La telefonata di Papa Francesco alla mamma di Elisa Claps

  • Postato il 22 aprile 2025
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La telefonata di Papa Francesco alla mamma di Elisa Claps

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Tra i gesti rivoluzionari di Papa Francesco, anche il tentativo di conciliazione della comunità di Potenza. A margine del processo d’appello nei confronti dell’assassino della figlia, Danilo Restino, Filomena Iemma, gli aveva persino rivolto un appello


C’è stata anche la telefonata alla madre di Elisa Claps, la studentessa uccisa e nascosta per 17 anni nel sottotetto della chiesa della Trinità, a Potenza, tra i gesti rivoluzionari compiuti da Papa Francesco.
Era il 2014 e Jorge Bergoglio era stato eletto vescovo di Roma, e 266simo successore dell’apostolo Pietro, soltanto 10 mesi prima.

L’APPELLO AL PAPA DI FILOMENA IEMMA


Filomena Iemma, questo il nome della madre di Elisa, era stata tra i tanti che avevano accolto la sua ascesa al soglio pontificio con grandi speranze.
A margine del processo d’appello nei confronti dell’assassino della figlia, Danilo Restino, gli aveva persino rivolto un appello. Per chiedergli di adoperarsi: «per allontanare ogni ombra dalla Chiesa e fare finalmente luce in questa soffitta di silenzi».


Tra i primi gesti compiuti dal papa argentino, infatti, c’era stato un incontro coi familiari di Emanuela Orlandi, giovanissima cittadina vaticana scomparsa nel nulla nel 1983. Un gesto pensato per testimoniare la sua vicinanza umana e la determinazione della Chiesa romana a far piena luce sul caso, dopo le ombre allungatesi sulla Santa Sede. Anche se il protrarsi del mistero negli anni successivi avrebbe frustrato le aspettative ingenerate.


Negli anni il giallo di Potenza e quello della quindicenne romana erano stati accostati in più occasioni, specie dopo il ritrovamento del corpo di Elisa, nel 2010, nel sottotetto della chiesa della Trinità. Per questo l’appello di “mamma Filomena” era apparso la logica conseguenza di quell’incontro con la famiglia Orlandi.

LA RISPOSTA DI FRANCESCO


La risposta di Papa Francesco è arrivata poche ore prima della morte del papà di Elisa, Antonio, con una telefonata sul cellulare di Filomena Iemma. Come usava fare lui da quando era un semplice sacerdote a Buenos Aires. Senza segretari né attendenti ad annunciarlo.
La notizia venne resa nota dopo i funerali di quell’uomo che dal giorno della scomparsa della figlia, il 12 settembre del 1993, aveva scelto di vivere nel massimo riserbo possibile il suo dolore. Disertando persino i funerali celebrati in piazza in una soleggiata giornata di primavera.
Nove anni dopo, nell’estate di del 2023, Papa Francesco era tornato a occuparsi delle profonde ferite aperte dal caso Claps nella comunità del capoluogo lucano.
L’occasione era stata la fine dei lavori di ristrutturazione della Trinità, seguiti al dissequestro e alla demolizione della canonica da cui si accedeva al sottotetto.

LA LETTERA AL VESCOVO LIGORIO


Bergoglio aveva indirizzato una lettera al vescovo dell’epoca, Salvatore Ligorio, e un’altra alla madre di Elisa per cercare una mediazione tra chi spingeva per la riapertura della Trinità e chi tuttora lo considera ancora oggi un offesa alla memoria di Elisa.

LEGGI ANCHE: Fiori e preghiere, il gesto del vescovo sulla tomba di Elisa Claps

LA RICHIESTA DEL PAPA ALLA COMUNITÀ DIOCESANA


Il Papa aveva chiesto alla comunità diocesana di «offrire la sua vicinanza ai familiari della ragazza, offrendo loro una presenza tenera e discreta, un ascolto amorevole e un dialogo attento, cosicché il comune impegno nel sostenere la prova e la preghiera fiduciosa possano favorire cammini di riconciliazione e di guarigione».

Quindi aveva dato disposizioni che la chiesa della Trinità custodisse «la memoria di Elisa» e diventasse «un luogo per la preghiera silenziosa, l’adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale, e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita». Evitando «celebrazioni liturgiche di carattere festoso».
Le sue parole accolte con sorpresa e gratitudine dai familiari di Elisa, «in un periodo emotivamente faticoso».

LE POLEMICHE NONOSTANTE GLI APPELLI DEL PAPA


All’indomani della riapertura del tempio di via Pretoria, però, nemmeno gli appelli del Santo Padre erano riusciti a scongiurare il riaccendersi delle polemiche. Complice la scoperta di una targa apposta sulla navata centrale della chiesa l’anno precedente al ritrovamento del corpo della studentessa. Una targa per celebrare il sacerdote, don Mimì Sabia, che qualche anno prima del 1993 aveva aperto le porte della sua parrocchia a Restivo, come a tanti altri giovani della Potenza bene. Una targa di troppo per la famiglia Claps.

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