Israele attacca strutture mediche e personale sanitario in Libano: si indaghi sui crimini di guerra
- Postato il 10 marzo 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Secondo il ministero della Salute libanese, tra l’ottobre 2023 e il novembre 2024 l’esercito israeliano ha attaccato 67 ospedali, 56 centri di assistenza primaria e 238 team di soccorso d’emergenza, uccidendo almeno 222 civili tra operatori sanitari e addetti ai primi soccorsi. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato, al 21 novembre 2024, che “il 47 per cento degli attacchi al sistema sanitario libanese, 65 su 137, [ha] causato la morte di almeno un operatore sanitario o di un paziente”.
Amnesty International ha indagato su quattro attacchi del genere sollecitando che siano indagati come crimini di guerra. Perché ciò accada, è necessario però che il nuovo governo libanese acceda allo Statuto di Roma della Corte penale internazionale e dichiari che le garantirà giurisdizione, a partire dal 2002, sui crimini commessi sul suo territorio o perpetrati dal suo territorio. I quattro attacchi contro strutture mediche e veicoli sanitari sono avvenuti tra il 3 e il 9 ottobre 2024 a Beirut e nel sud del Libano. Hanno causato la morte di 19 operatori sanitari, il ferimento di altri 11 e il danneggiamento di ambulanze e di due strutture mediche.
Durante la guerra in Libano del 2024, l’esercito israeliano ha ripetutamente attaccato strutture mediche e ambulanze, senza fornire giustificazioni sufficienti o prove specifiche sulla presenza di obiettivi militari sul luogo degli attacchi, che hanno ulteriormente indebolito un sistema sanitario già fragile e messo in pericolo vite umane. L’esercito israeliano ha ripetutamente accusato Hezbollah di usare le ambulanze per trasportare combattenti e armi e di utilizzare le strutture mediche affiliate all’Associazione islamica della sanità come “coperture per attività terroriste”. Tuttavia, rispetto ai quattro attacchi su cui ha svolto ricerche, Amnesty International non ha rinvenuto prove che le strutture o i veicoli colpiti fossero usati a scopo militare al momento degli attacchi.
Il personale sanitario, gli ospedali e le altre strutture mediche sono protetti dal diritto internazionale umanitario. Secondo il Comitato internazionale della Croce rossa, le persone che svolgono funzioni unicamente non combattenti all’interno dei gruppi armati o sono meramente membri o affiliati a soggetti politici che hanno una componente armata – come nel caso di Hezbollah – non devono essere attaccate a meno che e per tutto il tempo che stiano prendendo direttamente parte a ostilità. Il personale sanitario affiliato a Hezbollah, compreso quello destinato alle organizzazioni di difesa civile o con esclusivi compiti medici o umanitari, è dunque protetto dagli attacchi.
Anche quando si pianifica di usare gli ospedali a scopo militare e questi perdono il loro status di luogo protetto ai sensi dei diritto internazionale, essi possono essere attaccati solo dopo che non sia stato dato seguito a un preavviso sufficiente per l’evacuazione del personale medico e delle persone degenti. La parte che attacca rimane sempre vincolata al rispetto del principio di proporzionalità, ossia a valutare il vantaggio militare concreto e immediato dell’attacco rispetto ai danni che si stima di provocare ai civili e alle strutture civili, comprese le conseguenze derivanti dal punto di vista umanitario da tale attacco.
Prima che Israele lanciasse, il 23 settembre 2024, la sua operazione “Frecce del nord”, Amnesty International aveva verificato 80 fotografie e video di 11 attacchi che avevano colpito personale medico libanese tra l’8 ottobre 2023 e il 24 giugno 2024. Amnesty International ha anche rivelato prove di attacchi aerei illegali israeliani che hanno ucciso e ferito civili. In un documento pubblicato nel dicembre del 2024, ha descritto sei attacchi aerei che avevano ucciso almeno 49 civili, tra cui intere famiglie, e che devono essere indagati come crimini di guerra.
Durante la guerra, Hezbollah ha ripetutamente lanciato salve di razzi contro il nord d’Israele e compiuto attacchi che hanno ucciso e ferito civili. In alcuni casi ha sostenuto di aver diretto gli attacchi contro obiettivi militari, in altri ha dichiarato di aver attaccato la popolazione di città e villaggi.
Il sistema sanitario libanese era già in difficoltà a causa di vari fattori, tra cui la grave crisi economica sviluppatasi a partire dal 2019, seguita dall’esplosione al porto di Beirut nel 2020. Il paese stava ancora cercando di riprendersi dall’impatto della pandemia da Covid-19.
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