Meloni da Trump deve agire nel nostro interesse: ritiri l’oro degli italiani a Fort Knox
- Postato il 16 aprile 2025
- Blog
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
L’oro italiano deve rientrare in Italia. Molti si chiedono quale proposta porterà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Washington quando il giovedì 17 aprile incontrerà il suo amico fascistoide, il presidente americano Donald Trump. Meloni ha annunciato che presenterà il progetto di zero dazi tra America e Europa, una proposta avanzata anche dalla presidente della Commissione dell’Unione Europea Ursula von der Leyen ma già bocciata dall’amministrazione statunitense: infatti Trump viaggia in direzione esattamente opposta, cioè quella di apporre dazi non di toglierli.
Meloni, invece di presentare proposte assurde e arrendersi a Trump – per esempio sulla spesa per il riarmo italiano, che a causa del suo governo aumenterà rapidamente al 2% del Pil e oltre – dovrebbe agire coraggiosamente per l’interesse degli italiani, proprio quell’interesse nazionale che dovrebbe essere il suo faro politico, come lei stessa proclama insistentemente. L’interesse nazionale dice che lasciare il 43% delle riserve italiane in oro a Fort Knox in America sotto l’inaffidabile amministrazione Trump è assai pericoloso per l’interesse nazionale.
Meloni dunque farà l’interesse nazionale? Porterà in Italia l’oro degli italiani? Proteggerà la sicurezza nazionale o lascerà l’oro degli italiani in America? Che cosa dice Matteo Salvini, il capo della Lega, grande estimatore di Trump – e a suo tempo anche di Putin – a riguardo?
Le riserve auree italiane ammontano complessivamente a 2.452 tonnellate, delle quali 4,1 tonnellate sotto forma di moneta (il cosiddetto “oro monetato”) e le rimanenti sotto forma di lingotti – dopo che nel 1999 sono state conferite alla Bce – 141 tonnellate. Il prezzo dell’oro, in questo periodo di caos e di grande incertezza, sta correndo: spinto dai timori di recessione economica per la raffica di dazi che Trump ha annunciato il 2 aprile è arrivato a sfondare il tetto dei 3200 dollari l’oncia. Nel caso in cui le guerre commerciali con l’America di Trump si inasprissero e diventassero anche conflitti finanziari e geopolitici, l’oro italiano depositato in America sarebbe ovviamente sempre più a rischio.
L’oro, nonostante non generi interessi e comporti alti costi di custodia, è ancora, e sempre di più, un baluardo di stabilità finanziaria, soprattutto in periodi di incertezza economica. Tutte le banche centrali, a partire dalla Cina e dall’India stanno comprando molto oro e il valore sembra salire come bene rifugio. L’Italia è terza al mondo come paese di riserve in oro, dietro gli Usa e la Germania. Il controvalore si aggira sui 230 miliardi di euro. Presso la sede della Banca d’Italia in Via Nazionale a Roma sono custodite 1.100 tonnellate di oro di proprietà dell’Istituto, ovvero il 44,86% delle riserve totali, comprendenti anche la totalità dell’oro “monetato” (ovvero in monete e non in lingotti), insieme a una quota, 100 tonnellate, delle riserve conferite alla Banca Centrale Europea.
Ma il 55% dell’oro della Banca d’Italia si trova depositato presso banche centrali altri Paesi: in particolare negli Stati Uniti Stati Uniti è depositato il 43,29%, in Svizzera il 6,09% e nel Regno Unito il 5,76%. Sembra che anche la Germania abbia il 37% del suo oro presso la Federal Reserve, la banca centrale americana. Nel 2013 aveva cominciato a rimpatriare l’oro da Parigi e anche dagli Usa, ma buona parte è ancora in America. Forse Meloni, la tedesca von der Leyen e il cancelliere Friedrich Merz dovrebbero mettersi d’accordo per reclamare l’oro a Trump invece di investire in armi.
L'articolo Meloni da Trump deve agire nel nostro interesse: ritiri l’oro degli italiani a Fort Knox proviene da Il Fatto Quotidiano.