Fermato per guida in stato di ebbrezza chiama il padre: arriva anche lui ubriaco

  • Postato il 23 agosto 2025
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  • Di Virgilio.it
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Ci sono storie che sembrano uscite dalla penna di uno sceneggiatore tragicomico, che fanno sorridere per l’assurdità, ma che nascondono un retrogusto amaro. A Castelfranco Veneto, nella provincia di Treviso, è andato in scena un episodio che ha il sapore di un paradosso beffardo: un giovane fermato per guida in stato di ebbrezza chiama il padre per farsi venire a prendere. Fin qui tutto regolare, più o meno, ma anche il genitore arriva alticcio. E il sipario cala su entrambi: patente ritirata e denuncia per tutti e due.

Una notte da dimenticare

La scena si apre con un normale controllo di routine della Polizia Municipale, uno di quelli che affollano le strade nei weekend, quando le città si animano e i locali riversano frotte di ragazzi lungo le vie. Le luci blu lampeggiano, un’auto viene fermata e tocca fare un alcoltest. Il responso è secco, impietoso: tasso alcolemico oltre il limite consentito. Il giovane, probabilmente colto più dall’imbarazzo che dalla paura, viene accompagnato in caserma. È lì che la storia prende una piega grottesca, sfiorando l’incredulità.

Con il telefono in mano, il ragazzo compone il numero di casa, sperando forse in un’uscita di scena dignitosa. Chiama il padre: “Papà, vienimi a prendere”. Il genitore, senza pensarci troppo, parte. Una volta arrivato alla stazione dei vigili, però, anche lui viene sottoposto al test dell’etilometro. Purtroppo, come il figlio, risulta positivo. Non una, ma due violazioni. Non uno, ma due ritiri di patente. Un duplice KO che ha il sapore della beffa.

Il riflesso di una cultura da cambiare

Ciò che potrebbe sembrare una gag da commedia all’italiana, in realtà, riflette qualcosa di più profondo. Non si tratta soltanto di un errore individuale, ma del riflesso di una cultura – ancora radicata in parte del nostro Paese – che tende a sottovalutare gli effetti dell’alcol alla guida. Come se bastasse “sentirsi bene” per essere davvero lucidi. Come se guidare fosse un automatismo, anziché una responsabilità.

In questa storia c’è una lezione silenziosa che urla tra le righe: l’esempio vale più di mille raccomandazioni. E se un padre, invece di essere ancora una volta il porto sicuro, finisce per condividere l’errore del figlio, allora il problema non è soltanto nella mancanza di prudenza.

L’ironia del destino e la durezza della legge

A volerla raccontare a un amico, sembrerebbe una barzelletta: “Sai quella del figlio ubriaco che chiama il padre e…”. Purtroppo, questa non è fiction, ma è cronaca vera. E la legge non ha il senso dell’umorismo. Per entrambi i protagonisti di questa storia è scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza e il conseguente ritiro della patente. Un episodio che, se non altro, servirà da lezione.

Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, le maglie si sono strette. Oggi chi viene sorpreso alla guida con un tasso alcolemico superiore a 0,5 g/l va incontro a sanzioni più severe, pensate per scoraggiare comportamenti pericolosi. Per tassi tra 0,5 e 0,8 g/l scatta la multa da 543 a 2.170 euro, la sospensione della patente fino a 6 mesi e 10 punti decurtati. Se si supera 0,8 g/l, la faccenda si aggrava: si entra nel penale, con ammenda fino a 6.000 euro, arresto fino a un anno, ritiro della patente da uno a due anni e perfino confisca del veicolo, se di proprietà del conducente. Per i neopatentati e i conducenti professionali, invece, vige la tolleranza zero: anche solo 0,1 g/l può comportare sanzioni gravi. Nessuna scusa.

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Virgilio.it

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