Palazzopoli a Milano, sono 74 indagati nella maxi inchiesta sulla gestione “deviata” dell’urbanistica

  • Postato il 17 luglio 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un’unica maxi inchiesta con più di settanta indagati. Qualcuno l’ha già ribattezzata Palazzopoli ed è l’inchiesta sulla gestione “deviata” dell’Urbanistica a Milano. Ieri la procura guidata da Marcello Viola ha chiesto sei arresti, tra cui quella dell’assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi. Ma coinvolto nell’indagine dell’aggiunta Tiziana Siciliano e dei sostituti Maurizio Clerici, Marina Petruzzella e Paolo Filippini è anche il sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala. L’indagine, con gli ultimi passaggi, ha fatto un passo avanti. Da quanto si è saputo gli indagati al momento sono 74. Le accuse che vanno dalla corruzione al falso, dall’abuso edilizio alla lottizzazione abusiva fino all’induzione indebita

La maxi inchiesta accorpa alcuni fascicoli tra cui quello che ha portato ad arrestare l’architetto e dirigente comunale Giovanni Oggioni, quella in cui è stato chiesto l’arresto dell’assessore Tancredie nella quale è indagato anche il sindaco Sala. Da quanto riferito, l’indagine con al centro il “fenomeno delle deformazioni del sistema urbanistico” della città – che si sarebbe voluto ridisegnare in base agli interessi di “una rete occulta e solidale, finalizzata a interessi privati e illegittimi, costituita da rappresentanti delle istituzioni, professionisti e/o faccendieri, operatori del settore immobiliare e finanziario” – riguarda i nove “nodi” o “svincoli”, le “porte metropolitane”, il Pirellino, i progetti che a marzo hanno portato ad arrestare Oggioni, e altri ancora finiti in indagini precedenti come il caso di via Lepontina.

La maxi inchiesta ipotizza un “piano del governo territoriale ombra” disegnato dal presidente della commissione paesaggio Giuseppe Marinoni, di cui ora i pm chiedono il carcere, con lo studio su “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050” da compiersi, paradossalmente, “presso lo Studio Marinoni spa” “dal marzo a dicembre 2023” e al quale Palazzo Marino ha dato il patrocinio gratuito. Uno studio in base al quale sarebbero state riprogettate vaste zone di Milano usando lo strumento del Parternariato Pubblico-Privato giustificato da un interesse sociale, ricostruisce la Procura, in modo da sottrarsi alle “procedure pubbliche di legge”. Sulle sei richieste di arresti dovrà decidere il gip Mattia Fiorentini, che ha già escluso i pericoli di fuga e inquinamento probatorio, dopo gli interrogatori preventivi del 23 luglio.

Due le ipotesi di reato su Sala: la prima di false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone ed è relativa all’attestazione di assenza di conflitti d’interesse per Giuseppe Marinoni, nominato presidente della Commissione per il paesaggio del Comune, nonostante il professionista avesse incarichi con costruttori e progettisti. La seconda contestazione a Sala è di induzione indebita a dare o a promettere utilità e riguarda al progetto del ‘Pirellino‘ dell’architetto Stefano Boeri e dell’imprenditore Manfredi Catella, presidente del gruppo Coima. Secondo l’ipotesi, l’assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi (per il quale sono stati richiesti gli arresti domiciliari) era pressato da Boeri e Catella, visto che il progetto rischiava di ricevere lo stop della commissione di Marinoni. Per questo motivo ha “insistito a sua volta dietro le quinte con Marinoni, riferendogli anche che il sindaco Sala aveva ricevuto le rimostranze di Catella e Boeri affinché si decidesse ad esprimersi favorevolmente, confezionando ad arte e ‘trovando argomenti’ per un parere almeno ‘favorevole condizionato’ per mettersi al riparo dagli attacchi di Catella e Boeri”. Dalla figura di Marinoni, presidente fino ad aprile della Commissione paesaggio del Comune di Milano, emerge la “sua mancanza di indipendenza, ricattabilità e cedevolezza alle pressioni del sindaco, dell’assessore Tancredi, del direttore generale Malangone, di Manfredi Catella e di Stefano Boeri”, scrivono i pm negli atti dell’inchiesta in relazione all’imputazione che vede indagato anche il primo cittadino.

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Il Fatto Quotidiano

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