Marina Terragni, nuova Garante per l’Infanzia, mi preoccupa anche per un motivo personale

  • Postato il 8 marzo 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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La recente nomina di Marina Terragni a Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza ha scatenato un’ondata di polemiche, e non a caso.

Chi conosce le sue posizioni sa bene che questa scelta non può che destare preoccupazione. Terragni è nota per le sue posizioni fortemente critiche nei confronti delle persone transgender e della gestazione per altri (GPA). Ha più volte dichiarato che “i bambini trans non esistono”, mettendo in discussione l’identità di giovani che invece meritano tutela e ascolto. Si è opposta apertamente alla genitorialità delle persone LGBTQ+, creando un clima ostile per tutte quelle famiglie che ogni giorno combattono per il riconoscimento dei propri diritti.

Le critiche alla sua nomina non si limitano alle sue idee, ma si estendono anche alla mancanza di un’esperienza specifica nel campo dei diritti dei minori. Nessun curriculum nel settore, nessuna esperienza diretta nella tutela dell’infanzia, ma una lunga carriera nel femminismo e nella critica delle teorie di genere. Questo rende ancora più difficile comprendere il motivo di questa nomina, se non per un chiaro posizionamento politico e ideologico. Ma c’è un altro punto che mi riguarda direttamente.

Terragni in passato ha anche attaccato l’assistenza sessuale per le persone con disabilità, progetto che ho ideato e portato avanti con anni di impegno. Con una superficialità disarmante, ha liquidato questa iniziativa come una forma di mercificazione del corpo femminile (ignorando tra l’altro che il 50% delle persone formate sono uomini) senza voler vedere il bisogno reale di tante persone con disabilità (uomini e donne) di avere accesso alla propria sfera affettiva e sessuale. Una posizione che dimostra scarsa volontà di comprendere le esigenze di chi vive certe difficoltà sulla propria pelle.

Ora, la domanda sorge spontanea: può una persona con queste posizioni garantire la tutela di tutti i minori, senza discriminazioni? Può un Garante che ha già mostrato atteggiamenti escludenti e divisivi essere davvero un punto di riferimento per l’infanzia e l’adolescenza?

La tutela dei minori deve essere inclusiva, rispettosa delle diversità e capace di dare voce a tutti. Questa nomina, invece, sembra andare nella direzione opposta.

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Il Fatto Quotidiano

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