Lo strano caso del piccolo Comune sul Lago di Garda a cui un imprenditore chiede 30 milioni di danni
- Postato il 4 dicembre 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Da una parte la volontà di evitare nuove colate di cemento. Dall’altra un imprenditore che si sente danneggiato e che punta il dito contro uffici tecnici e amministrazione comunale, rei a suo dire di non aver rispettato le regole. Risultato? Sulla testa di Toscolano Maderno – paese di circa 7mila abitanti affacciato sulla sponda ovest del Lago di Garda – pende la richiesta di un maxi-risarcimento da 30 milioni di euro per due distinte vicende che coinvolgono la stessa società immobiliare (Le Perle), che fa capo a Marco Pietta. Una storia fatta di carte bollate e ricorsi, la cui risoluzione è nella mani di giudici amministrativi – che in parte si sono già espressi a favore dell’imprenditore – e civili, e che rischia di creare non poche difficoltà all’ente bresciano. Ma andiamo con ordine.
IL PROGETTO PER IL RESORT DI LUSSO – Nel 2017 la società immobiliare fa richiesta al Comune per poter costruire un complesso alberghiero in località Montemaderno, un’area elevata rispetto al centro abitato e con vista lago. L’amministrazione – guidata dalla precedente Giunta – respinge l’istanza ma, stando a quanto stabilito dai giudici, gli uffici comunali ritardano la pubblicazione della delibera di diniego (lo faranno soltanto 14 mesi dopo) nonostante l’imprenditore avanzi di continuo richieste per conoscere lo stato di avanzamento della pratica. Che cosa succede nel frattempo? La Regione Lombardia applica un vincolo forestale sull’area, rendendo impossibile la costruzione di nuovi edifici. L’immobiliare Le Perle, a questo punto, si ritiene danneggiata, perché da un lato avrebbe potuto proporre alternative al Comune e, dall’altro, avrebbe potuto impugnare la delibera.
Ciò che fa l’imprenditore, dunque, è rivolgersi al Tar. E i giudici gli danno ragione: pur non entrando nel merito del provvedimento, riconoscono che la delibera “per motivi rimasti oscuri” non gli è mai stata notificata e condannano il Comune a pagare la somma di 50mila euro. Per Pietta non sono sufficienti: fa redigere una perizia da uno studio di architettura, che stima il danno economico in 18 milioni di euro, e ricorre al Consiglio di Stato. Udienza fissata il 15 gennaio. Per la cronaca: contemporaneamente viene dato il via libera a un altro privato per l’edificabilità dell’area limitrofa.
IL TENTATIVO DI DIALOGO – Accanto alla prima vicenda, ce n’è un’altra che corre parallela, sollevata davanti al Tribunale civile con la richiesta di un danno per 12 milioni di euro. L’attuale amministrazione – sindaca Chiara Chimini – ha fatto sapere di essere disponibile per trovare una “possibile soluzione conciliativa della controversia”. Qui il casus belli riguarda la località Cabiana e il Pgt (il Piano di governo del territorio) del Comune e bisogna fare un salto indietro di ben 12 anni, quando l’immobiliare ottiene l’ok per la costruzione (si parla sempre di un resort di lusso, ma di dimensioni più ridotte) attraverso una delibera di Giunta. Ma per un errore cartografico legato al Pgt, l’imprenditore non può portare avanti la pratica. Intanto passa il tempo e il Comune comunica la decadenza dello stesso piano e l’edificabilità dell’area viene annullata. Anche qui il Tar dà ragione all’impresa ma nel frattempo i giochi sono fatti.
“Sono aperto a trovare una soluzione col Comune – fa sapere Pietta a ilFattoQuotidiano.it – da parte mia c’è disponibilità. Ricordo che la mia società ha provato senza riscontro concreto ad avanzare varie proposte progettuali transattive e risolutive, riguardanti lo spostamento di volumi o parte di volumi su altre aree. Nessuna delle ipotesi è stata presa in considerazione”. La sindaca Chimini – la cui Giunta, come detto, ha ereditato dalle passate amministrazioni i due casi controversi – tiene a sottolineare che “la situazione è molto delicata, perché la richiesta di risarcimento, se venisse accolta, ci metterebbe in ginocchio. Entrambe le vicende sono affidate ad avvocati e giudici, e aspettiamo le udienze di gennaio. Da parte nostra c’è la totale disponibilità, ma va ricordato che al di là delle nostre considerazioni siamo vincolati dal Pgt, dalla Regione Lombardia e dalla Soprintendenza“. La conclusione è che “il nostro paese è molto bello, ma nei decenni passati ha sofferto per via del consumo di suolo, la volontà di tutti è quella di tutelare l’ambiente e il paesaggio”.
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