”, disse in quell’occasione, aggiungendo: “Nelle autobiografie il vero protagonista è il Signore che mi ha portato per mano”.

Questa apertura ai nuovi media non era ingenua. Papa Francesco era ben consapevole dei rischi della Rete: “La dipendenza dai social media provoca putrefazione cerebrale“, ammonì una volta. Ma vedeva anche le immense potenzialità: “Le meraviglie della moderna tecnologia sono un dono di Dio, che comporta una grande responsabilità”, ricordò durante un’udienza per il Giubileo dei Lavoratori. “Non è la tecnologia che determina se la comunicazione sia autentica o meno, ma piuttosto il cuore umano e la nostra capacità di usare saggiamente i mezzi a nostra disposizione… Internet può essere usata per costruire una società sana e aperta alla condivisione”.

Una visione espressa già nel suo primo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (2014): “La rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane“. E grazie a questa rete, affermava, “la testimonianza cristiana può raggiungere le periferie esistenziali”. Un obiettivo, questo, che Papa Francesco ha perseguito con costanza e coerenza per tutto il suo pontificato, diventando un “influencer” globale capace, come auspicava Mons. Viganò, di passare “dal click al cuore”, lasciando tracce del Vangelo anche nel vasto e complesso “continente digitale”.

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