Le mummie più antiche hanno 12mila anni e si trovano in Estremo Oriente. Una affumicatura a fuoco lento

  • Postato il 16 settembre 2025
  • Scienza
  • Di Blitz
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Risalgono a 12.000 anni fa le mummie umane più antiche al mondo: scoperte nel Sud-est asiatico e nella Cina meridionale, sono state prodotte mediante una sorta di lenta affumicatura dei corpi, praticata migliaia di anni prima rispetto alla mummificazione dei Chinchorro in Cile e all’imbalsamazione degli antichi Egizi.

Lo dimostra uno studio guidato dall’archeologo Hsiao-chun Hung dell’Australian National University, pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas).

In Cina, Vietnam e Indonesia

Il team di ricerca ha esaminato oltre 60 campioni ossei provenienti da 54 sepolture pre-neolitiche (datate tra 4.000 e 12.000 anni fa) provenienti da 11 siti nella Cina meridionale, nel Vietnam settentrionale e in Indonesia.

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Le mummie più antiche hanno 12mila anni e si trovano in Estremo Oriente. Una affumicatura a fuoco lento (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Queste ossa sono state sottoposte a diffrazione dei raggi X (tecnica particolarmente efficace nel rilevare cambiamenti nella struttura ossea che si verificano a temperature superiori a 500 gradi) e spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier (più efficace nel rilevare cambiamenti ossei indotti dall’esposizione a temperature più basse).

Come i riti moderni del popolo Dani in Nuova Guinea

Circa l’84% dei campioni ha rivelato tracce di esposizione al calore. Alcune ossa presentavano anche depositi di fuliggine, mentre ossa diverse prelevate dallo stesso individuo restituivano valori diversi, suggerendo che il riscaldamento fosse stato applicato selettivamente. Su alcune ossa erano presenti anche segni di taglio.

Sulla base dei dati raccolti, i ricercatori ritengono che il processo di mummificazione fosse simile ai riti moderni utilizzati dal popolo Dani in Nuova Guinea. In pratica il defunto viene legato strettamente prima di essere sospeso su fuochi bassi e fumosi per settimane e addirittura mesi.

I segni sulle ossa potrebbero indicare tagli praticati per scopi di drenaggio o disarticolazione. Una volta che l’individuo è sufficientemente mummificato, si procede con i riti di sepoltura: il popolo Dani espone i corpi all’aperto, mentre le culture asiatiche pre-neolitiche optavano per la sepoltura.

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Blitz

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