“Massimo Lovati sarà ascoltato in Procura e chiarirà diversi punti, è il più onesto di tutti, le carte ci daranno ragione”: parla l’avvocato Fabrizio Gallo
- Postato il 30 ottobre 2025
- Crime
- Di Il Fatto Quotidiano
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                                                                            “Massimo Lovati verrà ascoltato in Procura e potrà chiarire diversi punti”. A rivelarlo è Fabrizio Gallo, l’avvocato che difende il legale di Vigevano da una denuncia per diffamazione aggravata, che a Fanpage ha spiegato che il suo assistito potrebbe essere sentito dalla Procura di Brescia come persona informata dei fatti. Lovati, infatti, è stato per anni uno degli avvocati di Andrea Sempio, già a partire dalle prime indagini, cominciate nel 2016 e poi finite con l’archiviazione pochi mesi più tardi, nel 2017. Ed è proprio su quel periodo che gli investigatori di Brescia si starebbero concentrando per cercare di risalire a un presunto giro di corruzione che vedrebbe coinvolto l’ex procuratore Mario Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari da corruttore ignoto. E nel caso in cui Lovati dovesse essere convocato dalla Procura, rivela Gallo, sarebbe disposto ad essere sentito come persona informata.
Al centro della vicenda ci sarebbero i soldi in contanti che la famiglia Sempio dichiara di aver consegnato ai suoi avvocati dell’epoca, una somma che si aggirerebbe “tra i 55 mila e i 60 mila euro”. Due dei tre legali, Federico Soldani e Simone Grassi, però, hanno negato di aver ricevuto quei soldi, mentre Lovati dice di averli presi. “È l’unico ad aver ammesso di aver preso dei soldi per il suo lavoro di avvocato (circa 15/16 mila euro), ma se gli altri negano ci sono altre migliaia di euro che ballano e non si capisce ancora dove sono andati a finire”, spiega Gallo. Secondo l’avvocato, dunque, “il mio assistito è il più onesto di tutti in questa vicenda ed a breve sono sicuro che verrà ascoltato e potrà chiarire diversi punti”, sottolinea ancora. Potrebbe esserci, dunque, un incontro tra la Procura di Brescia e Massimo Lovati, che potrebbe quindi dare la sua versione sulle indagini a carico dell’ex procuratore Venditti, che nel 2017 chiese l’archiviazione delle indagini contro Sempio per il delitto Garlasco. “I soldi sono usciti dalla famiglia Sempio quindi a qualcuno sono arrivati e ribadisco che Lovati ha detto la verità e le carte processuali ci danno e ci daranno ragione”, aggiunge ancora Gallo.
Fu lo stesso Lovati, in diretta a “Lo Stato delle Cose” a dichiarare di aver ricevuto i soldi in contanti dalla famiglia Sempio: “Avrò guadagnato 15/16 mila euro”, aveva spiegato. Per questo motivo, il legale potrebbe essere considerato come persona informata e quindi ascoltato dalla Procura di Brescia. Dopo aver già difeso Sempio nel 2017, l’avvocato di Vigevano era stato confermato nel team difensivo anche quando è partita la nuova indagine della Procura di Pavia, che accusa il 37enne dell’omicidio di Chiara Poggi, “in concorso con ignoti o con Stasi”. Da ormai diverse settimane, però, Lovati non è più il rappresentante legale di Sempio, che gli ha revocato il mandato a causa di alcune “divergenze sulle strategie difensive”. Ma potrebbero aver inciso anche le diverse dichiarazioni rilasciate da Lovati negli ultimi mesi, come sottolineato dal 37enne in un’intervista a “Chi l’ha visto?”: “Si è fatto trascinare forse in qualcosa di più grande di lui”, aveva spiegato. A insospettire, invece, gli investigatori di Brescia sarebbe stato un taccuino, trovato durante una perquisizione a casa di Sempio, all’interno del quale c’era un appunto ritenuto interessante ai fini investigativi: “Venditti gip archivia x 20.30 euro”. Una annotazione che secondo la Procura alimenterebbe i sospetti di corruzione, mentre il 37enne, sempre al programma condotto da Federica Sciarelli, aveva sostenuto che “mio padre aveva chiesto agli avvocati quanto costasse la stampa dell’atto di archiviazione, e l’avvocato gli avrà detto che ritirarlo costa 20 o 30 euro”. Al momento, il 37enne di Garlasco risulta indagato soltanto dalla Procura di Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi.
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