Longobucco, morto in attesa di cure ma l’Asp resta in silenzio
- Postato il 21 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Longobucco, morto in attesa di cure ma l’Asp resta in silenzio

Muore in attesa di cure ma l’Asp resta in silenzio: interrogazione del Movimento 5stelle al presidente Roberto Occhiuto sul caso di un uomo di 88 anni di Longobucco.
LONGOBUCCO (COSENZA)- Un anziano uomo di Longobucco muore dopo un’attesa di settantotto giorni di un apparecchio prescritto. È il nuovo tragico evento che colpisce la cittadina silana che paga sempre più lo scotto di una precaria situazione sanitaria presente, purtroppo, in tutte le zone interne e i piccoli comuni della Calabria. La denuncia è frutto di un’accorata lettera della figlia dello sfortunato pensionato, Giuliana, docente a Milano, che ha postato la propria rabbia sui social, «per far trasformare il dolore in un’accusa che interroga la sanità pubblica della Sibaritide e richiama il diritto negato alla salute».
Evento che contribuisce ancor più a salire la rabbia della comunità longobucchese già alle prese con la mancanza dei servizi sanitari necessari e che il prossimo 23 Dicembre farà sentire la propria voce in una programmata manifestazione popolare all’interno della casa comunale, nella quale verranno discusse le problematiche legate anche alla strada Sila Mare.
L’INTERVENTO POLITICO E LE CRITICITÀ NELLE AREE INTERNE
Della triste vicenda si occupa Elisa Scutellà, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Consiglio regionale che chiede «un intervento immediato per garantire la continuità assistenziale. La morte di un anziano di 88 anni a Longobucco –ha scritto la consigliera regionale- avvenuta senza che fossero mai attivate le cure domiciliari e i dispositivi medici prescritti al momento della dimissione ospedaliera, riaccende il dibattito sulle gravi criticità della sanità nelle aree interne della Calabria. Esprimo innanzitutto la mia vicinanza alla famiglia per questa perdita dolorosa che conferma il grave abbandono istituzionale che colpisce i territori più fragili.
Il caso di Longobucco –dichiara la Scutellà- mette in luce ritardi e inefficienze strutturali che finiscono per colpire soprattutto anziani e persone non autosufficienti. La continuità assistenziale –sottolinea- non può restare un principio scritto nelle norme ma deve tradursi in servizi effettivamente garantiti, in grado di assicurare la prosecuzione delle cure dopo le dimissioni ospedaliere e di prevenire aggravamenti o esiti fatali. È inaccettabile – aggiunge – che cittadini già fragili restino soli proprio nel momento in cui avrebbero più bisogno del supporto del sistema sanitario».
LONGOBUCCO, MUORE IN ATTESA DI CURE: L’INTERROGAZIONE REGIONALE, L’ASP, E LA TUTELA DELLA SALUTE
La stessa capogruppo del M5S ha presentato una interrogazione urgente in Consiglio regionale per chiedere «l’attivazione immediata di tutte le iniziative necessarie a verificare il rispetto delle prescrizioni sanitarie post-dimissione e a individuare eventuali responsabilità. Non possiamo più accettare che vivere in un’area interna della Calabria significhi avere meno diritti, serve un impegno concreto della Regione –conclude- per garantire a tutti, indipendentemente dal luogo di residenza, cure tempestive, adeguate e continuative. La tutela della salute non può essere a geometria variabile».
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Longobucco, morto in attesa di cure ma l’Asp resta in silenzio