Nuovo piano del commercio comunale, le autorizzazioni alle nuove aperture saranno a punteggio

  • Postato il 27 marzo 2025
  • Altre News
  • Di Genova24
  • 1 Visualizzazioni
Saldi a Genova 2023

Genova. L’introduzione di aree chiamate “centri storici commerciali”, come possono essere i centri dei quartieri periferici (Bolzaneto, Sestri Ponente, Molassana per fare alcuni esempio) e che avranno le stesse tutele dei “centri storici” tour court. Perimetri di rispetto per quelle stesse aree dove saranno introdotti limiti specifici per la superficie di vendita delle attività di nuova autorizzazione. E poi ancora un sistema “a punteggio” che consentirà al Comune di Genova di autorizzare le nuove aperture sulla base di alcuni parametri che favoriscano l’occupazione, il mantenimento della rete di negozi di vicinato, la miglioria di marciepiedi e illuminazione e la mobilità green.

Sono le principali novità – e gli obbiettivi – del piano comunale del commercio approvato dalla giunta, su proposta dell’assessora al Commercio Paola Bordilli e del vicesindaco reggente Pietro Piciocchi. Il piano dovrà passare, per essere varato, attraverso l’approvazione del consiglio comunale. Il voto dovrà avvenire quindi entro l’ultima seduta prima dello stop per le comunali, quindi entro l’8 aprile. Altrimenti, se ne riparla (almeno) dopo il 26 maggio.

“Si tratta di un lavoro portato avanti da quasi otto anni – spiega l’assessora al COmmercio Paola Bordilli – e che ha visto la condivisione con le associazioni di categoria, con la Camera di Commercio e con il territorio, non esistono, a quanto ci è dato sapere, altre grandi città con un piano così delineato che cerca di introdurre ancora maggiori tutele per la rete commerciale nel centro storico e nelle delegazioni”.

Generico marzo 2025
Le zone del nuovo piano commerciale

“La redazione del piano del commercio – dice il vicesindaco Pietro Piciocchi – è uno degli impegni che mi ero assunto nel momento in cui ho assunto l’incarico di reggente, questo piano va a tutelare e promuovere il piccolo commercio, introduce una serie di limitazioni e prescrizioni, e vede un censimento di tutte le attività commerciali di vicinato che ci permette di avere il polso della situazione e capire quali siano le esigenze e le strategie più utili”.

Le novità del piano commerciale comunale a Genova proposto dalla giunta

Il piano tiene conto di una nuova “zonizzazione” del territorio comunale su cui vengono individuati e perimetrati (secondo la legge regionale sul commercio) i centri storici (in cui è in vigore l’intesa sul commercio per l’insediamento di attività di pregio, il cosiddetto patto anti-kebab), i centri storici urbani (in cui è presente e attiva una rete commerciale prevalentemente costituita da esercizi di vicinato), i centri storici commerciali (dove è stata prioritariamente considerata la presenza di una significativa rete commerciale di esercizi di vicinato, a cui viene riconosciuto il ruolo aggregativo e di servizio in particolare nei quartieri) e una fascia di tutela di un massimo di 1 km lineare attorno ai centri storici urbani: una zona cuscinetto in cui possono essere insediati esclusivamente esercizi di vicinato e medie strutture di vendita con superficie netta di vendita non superiore a 1.000 mq.

Generico marzo 2025
La diffusione dei negozi di vicinato e di altre strutture di vendita

“La chiave di volta del piano è rappresentata dal riconoscimento del valore delle attività commerciali esistenti nei tanti centri della Genova policentrica in un mix di parametri che daranno punti fermi nel governo, da parte dell’amministrazione comunale, delle politiche commerciali sul territorio perché si trasformino in un reale volano per il commercio, per l’occupazione, per i servizi pubblici, a partire da parcheggi a servizio di una più efficace fruizione dei centri di via – spiega l’assessora al Commercio Bordilli – con l’introduzione dei centri storici commerciali abbiamo effettuato una perimetrazione, con annessa zona cuscinetto, per estendere alcuni paletti a tutela del piccolo commercio anche fuori dai centri storici già coperti dall’Intesa. Inoltre, le opere accessorie, individuate come indispensabili per il rilascio delle autorizzazioni, tengono anche conto delle caratteristiche dei diversi tessuti urbani della città. Infine, tra le novità di cui sono particolarmente soddisfatta, c’è l’introduzione per la Gdo di adottare un quartiere, un’istanza emersa con forza durante Quartieri in giunta ad esempio a Ca’ Nova e Oregina dove mancano i presidi di commercio di vicinato”.

Limiti massime di metrature aggiornati e più stringenti

Premettendo che nulla cambia per le autorizzazioni già concesse, per ogni zona individuata sono indicati e aggiornati i limiti massimi di metrature sulla superficie netta di vendita: nei centri storici urbani e centri storici commerciali sono previsti i limiti in vigore nei centri storici in cui è già attiva l’intesa e pertanto, in tutti, per gli esercizi di vicinato il limite massimo è di 100 mq per alimentari e 150 per non alimentari, mentre per le medie strutture di vendita di 250 per il food e 600 per i non alimentari. Nella fascia cuscinetto, novità introdotta dal Piano, per gli esercizi di vicinato food e non food vale il limite di 250 mq di superficie netta di vendita, mentre è fissato a mille mq il limite per le medie strutture di vendita.

Il rilascio delle autorizzazioni attraverso un sistema a punteggio

Altra novità introdotta dal piano è il sistema di punteggio con cui vengono individuati parametri qualitativi per il rilascio dell’autorizzazione per le strutture di vendita superiori ai 250 metri quadri. A seconda della zona in cui si troverà una nuova attività il punteggio minimo da ottenere per l’autorizzazione sarà più o meno alto. Per quanto riguarda le strutture di vendita oltre i 250 metri quadri (per alimentari, 600 per i non alimentari) nei centri storici e nei centri storici commerciali oltre al raggiungimento del punteggio necessario l’autorizzazione, che rappresenterà una deroga rispetto ai limiti di superficie, sarà regolata da una convenzione con il Comune che si riservirà di dare o meno l’ok alla nuova apertura.

I parametri riguardano sia la conduzione aziendale (in particolare le ricadute occupazionali) e i servizi accessori per il quartiere. Nella richiesta di autorizzazione sarà tenuto conto di un punteggio su: parametri occupazionali (assunzioni tempo indeterminato e tempo pieno da liste dei Cpi, esodati, lavoratori usciti dal ciclo produttivo per chiusura o delocalizzazione, assunzioni a tempo determinato con durata minima di 12 mesi); adozione di un quartiere collinare: questo significa che ad esempio chi volesse aprire un’attività nella parte bassa di Pra’ otterrà un maggiore punteggio se si impegnerà ad attivare un servizio ambulante di vendita in una zona collinare confinante oppure a collaborare con attività già presenti nelle zone collinare per favorirne la sopravvivenza.

Tra le prestazioni strutturali accessorie sono stabiliti punteggi a fini autorizzativi su:
parcheggi pertinenziali delle attività commerciali a disposizione del quartiere dopo l’orario di chiusura, interventi di miglioria urbana, abbattimento barriere architettoniche, nuova illuminazione integrativa a quella pubblica, videosorveglianza, totem informativi anche per la promozione delle attività locali svolte dai Civ, rinnovo dell’arredo urbano con installazioni innovative (ricariche usb), depositi per biciclette e gestione di punti raccolta ecovan.

Per il rilascio di autorizzazioni relative a medie e grandi strutture di vendita di generi alimentari, è introdotto l’obbligo di attivazione di programmi di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari: per tutte le categorie merceologiche è richiesta l’installazione di stazioni di ricarica veicoli e autoveicoli elettrici. Inoltre, per il rilascio di autorizzazioni relative a grandi strutture di vendita di generi alimentari, scatta l’obbligatorietà di adozione di un quartiere collinare, nell’ambito del territorio limitrofo all’insediamento commerciale, per il mantenimento dei servizi di prossimità mediante forme di vendita organizzate in sede fissa o su mezzo ambulante per la distribuzione di generi di prima necessità.

Autore
Genova24

Potrebbero anche piacerti