L’artista Donato Piccolo a Modena tra robot e dispositivi elettronici mette in mostra l’intelligenza artificiale
- Postato il 8 agosto 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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Siamo sicuri che il tempo in cui condivideremo con i robot il mondo che ci circonda sia poi così lontano? Siamo certi del fatto che le esperienze sensoriali si distanzino davvero dalla vita reale? A chi pensa di sì (e anche a chi opta per il contrario, ovviamente) consigliamo di fare un salto a Palazzo Santa Margherita di Modena, destinazione futuro. Un futuro che, visitando la personale di Donato Piccolo (Roma, 1976), proposta da Ago fabbriche culturali, si veste già di “presente”. Perché le cinquanta opere dell’artista romano esposte nell’antologica L’arte del pensiero meccanico, a cura di Lorenzo Respi, ci raccontano l’arte del pensiero meccanico, in un viaggio tra robot, fenomeni fisici, e intelligenza artificiale.
La mostra di Donato Piccolo a Modena esplora le potenzialità dell’AI
Il visitatore entra subito in un mondo che non è più fantascientifico come lo si sarebbe potuto percepire decenni fa ma che si muove invece sul confine del controllo umano e dell’autonomia tecnologica. Un mondo in cui l’intelligenza artificialenon si limita a riprodurre il reale ma spesso lo sintetizza, lo riformula o in alcuni casi lo distorce anche.
Le sculture in movimento esposte nella personale modenese non sono semplici oggetti di contemplazione ma vere e proprie macchine dotate di un linguaggio visivo inedito e originale che porta con sé riflessioni antropologiche e sociali sullo sviluppo di modelli di intelligenza “altri” che possono manifestarsi al di là dei limiti del corpo umano e sulla loro capacità di sviluppare autonomie cognitive.







Il battito d’ali della farfalla in mostra a Palazzo Santa Margherita di Modena
Entrando nelle stanze del palazzo ci si imbatte nell’ascolto del rumore, amplificato, di un battito d’ali di una farfalla tecnologica. Il famoso Effetto Farfalla, locuzione che ci riporta alla conferenza che Lorenz tenne in Texas nel 1972: “Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?”. L’installazione Butterfly effect ci porta a riflettere su questo. Una farfalla con le ali tassidermizzate, viene rivitalizzata artificialmente, grazie a un circuito ad impulsi elettronici, tornando così a muoversi nuovamente come se fosse ancora in vita. Il suo battito d’ali produce negli spazi della galleria suono, effetti ed altre variazioni generando sensazioni, emozioni e ricordi.
Le opere di Donato Piccolo negli spazi modenesi
Poco dopo ci si ritrova a seguire i movimenti di una copia della Dama con l’ermellino (1488-1490) di Leonardo da Vinciche se ne va a spasso per la sala grazie a sensori elettronici e a gambe robotiche o ad ammirare una scultura meccanica che si sposta grazie a particolari dispositivi di controllo.
Poi ci sono le opere che seguono i movimenti dei visitatori e, con il supporto dell’intelligenza artificiale, sembrano quasi interagire con loro in una concezione totalmente immersiva di arte. Oppure Lullaby, una sorta di ragno meccanicoprogrammato per analizzare lo spazio e uscire dalla sua sede.

H3 Donato Piccolo: i designi a corollario del percorso
Nelle sale di Palazzo Santa Margherita ci sono anche tele che riproducono dipinti celebri di Raffaello, Caravaggio o Antonello di Messina con insert contemporanei. Completano l’esposizione una serie di disegni a matita e pennarello. Piccolo realizza, infatti, le sue sculture dopo averle disegnate, assemblando oggetti e materiali diversi, in cui la componente robotica gioca sempre un ruolo centrale.
Lo spazio tra uomo e macchina nella ricerca di Donato Piccolo
Donato Piccolo, protagonista della scena internazionale dell’arte contemporanea, ha esposto in numerose sedi nazionali e internazionali, dal Maxxi di Roma al Museo nazionale di Zhejiang in Cina. Interessato da sempre alle complesse dinamiche che governano il mondo ha rivolto il suo interesse sullo spazio di adesione tra l’uomo e la macchina, tra il corpo fisico e l’oggetto meccanico, tra la materia artificiale e quella vivente, per questo ha approfondito la ricerca collaborando con un team di ingegneri del Cnr.
Le sue sculture sono il risultato di una sintesi tra meccatronica e informatica dinamica. La sua arte, sfida continuamente le barriere tra scienza, arte, matematica e filosofia, dando vita a opere complesse che spingono chi le osserva a riconsiderare il mondo che abbiamo intorno; a immergersi nelle leggi che regolano il caos, forze invisibili della natura e dinamiche non solo materiche ma legate alla percezione umana.
Ognuna delle sue opere ci porta a immaginare un futuro prossimo in cui, forse, saremo dominati dall’intelligenza artificiale e ci invita a guardare anche oltre l’orizzonte del nostro tempo. A porci domande sulla relazione che viviamo oggi con la tecnologia. E, perché no, a ricollocare il nostro posto in questo universo infinito.
Francesca Galafassi
L’articolo " L’artista Donato Piccolo a Modena tra robot e dispositivi elettronici mette in mostra l’intelligenza artificiale" è apparso per la prima volta su Artribune®.