Le parti di auto più rubate in Italia: preda dei “cannibali”

  • Postato il 24 agosto 2025
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  • Di Virgilio.it
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Nel panorama dei furti d’auto in Italia sta emergendo una tendenza che pesa sempre di più sui proprietari: non spariscono soltanto le vetture intere, ma crescono i colpi mirati, quelli che lasciano il mezzo al suo posto e portano via soltanto i pezzi più costosi. Telecamere, paraurti, autoradio, fanali, cerchi in lega, catalizzatori: un elenco emblematico sul valore dei componenti e su quanto sia organizzato il mercato nero che li rivende. Nel 2024 i casi sono saliti del tre per cento rispetto all’anno precedente, toccando quota 136.201, oltre la metà riguardante le automobili, specchio di una realtà che sfugge alle cronache quotidiane, ma fonte di danni economici e pratici pesantissimi.

Le Regioni e le Province più bersagliate

Car Clinic, il primo network di carrozzerie di proprietà in Italia, ha messo in fila i dati provenienti dalle sue officine distribuite lungo il territorio. Nel corso del 2024 le sue officine hanno eseguito 13.879 interventi per riparare danni causati da furti parziali o tentativi di furto, in aumento del 3,5% rispetto all’anno precedente, concentrati soprattutto in Lombardia, davanti a Lazio (2.273), Campania (1.536) e Piemonte (1.313).

Se ci spostiamo sulle province, è un testa a testa tra Roma e Milano, rispettivamente prima e seconda con 1.981 e 1.907 immatricolazioni, rincorse nell’ordine da Torino, terza con 1.051, seguita da Napoli (851 casi), Bari (410), Palermo, Catania, Salerno, Monza Brianza e Foggia, a conferma di una concentrazione quasi esclusiva nelle maggiori aree urbane, dove il traffico intenso, la disponibilità di mezzi e la facilità di spostamento garantiscono alle bande criminali un vantaggio logistico rilevante.

Le auto più colpite appartengono per la maggior parte alla fascia di età compresa tra quattro e sei anni, con 4.571 interventi complessivi, mentre al secondo posto si collocano le vetture con meno di tre anni e 3.897 casi registrati, dunque la scelta sembra indirizzata verso veicoli con componenti ancora moderni e facilmente rivendibili, ma sprovvisti delle protezioni tecnologiche più recenti montate sui modelli appena immessi in commercio.

I pezzi preferiti dai ladri

L’elenco dei pezzi più richiesti nel mercato nero racconta con precisione dove si concentrano gli interessi delle bande: negli ultimi cinque anni le officine italiane hanno dovuto sostituire 141 telecamere, 114 paraurti, 88 autoradio, 67 fanali, 65 cerchi in lega e 28 catalizzatori. Ed è proprio su questi ultimi che si concentra l’attenzione crescente dei ladri, perché al loro interno si trovano metalli come platino e palladio, facili da rivendere e con quotazioni in continuo aumento nel giro internazionale. Negli Stati Uniti e in diversi Paesi europei il furto dei catalizzatori è già diventato un’emergenza, e se la tendenza italiana continuerà di questo passo il rischio è di assistere allo stesso scenario nel giro di pochi anni.

Un sistema organizzato raccoglie i pezzi rubati e li smista verso officine compiacenti o li spedisce all’estero, rendendo difficile per le Forze dell’Ordine risalire ai vertici delle operazioni. Le assicurazioni hanno introdotto polizze dedicate e alcune tecnologie – antifurti satellitari, parcheggi videosorvegliati, sistemi di blocco dei componenti – potrebbero ridurre l’attrattiva di queste rapine, tuttavia senza una strategia comune che coinvolga istituzioni, costruttori e operatori del settore, l’Italia rischia di seguire la stessa traiettoria di altri Paesi, dove i furti di componenti sono passati da problema di nicchia a questione di ordine pubblico.

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