L’Austria valuta l’addio alla neutralità: a Vienna si apre il dibattito sull’adesione alla Nato

  • Postato il 1 agosto 2025
  • Di Panorama
  • 1 Visualizzazioni

Vacilla la teoria secondo la quale se non fai male a nessuno puoi stare tranquillo, nessuno ti toccherà. Soprattutto se la geografia ti vede nell’Est dell’Europa e “protetta” dalle seppur piccole Repubblica Ceca e Ungheria. Ci riferiamo all’Austria, il cui governo, quattro giorni fa, ha aperto al dibattito pubblico sull’opportunità di aderire alla Nato abbandonando lo stato di Paese neutrale. L’iniziativa segue le dichiarazioni rilasciate dal ministro degli Esteri Beate Meinl-Reisinger, 47 anni, al quotidiano tedesco Die Welt am Sonntag. “Non esiste una maggioranza in parlamento o tra la popolazione a favore dell’adesione alla Nato”, ha affermato Meinl-Reisinger, “ma un dibattito su tale argomento potrebbe comunque essere molto produttivo poiché la neutralità da sola non ci protegge”.

A Vienna tali affermazioni hanno suscitato una forte indignazione da parte di diversi schieramenti politici. Un sondaggio effettuato da Gallup nel 2024, a due anni dall’invasione russa dell’Ucraina, aveva rivelato che meno di un quarto degli austriaci era favorevole all’adesione all’Alleanza, mentre il 74% sosteneva il mantenimento della neutralità del Paese sancita dalla Costituzione fin dalla sua indipendenza dalle forze di occupazione alleate, nel 1955. In particolare, il Partito della Libertà, partito di destra che ha stretti legami con la Russia e con il presidente Vladimir Putin in persona, ha replicato duramente, affermando in un’urgente inchiesta parlamentare che Meinl-Reisinger stava agendo “come un braccio armato del programma di Bruxelles sugli armamenti” e criticando l’integrazione della difesa europea e lo sforzo occidentale di sostenere l’Ucraina nella sua lotta contro l’invasione russa su vasta scala.

Crisi di bilancio e spese militari in aumento

Dietro a tale situazione c’è in realtà un contesto di crisi di bilancio senza precedenti e di drastici tagli alla spesa, con quella militare che continua ad aumentare di anno in anno. Beate Meinl-Reisinger è a capo di uno dei tre partiti che compongono la coalizione di governo; il suo partito, Neos, di orientamento economico-liberale, si distingue dai suoi partner di coalizione, ovvero il Partito Popolare conservatore e i Socialdemocratici, per avere una posizione molto più favorevole alla Nato e per sostenere la creazione di un esercito europeo congiunto. Neos ha anche ripetutamente sollecitato discussioni sull’importanza odierna della neutralità “eterna” dell’Austria, attuata almeno in parte su sollecitazione sovietica durante l’inizio della Guerra Fredda, affrontando il tema con un coraggio che altri partiti non hanno avuto.

Un piccolo paese come l’Austria può difendere i propri interessi soltanto in una “Europa comune e forte”, ha dichiarato Meinl-Reisinger ai parlamentari riuniti in difesa della sua politica estera. L’Austria, che è già coperta dalla clausola di mutua difesa dell’Unione europea, fa parte di una minoranza, di una manciata di paesi dell’Ue che manteneva ancora la neutralità, ma con i suoi 9 milioni di abitanti è il più grande tra questi. Finlandia e Svezia, che facevano parte di questo gruppo, hanno abbandonato questa posizione negli ultimi due anni per aderire all’Alleanza Atlantica. Anche l’appartenenza all’Unione viene vista come un limite alla neutralità del paese; l’Austria partecipa all’iniziativa Nato “Partenariato per la pace”, coordinando e addestrando personale militare, ed è anche un paese di transito chiave per la Nato con oltre 3.000 trasporti militari e oltre 5.000 sorvoli nel solo 2024.

Le opposizioni e la manifestazione a Vienna

Le opposizioni di questa linea non hanno tardato a organizzarsi, è infatti stata annunciata una grande manifestazione a Vienna nel prossimo ottobre, ma il ministro ha dichiarato: “Non è che io voglia entrare a braccia aperte nella Nato, ma non possiamo restare seduti a credere che nessuno ci farà del male se non facciamo del male a nessuno. Sarebbe ingenuo. Il mondo è cambiato. La nostra neutralità è già cambiata notevolmente dall’ingresso nell’Ue nel 1995”.

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti