L’Ue vuole far rispettare il diritto internazionale alla Russia, ma tace su Israele: smettiamola di ingannarci
- Postato il 30 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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di Angelo Palazzolo
Quando il 24 febbraio 2022 la Russia invase l’Ucraina, il mondo occidentale si riempì la bocca di belle parole: il diritto internazionale va fatto rispettare, bisogna stare dalla parte dell’aggredito, i bulli non la devono avere vinta e via discorrendo. Uno si sentiva così orgoglioso di far parte del mondo occidentale! Un mondo dove il bene trionfa sul male, i giusti sui cattivi, il diritto sulla prepotenza.
Questa favolosa narrazione è stata funzionale a fare una guerra per procura alla Russia e a preparare l’opinione pubblica al folle riarmo, prima tramite il Piano “Rearm Europe” dell’Ue ribattezzato opportunamente “Readiness 2030” che prevedeva la “possibilità puramente teorica” di spendere 800 miliardi in armi e, ora, attraverso l’obbligo stabilito dal vertice Nato dell’Aja, di spendere il 5% in difesa entro i prossimi dieci anni. Riarmo evidentemente necessario per poter difendere la democrazia e la libertà messi a rischio dalla Russia in procinto di invaderci (a sua insaputa) e dall’Iran in procinto di bombardarci con l’atomica (senza averla).
Negli ultimi tre anni, questa favoletta dei buoni che fanno rispettare il diritto internazionale e che quindi possono (anzi, devono) essere armati fino ai denti e detenere bombe atomiche, ha subìto tre brutti colpi, vediamoli in ordine cronologico.
Primo colpo. I terroristi di Hamas il 7 ottobre 2023 danno luogo al peggior pogrom contro Israele dal 1945, la reazione dello Stato di Israele però non è stata quella di perseguire i terroristi di Hamas attraverso azioni mirate guidate dalla propria intelligence e aiutati dai servizi di tutto il mondo (sia occidentale che arabo). La reazione di Israele è stata quella di massacrare un intero popolo. Un popolo che non può essere identificato con Hamas. Eppure dal 7 ottobre 2023, la più grande democrazia del Medio Oriente, l’esportatrice dei valori occidentali, non fa altro che uccidere donne e bambini inermi, bombardandoli, affamandoli e facendoli morire di stenti, sotto gli occhi di un Occidente che, se va bene, è distratto, se va male fornisce supporto politico, logistico e tecnologico.
Secondo colpo (tutto italiano!). Il 19 gennaio 2025 Najim Osama Almasri, capo della polizia giudiziaria libica, accusato di gravi crimini di guerra e contro l’umanità (tra cui uccisioni, torture, sevizie e abusi sessuali su detenuti dai 5 anni in su), viene arrestato a Torino su mandato della Corte penale internazionale. Due giorni dopo il governo italiano lo libera e lo riaccompagna con volo di Stato al suo Paese. All’aeroporto lo attendono i suoi sodali che scherniscono l’Italia con il coro “uh uh al talian”, ossia “uh uh gli italiani”.
A parte l’umiliazione a cui ci ha sottoposto la sovranista Meloni che, per bocca di Tajani e Nordio, ha balbettato di cavilli burocratici che avrebbero impedito il trattenimento del criminale internazionale, di fatto la richiesta della Cpi, una delle istituzioni più importanti del diritto internazionale, è stata disattesa per anteporre chissà quali, indicibili, vergognose ragioni.
Terzo colpo (quasi al cuore). Il 13 giugno 2025 Israele bombarda sei città iraniane, tra cui Teheran. Il 22 giugno anche gli Usa bombardano l’Iran colpendo Fordow, Natanz e Isfahan. Per questa palese aggressione, l’Occidente cerca nuove parole e sintagmi, ma non è facile! Da “guerra preventiva”, a “guerra al terrore” fino a “operazione militare speciale”, l’ingegno guerrafondaio umano si era già spremuto in abbondanza. In questo caso, solo a posteriori si è coniata la laconica dicitura “guerra dei 12 giorni”, come a dire: è stata una sveltina da poco, inutile soffermarcisi oltre.
La causa della guerra va ricercata nella possibilità che l’Iran si doti di armi atomiche. Sia la Cia che l’Aiea avevano escluso questa possibilità, almeno nel prossimo futuro. Ma la parola di Bibi evidentemente è valsa di più… e vai con le bombe.
Tutto ciò fa ripensare alle famose – quanto inesistenti – armi di distruzione di massa che hanno giustificato l’invasione dell’Iraq nel 2003. La guerra dei “12 giorni” di Israele e Usa contro l’Iran, anche stavolta, è stata fatta in violazione del diritto internazionale.
Dopo questi tre brutti colpi, a così poca distanza di tempo l’uno dall’altro, la narrazione fantastica e rassicurante secondo cui ci si può fidare dell’Occidente perché rispetta il diritto internazionale vacilla molto. La verità, come dice Alessandro Orsini, documenti alla mano, è che il mondo occidentale ha violato il diritto internazionale più di ogni altra dittatura. Lo storico svizzero Daniele Ganser nel suo ultimo libro Le guerre illegali della Nato elenca ben tredici interventi bellici illegali realizzati dal blocco occidentale negli ultimi settant’anni, alcuni dei quali compiuti anche grazie all’intervento diretto italiano tramite propri aerei e basi militari (bombardamento di Belgrado nel 1999 e della Libia nel 2011) non solo senza la preventiva approvazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ma anche in barba all’art. 11 della nostra Carta Costituzionale.
E allora proviamo a non ingannare noi stessi: smettiamo di raccontarci la favola dei buoni e dei cattivi e cerchiamo di capire a cosa e a chi serve effettivamente questo irrazionale e irresponsabile riarmo Ue-Nato.
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