“Lavorare 65 ore a settimana 6 giorni su 7, WhatsApp al posto delle email e ‘parlare male di se stessi ma non dei colleghi'”: le regole d’oro del super manager Luca De Meo

  • Postato il 20 settembre 2025
  • Moda E Stile
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Entra nel vivo l’era di Luca de Meo in Kering. Da oggi, 15 settembre, il manager italiano è ufficialmente il nuovo direttore generale del colosso francese del lusso, con una missione chiara: rilanciare un gruppo in fase di stallo, a partire dalla sua maison più importante, Gucci. E per farlo, de Meo porta con sé uno stile di management tanto rigoroso quanto anticonvenzionale, affinato in una carriera di successi nel mondo dell’auto.

Il “metodo De Meo”

Come segnalato da un recente studio della Harvard Business School, la dedizione al lavoro di de Meo si fonda su regole precise e collaudate:

  • Mai riunioni con più di 12 persone, della durata massima di un’ora.
  • Un impegno lavorativo da 65 ore settimanali, sei giorni su sette.
  • Comunicazioni dirette, privilegiando WhatsApp rispetto alle email.
  • Una regola etica: “Parlare male di se stessi ma non dei colleghi”.
  • E un monito per tutti: massima disponibilità, “ma non farmi perdere tempo“.

Una filosofia che lui stesso ha riassunto in una dichiarazione che la dice lunga sul suo approccio: “Il mio trucco è stato sempre quello di diventare migliore in tutto ciò che gli altri magari non si aspettano da un italiano: più puntuale di un tedesco, più disciplinato di un giapponese, più resistente al Maotai (noto liquore cinese, ndr) di un dirigente cinese”.

La prima possa: Bellettini ceo di Gucci

Appena insediato, de Meo ha messo subito le mani sul dossier più scottante: Gucci. Con una mossa a sorpresa, ha nominato Francesca Bellettini, già vicedirettrice generale del gruppo, nuova presidente e amministratrice delegata del marchio. Bellettini prende il posto di Stefano Cantino, che lascia l’incarico dopo soli nove mesi, e riporterà direttamente a de Meo. “In questo momento cruciale, intendo costruire un’organizzazione più snella e chiara, con i migliori talenti alla guida delle nostre Maison”, ha commentato il manager. “A Gucci, in qualità di brand di punta, deve essere riservata la massima attenzione, e Francesca — una delle professioniste più esperte e rispettate del settore — porterà la leadership e l’eccellenza nell’esecuzione necessarie per riportare il marchio al livello che merita”.

Questa decisione segna il primo, importante passo della “cura de Meo” per un gruppo che, come Kering, ha un disperato bisogno di ritrovare la rotta. Il manager italiano, con un passato in Toyota, Fiat (dove era considerato l’erede di Sergio Marchionne), Volkswagen e Renault, ha dimostrato di non temere le sfide complesse. E quella di Kering, ora, potrebbe essere la più grande della sua carriera.

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