No Pizzone II: la centrale idroelettrica di Enel Green Power tiene in ostaggio un territorio
- Postato il 8 agosto 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Scopo di questo blog è dare visibilità alle realtà locali che si impegnano nella tutela dei propri territori e non trovano spazio sui grandi mezzi di informazione. Ospitiamo l’intervento di un amico e collaboratore che ci illustra una grave situazione ambientale.
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di Alberto D’Orazio
È ubicata in una zona di confine tra le province dell’Aquila e di Isernia, tra i comuni di Pizzone, Montenero Val Cocchiara, Alfedena e Castel San Vincenzo (in parte quindi entro il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise) la progettata centrale idroelettrica di generazione e pompaggio “Pizzone II”.
Il progetto originario del 2023 è di Enel Green Power e vale alcune centinaia di milioni di euro per realizzare un impianto idroelettrico da 300 Megawatt, prevedendo la realizzazione di 10 chilometri di gallerie, la deforestazione di 113.000 metri quadri di bosco, la produzione di oltre 1 milione di metri cubi di materiali inerti, l’apertura di strade e cantieri. Ma la proposta d’intervento non passa inosservata e suscita forti opposizioni da parte di cittadini, enti locali ed associazioni preoccupate per il forte impatto ambientale dell’opera.
Il territorio è a ridosso della catena delle Mainarde, già oggetto di un importante ampliamento del Parco avvenuto negli anni 90 contestualmente al Progetto Mainarde condiviso con l’Ente Parco. Una vera e propria sfida per la conservazione e la valorizzazione di un territorio ricco di biodiversità e di storia.
Seppure tra ritardi e inadempienze, ciò ha prodotto in questi tre decenni una sempre maggiore consapevolezza della necessità di avviare e sviluppare attività economiche compatibili con la tutela dell’ambiente naturale. Una delle poche vie percorribili per arginare lo spopolamento dell’area.
Il progetto in questione viene, quindi, vissuto come un tradimento della prospettiva tracciata un trentennio fa. Succede infatti che tutte le iniziative finalizzate a creare attività compatibili legate al turismo e capaci di creare occupazione sono paralizzate da una situazione di incertezza che dura ormai da due anni.
Le proteste del territorio, le osservazioni al progetto, prodotte da enti locali, associazioni e cittadini, hanno portato ad un suo significativo ridimensionamento: nella nuova proposta del 2024 la deforestazione viene ridotta a 38.000 metri quadrati, le opere di scavo (le gallerie) restano invariate ma la potenza della centrale viene ridotta da 300 a 164 Megawatt. La revisione viene tuttavia ritenuta insoddisfacente e i portatori di interesse producono nuove osservazioni mentre l’Ente Parco conferma il parere negativo già espresso sulla prima stesura del progetto stesso.
Le criticità osservate riguardano l’impatto ambientale, la distruzione di habitat, il rischio di alterazione degli equilibri idrogeologici, i rischi per la fauna protetta. Tutto ciò induce l’Enel a sospendere il progetto ma non il Ministero competente ad esprimere il diniego sulla compatibilità ambientale dell’impianto, come invece chiedono il Coordinamento “No Pizzone II” e il GrIG. Il territorio rischia quindi di morire di inerzia, ostaggio com’è di Enel Green Power e del Ministero dell’Ambiente, spiegano al Coordinamento.
Con un progetto solo sospeso ma non ritirato, con l’Enel che insiste nel cercare di risolvere le criticità attraverso revisioni e confronti con le istituzioni e con il Ministero che tarda a prendere atto che l’attuale stato delle cose certifica l’improponibilità di “Pizzone II” su questo territorio, la vicenda non è affatto conclusa. La necessità di non abbassare la guardia e di tener viva l’attenzione sulla questione energetica e sulla marginalità territoriale, ha ispirato l’iniziativa “Campeggio No Pizzone II”, promossa dal Coordinamento nei giorni 11 e 12 agosto alle sorgenti del Volturno, per difendere “il territorio con la cura, la presenza e la partecipazione”.
Un territorio consapevole della necessità di ridurre la dipendenza energetica da fonti fossili ma che non può accettare la compromissione di un’area su cui sta provando a costruire il proprio futuro.
Un territorio che merita ascolto.
* già Presidente della Comunità del Parco Nazionale Lazio Abruzzo e Molise. Per ulteriori informazioni, visitate il sito
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