Tre miracolati lucani: una suora e due bambini guariti in modo inspiegabile
- Postato il 19 aprile 2025
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Il Quotidiano del Sud
Tre miracolati lucani: una suora e due bambini guariti in modo inspiegabile
Segni del cielo per tre lucani Suor Caterina guarita da Giovanni XXIII, due fratellini salvati a Medjugorje: i miracolati lucani oltre al caso di Raco a Lourdes.
Il miracolo che ha permesso alla signora Antonietta Raco di guarire da una Sclerosi laterale primaria in stato avanzato è stato il 72esimo attribuito a Lourdes, in nove casi ne hanno beneficiato cittadini italiani ma mai lucani, ovviamente fino alla malata di Francavilla. Miracolati lucani, nella storia si tratta del secondo miracolo che ha salvato la vita a una lucana, il primo risale al 25 maggio 1966 – proprio nel giorno in cui ricorreva l’85esimo della nascita di Papa Roncalli – quando Giovanni XXIII, il Papa buono morto nel 1963, annunciò a suor Caterina Capitani, originaria di Potenza, che era guarita dalle conseguenze di una grave emorragia, avvenuta dopo che, oltre un anno prima, era stata sottoposta ad una resezione.
Un evento che rappresenta uno dei pilastri fondamentali della causa ecclesiastica conclusasi con la beatificazione di Papa Giovanni, proclamata il 3 settembre del 2000 da Giovanni Paolo II, grazie al riconoscimento di quel miracolo. Il racconto autografato dalla religiosa è negli archivi della Curia Arcivescovile di Potenza: una “dichiarazione” scritta della religiosa al vescovo dell’epoca, Augusto Bertazzoni, che porta la data del 15 settembre 1966.
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I LUCANI MIRACOLATI: LA MALATTIA DI SUOR CATERINA E LA GUARIGIONE MIRACOLOSA
Suor Caterina, al secolo Giulia, la Figlia della Carità di Potenza, che ha svolto a lungo la sua missione in Sicilia, fu operata a Napoli il 30 ottobre 1965, ma il 14 maggio dell’anno dopo ebbe una perforazione della parte residua di stomaco e la formazione di una fistola, con copiosa emorragia: un caso di «estrema gravità», come constatarono i medici, al punto che alla donna, non ancora suora, il 19 maggio fu concesso di «emettere i voti santi». Quando tutti, a cominciare dai medici, credevano che la morte di suor Caterina, ricoverata in un ospedale di Napoli, fosse ormai imminente, lei cominciò una novena a Papa Giovanni e poggiò «una sua reliquia» sulla fistola.
Era il 25 maggio 1966. «Pensavo che Papa Giovanni – scrisse suor Caterina nel suo racconto – volesse porre termine alle mie sofferenze, portandomi in cielo. Invece mentre stavo girata sul lato destro ed ero assopita a un certo punto mi sentii poggiare una mano sullo stomaco in direzione della fistola e una voce che mi chiamava dal lato sinistro. Suor Caterina – le disse il pontefice – mi hai molto pregato ed anche molte suore e persone lo hanno fatto, pure le suore della tua casa, ma specialmente una di esse; me l’avete proprio strappato dal cuore questo miracolo: ma ora non temere, tutto è finito, tu stai bene, non hai più nulla.
«PENSAVO MI AVREBBERO PRESA PER UNA ALLUCINATA»
Suona il campanello, chiama le suore che stanno in cappella per l’orazione e qualcuna dorme pure, disse con un sorrisetto sulle labbra. Fatti mettere il termometro, tanto per testimonianza – continuò Papa Giovanni – ma tu non hai neppure 37. Poi mangia tutto come prima perché sul tuo buco ci sono Io e stai tranquilla che non uscirà più nulla perché è chiuso. Poi vai dal Professore e fai mettere per iscritto la testimonianza, poi fai le radiografie perché un giorno serviranno, ma non hai nulla, non troveranno nulla, avevi una grossa perforazione con un’invasione del peritoneo, ma Io ti ho assistita dal primo giorno affinché non morissi e tutto ciò doveva avvenire. Dovevi soffrire per poi avverarsi tutto questo».
E di fatti: «Realmente io mi sentii subito un’altra – precisava ancora la suora – ero guarita, mi sollevai in mezzo al letto e non sentivo più alcuna sofferenza e fu allora che tutta emozionata mi feci coraggio, suonai il campanello per chiamare le suore che stavano in cappella per l’ orazione mentale delle 14.30. Pensavo che mi avrebbero presa per una allucinata e mi sentivo agitata, ma dissi tutto alla Superiora la quale dopo i primi momenti di confusione mi mise il termometro e vide che la temperatura non arrivava a 37, mentre un quarto d’ora prima aveva segnato 39,5. Con grande meraviglia di tutti chiesi da mangiare e fui accontentata dietro le mie insistenze. Mangiai molto perché sentivo molto appetito». Suor Caterina morì a 68 anni a Napoli, nella notte tra il 31 marzo e il primo aprile 2010.
MIRACOLATI A MEDJUGORJE I DUE FRATELLI LUCANI
Ma nell’attesa che la Chiesa si esprima in modo ufficiale sulle apparizioni a Medjugorje della bianca signora della collina – al momento sono stati autorizzati i pellegrinaggi ufficiali riconoscendo l’importanza spirituale del luogo, mentre il riconoscimento delle apparizioni rimane ancora in fase di studio – in Basilicata, ha suscitato grande emozione la storia, che nel 2017 ebbe una vastissima eco mediatica ed è raccontata anche in un libro, di due fratellini originari di Vietri di Potenza che oggi hanno 21 e 15 anni. Letizia a tre anni, nel 2007, soffriva di una forma complicata e soffocante di laringite ipoglottica.
Poi un laringospasmo molto forte, e la bambina, all’improvviso, chiese di essere portata a Medjugorje e, al ritorno dal viaggio, era completamente guarita. Lo stesso successe a Raffaele, fratellino di Letizia, che ad un anno scoprì di avere una malattia e, dopo un’altra visita a Medjugorje, tornò a casa guarito. Il libro, “Il cielo negli occhi”, fu scritto dalla madre, Pina Bello (docente di lettere), è chiaramente fa riferimento a guarigioni che sarebbero da attribuire alla Madonna. La mamma aveva dichiarato di essersi rivolta per la figlia prima all’ospedale San Carlo di Potenza e poi al Bambino Gesù di Roma. Un giorno, però, la piccola Letizia, senza aver mai sentito parlare di Medjugorje, le fece una richiesta particolare: «Mamma non ce la faccio più, portatemi a Medjugorje che la Madonna mi guarisce».
I genitori fissarono l’intervento, ma prima decisero di esaudire il desiderio della figlia. Poco dopo, nel 2011, Raffaele ebbe una grave stipsi da colon ridondante, da lì un secondo pellegrinaggio in Bosnia per chiedere una seconda grazia che sarebbe stata nuovamente esaudita.
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Tre miracolati lucani: una suora e due bambini guariti in modo inspiegabile