Museo del rock “Steven Tyler”: 15 indagati a Cotronei

  • Postato il 30 ottobre 2025
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Museo del rock “Steven Tyler”: 15 indagati a Cotronei

Indagati amministratori e funzionari comunali di Cotronei e imprenditori per irregolarità nella vicenda del museo del rock intitolato a Tyler. Sotto accusa amministratori, funzionari e imprenditori. Ci sono anche accuse di voto di scambio


COTRONEI – La rockstar mondiale Steven Tyler starà lanciando uno dei suoi acuti memorabili. Ci sono 15 indagati, tra amministratori, funzionari comunali e imprenditori, per presunte irregolarità nella delocalizzazione del museo del rock che doveva essere a lui intitolato. L’ex leader degli Aerosmith aveva apposto la firma al progetto, al termine di un concerto a Roma, orgoglioso delle sue origini cotronellare. Ma l’amministrazione comunale ha rimodulato l’idea del “Borgo della musica rock” che avrebbe dovuto vedere la luce nello storico palazzo Bevilacqua, nel quartiere della Gria, nel cuore del paese vecchio. Là visse Giovanni Tallarico, avo del cantante. Il museo del rock per il quale l’ente aveva ottenuto un finanziamento da 1,3 milioni, grazie al bando dei Borghi, è stato così dirottato in un seminterrato. Ad innescare l’inchiesta è stata proprio la diffida del cantante, inoltrata al Comune dall’associazione Steven Tyler, presieduta dal cugino Nino Grassi. E la Procura di Crotone guidata da Domenico Guarascio ha appena terminato un’inchiesta su una serie di reati contro la pubblica amministrazione.

I NOMI DEGLI INDAGATI DEL MUSEO STEVEN TYLER DI COTRONEI E LE ACCUSE

Falso ideologico e materiale in atto pubblico. Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Corruzione elettorale. Concussione. Estorsione e tentata induzione indebita a dare o promettere utilità. Con queste accuse i carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro, diretti dal pm Matteo Staccini, hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 15 persone. Tra gli indagati il sindaco attuale, Antonio Ammirati, traghettato dal Pd a FI, e il suo predecessore, Nicola Belcastro, del Pd. Gli ex assessori Pierluigi Benincasa, già vicesindaco, Antonio Bevilacqua ed Elisabetta Fragale, oggi consiglieri comunali. Il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Scarpino. Gli assessori in carica Francesco Greco e Rosa Toscano. La segretaria comunale Maria Rita Greco e i dirigenti Antonio Urso, Gaetano Scavelli e Antonio Scavelli. Indagati anche gli imprenditori Massimiliano Loria e Mafalda Astorino, coniugi, e Viviana Rizzo.

SOGNO INFRANTO

Infranto il sogno che avrebbe fatto impazzire i fan degli Aermosmith sparsi in tutto il mondo. La galleria con i cimeli da lui donati avrebbe dovuto essere ospitata nel palazzo storico in cui abitò l’avo di Tyler. Diplomatosi in Mandolino alla Scuola regia di Napoli, sul finire del XIX secolo, per meglio sfruttare il suo talento musicale, Giovanni Tallarico emigrò negli Usa dove i figli fondarono la band Tallarico Brothers. Tyler si era anche impegnato a partecipare all’inaugurazione del museo con un concerto gratuito insieme alla figlia Liz, nota attrice, in segno di amicizia e di riconoscenza verso il territorio.   Il museo del rock a lui intitolato però non poteva essere delocalizzato. E questo avrebbe portato a una serie di gravi irregolarità amministrative e tecniche, consistenti in falsi atti pubblici, mancate autorizzazioni paesaggistiche, omissioni di pareri e illegittime procedure di esproprio. Risultato finale: la mancata realizzazione dell’opera.

LE ACCUSE DI FALSO

Innanzitutto, l’ex sindaco Belcastro e il dirigente Urso avrebbero compiuto una serie di falsi nella delibera con cui, nel luglio 2021, chiedevano alla Regione Calabria di autorizzare la delocalizzazione nel nuovo sito. Nella delibera avrebbero dichiarato che, dopo vari tentativi da parte del Comune, il proprietario non avrebbe acconsentito a cedere l’immobile “per ragioni di natura economica”. In realtà, secondo la ricostruzione degli inquirenti, per l’area oggetto di esproprio non era stata avanzata alcuna offerta. Né era intercorsa alcuna corrispondenza tra ente e privati. Con una successiva delibera, il dirigente Urso individuò l’immobile dei signori Giulia e Serafino Caligiuri (non indagati) riconoscendo una somma, a titolo di esproprio, di oltre 118mila euro. La delibera aveva ad oggetto la “riapprovazione” del progetto ma, secondo l’accusa, non aveva i caratteri della dichiarazione di pubblica utilità. Mancavano una serie di requisiti, essendo, tra l’altro, necessaria una variante allo strumento urbanistico e non essendo un atto del consiglio comunale, autorità competente. Uno dei falsi consisteva, sempre per la Procura, nella mancata redazione di un progetto definitivo. Tra le carenze riscontrate anche il mancato parere della Soprintendenza archeologica, alle belle arti e al paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone.

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PERDITA DEL FINANZIAMENTO

Eppure, in qualità di rup, Urso avrebbe indotto in errore la Giunta attestando falsamente che l’opera era conforme agli strumenti urbanistici. Il consiglio comunale approvò così il progetto definitivo che non poteva definirsi tale in quanto mancante di una serie di elaborati tecnici, compreso il piano di sicurezza. Il dirigente Scavelli ne avrebbe attestato perfino la regolarità tecnica. Il sindaco Ammirati e il dirigente Scavelli devono rispondere, inoltre, di aver falsamente attestato che il ritardo nei tempi di esecuzione era legato alla mancata acquisizione del nullaosta della Soprintendenza. Ciò, secondo l’accusa, per evitare di perdere il finanziamento della Regione. Fu la Soprintendenza a disporre la sospensione dei lavori per approfondimenti istruttori.

ECOMUSEO IDROELETTRICO SILANO

Esaminando una serie di atti amministrativi, i carabinieri hanno poi riscontrato altre, presunte irregolarità. Per esempio, nell’appalto per la realizzazione di servizi immateriali relativi all’Ecomuseo dell’Idroelettrico silano, il dirigente Urso avrebbe incaricato l’imprenditrice crotonese Rizzo, titolare di Contatto Comunicazione, di creare un marchio e redigere uno studio di progettazione grafica. Il piano prevedeva biglietti, brochure e social media marketing ma è stato realizzato in “minima parte”, sostiene l’accusa. Con tre distinte delibere, sarebbero stati liquidati 74mila euro alla società a fronte dell’inadempimento di obblighi contrattuali.

VOTO DI SCAMBIO

Il “Villaggio di Natale” in cambio di 80 voti. Le accuse di violazione della legge elettorale sonocontestati alla compagine amministrativa eletta nell’ottobre 2021. La lista “Cotronei 20 30”, che candidava Ammirati a sindaco, avrebbe promesso ai coniugi Massimiliano Loria e Mafalda Astorino l’organizzazione di due eventi patrocinati dal Comune. Il “Villaggio di Natale” e “l’Albero di Natale solidale”. Ma anche l’assegnazione di altri progetti. La loro società avrebbe avuto la possibilità di “lavorare” col Comune, una volta eletta la lista capeggiata da Ammirati. Il denaro pattuito sarebbe stato consegnato in parte a mano dallo stesso Ammirati e da Scarpino in contanti, e in parte tramite bonifici.

TENTATA CONCUSSIONE E ALTRO

C’è anche un presunto tentativo di concussione contestato al dirigente Urso che avrebbe indebitamente imposto il ritiro di un atto di pignoramento alla titolare di un’attività commerciale. “Chiedi al tuo avvocato le motivazioni per cui sto prendendo le misure. Adesso ti faccio chiudere”. Questa la presunta minaccia. L’imprenditore Loria, invece, risponde di estorsione ai danni del titolare di una cartolibreria di Santa Severina, “reo” di aver ottenuto un affidamento per la fornitura di libri della scuola primaria. “Bastardo, non ti dovevi mettere contro di me, ti taglio la testa”. Loria e la moglie sono accusati anche di violenza privata nei confronti della Giunta Ammirati poiché avrebbero tentato di costringere gli amministratori a revocare un affidamento per la fornitura di libri di testo. L’ex vicesindaco Benincasa è pure accusato di aver incassato l’indennità per intero, pur essendo dipendente assunto a tempo indeterminato presso un’agenzia assicurativa. Pare avesse dichiarato falsamente di svolgere l’attività di geologo in modo autonomo. Nelle strette viuzze di Cotronei non risuona il celebre riff di “Walk this way”. Imperversa la stessa musica che si sente in Calabria. Mala gestio della cosa pubblica. La Procura guidata da Domenico Guarascio sta provando a scrivere nuove note.

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