Melanoma: diagnosi raddoppiate in 20 anni. “Una campagna di prevenzione sistematica può salvare vite e ridurre i costi per la sanità”

  • Postato il 10 settembre 2025
  • Scienza
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Nel nostro Paese non sono mai stati diagnosticati così tanti casi di melanoma come ora. Nell’ultimo ventennio le diagnosi sono più che raddoppiate, passando dalle 6mila del 2004 alle 15mila degli ultimi anni. Numeri così eccezionali hanno spinto Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, a chiedere alle istituzioni, ai clinici e ai cittadini di fare “gioco di squadra” per la realizzazione di una grande campagna di screening sulla popolazione. Un piano di prevenzione che preveda un controllo dei nei all’anno dal dermatologo per coloro che sono più a rischio. La proposta – arrivata dopo giorni di polemiche e confusione sul al tema della presunta esclusione della mappatura dei nei dai Livelli essenziali di assistenza in Veneto – è stata lanciata in occasione della settima edizione di “We in Action”, evento multidisciplinare dedicato alla prevenzione e alle nuove frontiere nella lotta contro i tumori cutanei, che si è tenuto a Napoli.

“Il melanoma è oggi uno dei principali tumori che insorgono in giovane età e costituisce in Italia attualmente il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 50 anni d’età”, dichiara Ascierto. “Ad avere un ruolo determinante – continua – è la scarsa attenzione alla prevenzione: nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione, ancora in pochi, specialmente nella popolazione giovanile, seguono quelle ormai note regole di buon senso necessarie per proteggere la pelle dai danni causati dall’esposizione incontrollata alle radiazioni Uv”. Per questo, il presidente della Fondazione Melanoma lancia un appello alle istituzioni. “Serve uno sforzo congiunto, un lavoro di squadra, affinché venga garantita alla popolazione l’accesso a uno screening annuale che preveda il controllo dei nevi nei casi a rischio”, propone Ascierto. “Lo screening di popolazione per la diagnosi precoce è l’arma più potente contro il melanoma, un tumore che, se identificato in fase iniziale, ha una probabilità di guarigione superiore al 90%”, aggiunge.

Questo non significa soltanto più vite salvate, ma anche risparmi per il Servizio sanitario nazionale. “Un melanoma diagnosticato precocemente – sottolinea Ascierto – permette infatti di ridurre il ricorso a costosi trattamenti che, nei casi più gravi, diventano necessari per contrastare la malattia”. Identificare i nei sospetti e le lesioni in fase iniziale, quando sono ancora sottili e non hanno invaso i linfonodi o altri organi, è dunque fondamentale. “Per questo motivo, è necessario implementare programmi di screening sistematici che, come effetto secondario, possono rivelarsi anche utili a educare le persone ad auto-controllare regolarmente la propria pelle e a rivolgersi al medico in caso di anomalie”, dice Ascierto. Anche la popolazione può infatti fare la sua parte, facendo attenzione ai cambiamenti della pelle, la propria e quella di amici e familiari. “Le periodiche ispezioni cutanee, specialmente in questo periodo dell’anno, con l’aiuto di un amico o un familiare – sottolinea l’esperto – consentono di controllare anche zone difficili da raggiungere da soli, come ad esempio il dorso e il cuoio capelluto. In quest’ultimo caso possono essere d’aiuto anche i barbieri e i parrucchieri. Il gioco di squadra è dunque la via maestra per battere il melanoma”.

Valentina Arcovio

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