L’antisemitismo è un crimine, ma l’antisionismo oggi è un dovere per me
- Postato il 9 settembre 2025
- Blog
- Di Il Fatto Quotidiano
- 3 Visualizzazioni
.png)
Mentre sale in tutto il mondo l’indignazione contro lo Stato d’Israele, autore del genocidio contro la popolazione palestinese, occorre fare chiarezza su alcuni concetti per me fondamentali. Se l’antisemitismo è un crimine, ritengo l’antisionismo un dovere incondizionato per chiunque abbia a cuore i valori dell’umanità. Diventa sempre più insopportabile il ricorso alla categoria dell’antisemitismo da parte dei supporter del criminale genocida Netanyahu per avallare lo sterminio per fame e per bombe del popolo palestinese e screditare gli avversari di tale sterminio. Un intollerabile abuso delle categorie storiche che qualche troglodita di estrazione leghista o altra vorrebbe addirittura elevare a rango di legge dello Stato.
In realtà i principali fautori dell’antisemitismo sono proprio Netanyahu e i suoi fan, tra i quali peraltro ritroviamo proprio i discendenti ideologici e storici dell’antisemitismo storico, come del resto vaticinato dal creatore del sionismo Vladimir Jabotinski. Infatti, accollando sconsideratamente gli attuali crimini di Israele agli ebrei in quanto tali sulla base dell’inammissibile equazione tra antisemitismo e antisionismo, i seguaci di Netanyahu fomentano il pregiudizio antiebraico purtroppo ancora presente in settori della società.
Per contrastare tale odioso fenomeno va detto che sono tanti, e in numero crescente, gli ebrei e le ebree che condannano senza riserve i crimini di Netanyahu, questo losco e abominevole personaggio che da troppo tempo ormai regge le sorti dello Stato terrorista di Israele perpetrando crimini orribili contro i Palestinesi a Gaza e in Cisgiordania e si prepara a scatenare guerre sempre più spaventose solo per restare in sella.
Il nazisionismo di Netanyahu, Smotrich, Ben Gvir e simili è il risultato dell’elevazione alla massima potenza del pensiero di Jabotinsky nell’attuale contesto di crisi terminale del dominio occidentale sul pianeta. Israele, d’altronde, è nato come avamposto dell’imperialismo occidentale in una zona strategica per tanti motivi come quella medio-orientale. La tragica novità degli ultimi anni, perfettamente incarnata dal boia Netanyahu, è costituita dal fatto che tale funzione strategica non può essere esercitata senza il crescente ricorso allo sterminio e pulizia etnica, leggasi genocidio, dei palestinesi, e alla repressione fascista nei confronti degli israeliani che non vogliono svolgere il ruolo dei carnefici.
Costoro sono ancora una minoranza, ma svolgono un ruolo d’importanza fondamentale perché sono i portatori dell’unica speranza di sopravvivenza per Israele e i suoi cittadini, quale che ne sia l’identità etnica, religiosa o di altro tipo, che passa attraverso il completo smantellamento delle strutture del suprematismo sionista e dell’apartheid e la costruzione di un futuro comune per tutti gli abitanti della regione nelle forme statuali e di altro genere che decideranno di darsi.
Non bisogna quindi rassegnarsi all’usurpazione di una cultura ricchissima e millenaria come quella ebraica da parte di criminali di mezza tacca come Netanyahu & C. Per combattere costoro occorre però porre fine alle complicità di cui godono nell’élite occidentale. Senza queste complicità i loro crimini, la morte quotidiana, per fame o sotto le bombe di tanti bambini ed altri esseri umani palestinesi non sarebbe possibile.
Le bombe che Netanyahu fa cadere ogni giorno a Gaza e le armi che utilizza per uccidere e per bloccare l’arrivo dei beni di prima necessità, sono bombe ed armi statunitensi, tedesche, italiane e di altri Stati del glorioso Occidente. Il genocidio in corso non è solo made in Israel, ma anche made in US, Germany, Italy, ecc. Un motivo in più per differenziare antisemitismo e antisionismo.
Il sionismo infatti è sempre meno un fenomeno esclusivamente o prevalentemente israeliano o “ebraico”. Proliferano i sionisti “cristiani” e quelli “radicali”, tutta gente cui importa poco o nulla dell’ebraismo e che sono invece fortemente interessati al mantenimento del predominio occidentale sul pianeta, di cui oggi Israele e i suoi crimini costituiscono un meccanismo essenziale. In questo senso l’Israele sionista è oggi più che mai avamposto dell’Occidente che si prepara alla guerra mondiale contro il resto del mondo e scatena la repressione dei migranti al suo interno all’insegna del peggiore razzismo.
Pertanto – a mio avviso – lotta al sionismo e lotta alla guerra sono due facce della stessa medaglia e il genocidio del popolo palestinese non è altro che un’anticipazione del genocidio bellico generalizzato che lorsignori stanno preparando.
Queste complicità, che rendono i governi occidentali, anche qualora facciano finta di riconoscere la Palestina, coautori dei crimini incommensurabili di Netanyahu, vanno colpite, evidenziando e sanzionando di fronte alla giurisdizione interna e quella internazionale le responsabilità personali, come ogni responsabilità penale, di membri del governo e dirigenti d’azienda, sulla base del cristallino testo dell’art. III, lettera e, della Convenzione sul genocidio del 1948, che obbliga a punire la complicità nel genocidio.
L'articolo L’antisemitismo è un crimine, ma l’antisionismo oggi è un dovere per me proviene da Il Fatto Quotidiano.