Milano Music Week, Cesare Cremonini presenta il nuovo disco “CremoniniLIVE25”
- Postato il 21 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Milano Music Week, Cesare Cremonini presenta il nuovo disco “CremoniniLIVE25”

«Senza benzina non va nemmeno una Ferrari». Con questa immagine Cesare Cremonini racconta la sua rinascita artistica sul palco del Piccolo Teatro Grassi, protagonista della Milano Music Week per la presentazione di “CremoniniLIVE25”, il triplo album dal vivo che celebra il tour negli stadi del 2024, trainato dal successo di Alaska Baby.
Sul palco del Piccolo Teatro Grassi, in occasione della Milano Music Week, Cesare Cremonini non presenta solo un disco: presenta sé stesso, ricomposto dopo una tempesta. Porta la sua fragilità, la sua fame di vita, la sua ostinata ricerca di benzina creativa. Porta il racconto di un artista che, dopo venticinque anni di carriera, ha capito che l’unico posto in cui sa davvero abitare è quel bordo sottile in cui rischi tutto, dove senti di nuovo il sangue scorrere nelle vene. È qui che nasce “CremoniniLIVE25”, il monumentale triplo album che immortala l’energia bruciante del tour negli stadi 2024, figlio dell’album Alaska Baby. Ed è qui che Cremonini, intervistato da Andrea Scanzi, si racconta senza veli, senza filtri, senza scudi, senza pause. La Milano Music Week non è mai sembrata così viva. Il cantautore bolognese non presenta solo il nuovo disco, ma la sua stessa rinascita.
Milano Music Week, Cesare Cremonini presenta il nuovo disco “CremoniniLIVE25”
CremoniniLIVE25 è il sogno, il rischio e la rinascita di un artista sul filo del rasoio. «Senza benzina, non va nemmeno una Ferrari», dichiara Cesare Cremonini e il silenzio che segue pesa come un respiro trattenuto. «Quando finisce devo tornare dove c’è la sensazione di essere sul filo del rasoio, l’‘all in’ in cui rischi tutto e non sai se sei un coglione o un genio. Ecco, quello è il posto in cui mi ritrovo meglio». Non è retorica, è vita. E quella vita lo aveva messo alla prova: «Avevo la sensazione di aver finito la benzina, il motore era lo stesso ma senza carburante non vai da nessuna parte. La mia manager mi ha detto: “La priorità sei tu, forse te lo eri dimenticato negli ultimi 25 anni”».
Così nasce il disco “Alaska”, risultato di un ritiro lontano da tutto e tutti. Un viaggio nell’introspezione e nel silenzio, dove Cremonini ritrova sé stesso, la musica e il desiderio di rischiare. Dal disco emerge San Luca, «la canzone che parla più di casa», e il coraggio di ricominciare. «Poi è arrivato lo slancio necessario per pensare meno al risultato e più a quello che amo fare. Questo disco mi ha insegnato a essere così sempre. Questa è una nuova fase della mia carriera e ho inseguito per 25 anni questa sensazione».
Ogni frase vibra di sincerità. «Le sfighe sono state tutte fortune e questo allunga la carriera. Poter dire “ho un sogno” è una libertà che mi sono conquistato». Il sogno non è un’idea astratta, è un gesto quotidiano, una pratica vitale: «Ciò che mi muove è un’insoddisfazione. Io mi alzo e sogno davvero, non è retorico o melenso, è una pratica quotidiana. So cosa sono il dolore, la sofferenza, la disperazione e che il sogno è parte fondante della nostra esistenza. Quello che offro, in maniera demodé e un po’ eccessiva, è un sogno».
Cesare Cremonini tra sfide e ambizioni
Il racconto si snoda tra memoria e ambizione. Cremonini vuole lasciare un segno: «Il mio sogno è entrare nei libri di storia della musica. È una sfida importante perché i grandi ci sono già stati e ho la cultura necessaria per capirlo. La sfida era ed è ancora complicata, ma non ho mai immaginato una passione così grande come quella che ho per questo ambiente». E la vita gli ha insegnato la resilienza: «Il primo disco vendette 200mila copie, il secondo 80mila, poi lentamente le cornici culturali si spostano e se tu vai dritto è capace che il pubblico torni da te. La mia storia è sicuramente quella di uno che è andato dritto, ma non mi sento arrivato al punto in cui la pagina è scritta. Questi sono tempi difficili: rumorosi su cose sbagliate e silenziosi su quelle corrette».
Cesare Cremonini: «Il palco è il luogo dell’irrazionalità che riesce a farmi abbandonare quasi come un’ubriacatura»
Poi arriva la confessione più pura, quella che spiega perché Cremonini è ancora così vivo sul palco: «Per me aprirmi è sopravvivenza, o così o muori. Ho imparato a nuotare perché mio fratello mi ha buttato in acqua. Per me il coraggio è una forma di sopravvivenza. Suonare il sax o sfidarmi in qualcosa che non ho mai fatto è sopravvivenza, la benzina che cerco». E sul palco, quella benzina esplode. «Il palco è il luogo dell’irrazionalità che riesce a farmi abbandonare quasi come un’ubriacatura, che ti pone di fronte a una difficoltà rischiosissima. È in quell’istante che tiro fuori il meglio di me, perché le mie qualità più vere emergono quando mi sento in pericolo».
Gli applausi scroscianti segnano la chiusura di un momento unico. Cremonini sorride, sa di aver trasmesso qualcosa di raro. «Mi manca la precisione del racconto: parlare quando sai, tacere quando non sai, cantare ciò che hai dentro». Poi l’annuncio che accende di gioia i fan: «Milano-Cortina mi ha chiesto una versione di “Buon viaggio” per le Olimpiadi». E così, tra note e verità, Cesare Cremonini mostra al pubblico la sua rinascita: un uomo che ha imparato a rischiare, a sognare, a vivere davvero. Sul filo del rasoio, con il cuore in mano, pronto a lasciarsi bruciare dalla musica e dalla vita.
Il Quotidiano del Sud.
Milano Music Week, Cesare Cremonini presenta il nuovo disco “CremoniniLIVE25”