Mancano le chemioterapie. In Palestina si muore anche così. Parliamone
- Postato il 23 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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In Palestina, un bambino ogni tre giorni si ammala di cancro. Ogni anno vengono diagnosticati oltre 2.000 casi di tumore, di cui 122 sono bambini.
A Gaza, non esiste più un ospedale per curare il cancro infantile. In Cisgiordania, due dei tre ospedali pediatrici che garantivano le cure – l’Istishari Hospital di Ramallah e l’Al Najah University Hospital di Nablus – hanno esaurito i farmaci chemioterapici a causa dell’enorme crisi economico-finanziaria.
L’unico ospedale ancora operativo è il Beit Jala Hospital, vicino a Betlemme, dove Soleterre è presente da poco più di un anno. È l’ultimo baluardo pubblico contro il cancro infantile. Dove le cure per circa 500 bambini (di cui 120 in fase attiva di terapia) continuano solo grazie alle donazioni. Da questo mese i bambini in terapia aumenteranno. Perché abbiamo iniziato a curare anche i bambini di Ramallah.
Ma anche nel “nostro “ ospedale pubblico le chemioterapie non dureranno a lungo: forse un mese, al massimo due. Un bambino malato di tumore oggi, in Cisgiordania, rischia di morire non per la malattia, ma perché il farmaco che potrebbe salvarlo non c’è.
Abbiamo lanciato, per questo, un appello urgente. Servono fondi per acquistare e distribuire i farmaci salvavita. Perché ogni giorno che passa, può voler dire perdere un altro bambino.





Fotografie di Ugo Panella
Ospedali senza farmaci, famiglie senza risposte
La sanità palestinese è al collasso. Secondo l’ultimo report dell’OMS meno del 20% della popolazione ha accesso continuativo a cure ospedaliere pubbliche. Le strutture sono fragili, i macchinari obsoleti, il personale ridotto.
Ma la ferita più profonda è la mancanza strutturale di farmaci essenziali. Il Ministero della Salute palestinese non ha più fondi.
Non può acquistare medicinali, né pagare gli stipendi dei medici. Non può accendere prestiti: nessuna banca li garantisce più. Le cure si reggono solo grazie agli aiuti esterni. Ma non bastano. E non sono garantiti.
La spirale che uccide: assedio, povertà, malattia
In Cisgiordania, il diritto alla salute è un campo minato. Strade interrotte, checkpoint, permessi negati, ambulanze ferme. Ospedali irraggiungibili anche se distano pochi chilometri. Una diagnosi di leucemia può diventare una corsa a ostacoli, dove l’ostacolo è l’occupazione militare di Israele.
Intanto, le famiglie pagano il 45% delle spese sanitarie di tasca propria. Con disoccupazione oltre il 50% in alcune aree, e un bambino su due sotto la soglia di povertà, anche una visita può diventare un lusso.
In questo contesto, interrompere una chemioterapia è una sentenza. I tumori infantili, curabili con protocolli costanti, diventano rapidamente letali senza terapia.
Il cancro non aspetta. Cresce. Porta dolore, perdita di peso, collasso del sistema immunitario, infezioni. E infine, la morte.
La cura non può essere un privilegio
Quando un bambino muore per mancanza di un farmaco, non è un caso. È una responsabilità collettiva.
Non cadono bombe. Ma l’ingiustizia è la stessa.
Ci sono tanti modi per uccidere un bambino. Lasciarlo senza cure è uno di questi. E ci sono tanti modi per salvarlo.
Uno è non voltarsi dall’altra parte. Io in quei reparti ci sono stato. Conosco i volti di chi lotta ogni giorno con mezzi insufficienti e dignità assoluta.
Medici e infermieri che non si fermano.
Madri che non si arrendono.
Bambini che aspettano il prossimo ciclo di chemioterapie.
Anche se potrebbe non arrivare.
Soleterre continuerà a garantire le cure finché potrà.
Ma non possiamo farlo da soli.
Questo non è il momento di staccare la spina. È il momento di agire. Di sostenere. Di denunciare. Perché la cura non può essere un privilegio. Deve essere un diritto. Sempre.
Anche sotto occupazione. Anche in Palestina.
Anche per chi è nato nel posto sbagliato.
Dona ora per garantire le cure oncologiche ai bambini palestinesi
Servono urgentemente METHOTREXATE, VINCRISTINA, RASBERCASE, HEPARIN FLUSH, DAUNORUBICIN, ALEXAN, ACTINOMYCIN D, NOVOSEVEN RTV e altri farmaci.
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