Invasione auto cinesi in Europa, oggi le puoi ordinare direttamente online: come funziona
- Postato il 24 agosto 2025
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- Di Virgilio.it
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Le auto cinesi non si limitano più a sbarcare nei porti europei: ora ti arrivano dritte a casa. Con un nuovo servizio online, China EV Marketplace promette di eliminare burocrazia e complicazioni doganali, mettendo a disposizione in Europa batterie, motori e prezzi che già fanno tremare i costruttori locali. Mentre gli Stati Uniti calano la serranda per colpa delle tariffe, l’Europa si prepara a un’invasione silenziosa ma rapidissima, in un momento dove la domanda di veicoli elettrici in Europa rallenta, complice l’incertezza economica e la fine di molti incentivi statali. Offrire prezzi aggressivi e consegna semplificata permette di avvicinarsi a quella fascia di consumatori che finora guardava all’elettrico con diffidenza, soprattutto per i costi iniziali.
Crescita a tre cifre
Nel Vecchio Continente l’avanzata cinese è già un fatto compiuto. Secondo Jato Dynamics, nel solo mese di maggio i costruttori del Paese asiatico hanno immatricolato 65.808 esemplari, un balzo del 111% rispetto allo stesso periodo del 2024, tale da innalzare la loro quota dal 2,9 al 5,9% in appena un anno. Marchi quali BYD, MG e NIO stanno guidando l’espansione con una precisione industriale sbalorditiva, sostenuti da prezzi sistematicamente inferiori a quelli delle concorrenti europee, pur offrendo livelli di tecnologia, autonomia e connettività all’altezza.
Come ci riescono è presto detto: in Cina le Case vendono milioni di veicoli all’anno, possiedono catene di fornitura integrate che tagliano i costi in modo spietato e hanno una capacità produttiva che da noi semplicemente non esiste. Con l’uscita dal mercato statunitense, resa inevitabile dalle tariffe punitive e dalle tensioni politiche, l’Europa è diventata il bersaglio principale di un’offensiva orientata a guadagnare quote mentre l’industria locale resta impantanata nella transizione ecologica, tra modelli costosi, tempi lunghi e una burocrazia gravosa.
Come funziona il servizio porta-a-porta
Il nuovo servizio di China EV Marketplace elimina in un colpo solo la parte più complessa dell’importazione: la burocrazia. Fino a ieri per mettere le mani su un’elettrica cinese toccava affrontare in autonomia pratiche doganali, traduzioni di documenti, procedure fiscali e il ritiro fisico della vettura al porto, spesso a centinaia di chilometri di distanza, mentre l’intero processo si sposta online, con un sistema in cui il cliente viene accompagnato dall’ordine alla consegna finale senza richiedere competenze specifiche.
China EV Marketplace sostiene di aver già testato il sistema in diversi Paesi pilota, con tempi medi di consegna inferiori a due mesi dall’ordine, circa la metà di un acquisto tradizionale tramite concessionario, tra pratiche di omologazione, immatricolazione e logistica interna. Si sceglie il modello sul portale, si caricano i documenti richiesti, si paga in modo tracciato e si riceve una data di consegna direttamente a casa, come se fosse un normale servizio e-commerce.
Il vantaggio per i clienti europei è evidente: il prezzo resta competitivo, i tempi si accorciano e l’esperienza di acquisto diventa comparabile a quella di un concessionario tradizionale, pur trattandosi di un veicolo importato da migliaia di chilometri di distanza. Restano aperte, tuttavia, alcune questioni cruciali, dalla gestione delle garanzie all’assistenza tecnica sul territorio, potenzialmente in grado di determinare il successo o il fallimento dell’operazione, soprattutto in un continente dove il post-vendita è spesso un fattore decisivo.
Tariffe e strategie
Dietro l’invasione cinese si nasconde una partita complicata sulle tariffe e sulle diverse categorie di veicoli elettrici. In Europa i Battery Electric Vehicle (BEV) sono finiti nel mirino della Commissione Europea con dazi fino al 35%, una barriera capace sulla carta di frenare l’ingresso di modelli a basso costo e proteggere l’industria locale, ma che nella pratica sta spingendo i brand cinesi a diversificare la relativa offerta.
Il vero motore della crescita recente sono infatti i Plug-in Hybrid Electric Vehicle (PHEV), che combinano motore elettrico e termico e al momento non sono colpiti con la stessa aggressività dalle tariffe europee. Per i consumatori la categoria rappresenta un compromesso interessante, in termini di costi, autonomia elettrica sufficiente e libertà dal problema delle ricariche lunghe.
La situazione è invece drammatica nel caso degli Extended-Range Electric Vehicle (EREV), molto popolari in Cina ma praticamente stroncati dai dazi perché considerati alla stregua dei BEV. Nonostante il motore termico non muova le ruote ma serva solo come generatore per ricaricare le batterie, a Bruxelles non hanno riconosciuto corsie preferenziali e così la domanda in Europa è crollata, cancellando di fatto un segmento che in Cina cresceva a doppia cifra fino all’anno scorso.
Alcuni analisti prevedono che i marchi cinesi possano aggirare le tariffe europee aprendo stabilimenti di assemblaggio direttamente nel continente, sulla falsariga di altri giganti asiatici in passato, in tal modo, infatti, i veicoli verrebbero classificati come “produzione locale”, riducendo o azzerando i dazi oggi in discussione a Bruxelles.
Impatto sull’Europa
Per l’Europa l’arrivo massiccio delle auto cinesi è una questione di ampia rilevanza, costringendo i costruttori storici ad affrontare rivali avvantaggiate dai bassi prezzi e dalla velocità produttiva. Persino realtà del calibro di Volkswagen, Stellantis e Renault faticano a reggere il passo nella transizione green e spesso i modelli immessi in commercio non offrono vantaggi tecnici così evidenti da giustificare la differenza di prezzo.
Nell’ottica dei consumatori il quadro viene stravolto: l’aumento della concorrenza consente di mettere a segno dei buoni affari. In un momento in cui i BEV europei restano un lusso per pochi, un modello cinese ordinato online e consegnato a casa, con batterie di ultima generazione e dotazioni tecnologiche complete, potrebbe spingere anche gli indecisi verso l’acquisto di un’elettrica.
Ma questa democratizzazione rischia di scatenare una reazione politica: l’Unione Europea potrebbe seguire l’esempio degli Stati Uniti con una stretta sui dazi, sostenendo che il dumping cinese minaccia migliaia di posti di lavoro nel settore automobilistico, e se ciò accadrà il mercato locale potrebbe diventare un campo di battaglia commerciale, con i consumatori intrappolati tra protezionismo e desiderio di prezzi inferiori.
Possibili scenari politici
Nei prossimi dodici mesi l’Ue dovrà decidere se accogliere l’ondata di BEV cinesi o se alzare nuove barriere per difendere la propria industria, intanto i consumatori guardano con interesse a prezzi e tecnologie che i costruttori europei faticano a eguagliare. L’invasione è appena iniziata e la prossima mossa spetterà alla politica, anziché al mercato.